Marchisio: tre motivi per cederlo e tre per non farlo

ANSA/ELISABETTA BARACCHI

C’è qualcuno fra i pezzi pregiati del centrocampo juventino che si può considerare incedibile? Se lo chiedono in molti di questi tempi e se lo chiede probabilmente anche Mister Conte. Il quale sembra aver chiuso il 2013 calcistico portandosi a casa più dubbi che certezze.

Noi che lo conosciamo bene possiamo dirlo. I festeggiamenti per la conquista del 31esimo scudetto sono durati poco. Il 6 maggio Conte stava già pensando a come rinforzare la squadra, a ciò che occorre fare per ridurre il gap di 4 goal in 180 minuti dal Bayern, insomma a tutto ciò che si può fare per portare questa Juve sul tetto d’Europa. I ben informati dicono che è una questione di giocatori, che Conte ha già stilato la lista della spesa e che ora la società dovrà fare cassa per avere gli spiccioli da mettere sul tavolo nei caldi giorni del calciomercato estivo. Il che significa mettere sul mercato uno dei quattro pilastri del centrocampo neoscudettato: Pirlo, Pogba, Vidal o Marchisio.

Posto che la nostra visione del mercato è assai distante da certe logiche da mercanti in fiera ci chiediamo: chi fra questi rischia davvero di andar via? Vidal, lo ha detto Conte stesso, è incedibile, è l’uomo che regola l’intensità del motore del Juve; Pogba è il futuro, il giocatore che più di tutti ha nel Dna il gene del top player, venderlo ora sarebbe come buttare via le azioni di una start-up proprio mentre il mercato comincia ad apprezzarne il prodotto; Pirlo è per visione di gioco, piedi e personalità una pedina difficilmente sostituibile; resta solo Marchisio dunque.

E insomma ora capite perché sul principino si stanno concentrando le voci più assidue di mercato. Alcuni lo vorrebbero già in partenza da Torino, destinazione Monaco, per una cifra intorno ai 30 milioni di euro. Noi che queste notizie le prendiamo con la stessa serietà con cui leggiamo l’antologia del buon umore a pagina 45 della Settimana Enigmistica ci limitiamo semplicemente a ragionare sui motivi per cui una Juve senza Marchisio è un’ipotesi scellerata e su quelli che invece ne potrebbero fare un’operazione sensata.

VENDERE MARCHISIO: SÌ PERCHÉ…

1. Nella tradizione Juve – ce lo hanno insegnato i grandi strateghi del mercato – non ci sono giocatori incedibili ma logiche che mirano a garantire la migliore rosa sul campo. Se l’offerta per Marchisio dovesse essere come si dice in questi casi “irrinunciabile” e la dirigenza juventina avesse già individuato 2-3 astri nascenti del calcio internazionale capaci di diventare i Marchisio del futuro (ma ne dubitiamo), l’operazione potrebbe essere tutt’altro che deplorevole.

2. La Juve che verrà, lo ha detto Conte in più di un’occasione, sarà una squadra più tecnica ma soprattutto più fisica. Marchisio combina entrambe le doti ma l’impressione è che Conte stia cercando un incontrista più fisico o una mezz’ala capace di saltare l’uomo in maniera più decisa.

3. Il tipo di gioco che Conte richiede a Marchisio, fatto di continui recuperi e inserimenti senza palla, non è semplice, soprattutto ad altissimi livelli. E se il giocatore non è al 100%, com’è successo nella seconda metà di queste stagione, rischia di sparire spesso dal campo.

VENDERE MARCHISIO: NO PERCHÉ…

1. Marchisio ha 27 anni, è un giocatore nel pieno della propria maturità calcistica. Insomma venderlo ora significherebbe perdere una figura che ha potenzialmente davanti a sé altri 8-9 anni ad alto livello.

2. D’accordo, Vidal sarà pure imprescindibile, Pirlo è il faro del centrocampo e Pogba è un fenomeno. Ma se vuoi competere ai massimi livelli su tutti i fronti non puoi rinunciare a un giocatore così duttile e soprattutto intelligente.

3. Marchisio è alla Juve da quando aveva 7 anni, un patrimonio di famiglia insomma, un simbolo bianconero, il predestinato a seguire le orme delle grandi bandiere bianconere. E insomma il popolo juventino non ha ancora digerito la separazione da Alessandro Del Piero per sopportare un altro divorzio in famiglia.

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