I segreti di Mare Fuori, la serie tv che piace ai giovani

Mare Fuori tira più di Sanremo, almeno sui social. La fiction di Ivan Silvestrini, la cui terza stagione è stata rilasciata su RaiPlay il primo febbraio scorso, per finire poi alla prima serata di RaiDue, ha un engagement mostruoso, il più alto fra i programmi della televisione italiana. Sui social, spopola. Gli Instagram e TikTok dedicati allo show, nel solo mese di febbraio, hanno superato il milione di interazioni. I ragazzini si strappano i capelli ad ogni post. Chiedono. Piangono. «Come può Mare Fuori finire?». «Ciro è vivo?». «E la quarta stagione?».

Le domande rincorrono le congetture, ipotesi pseudo-esistenzialistiche atte a spiegare come sia possibile che i singoli post dei suddetti account abbiano superato le trentamila interazioni ciascuno, lasciandosi dietro – e di un bel pezzo – le diciassettemila scarse del Festival della Canzone. Mare Fuori tira più di Sanremo, e i suoi spettatori su Twitter sono pronti a giurare che sia la magia della fiction, la sua capacità di essere «Vita vera» e al contempo spronare chicchessia a «Decidere chi si vuole essere, a prescindere dal contesto in cui si è nati», ad averne determinato il successo. Sarebbe una sorta di formula magica a spiegare il trionfo di Mare Fuori, un’alchimia costruita sul confine sottile che separa la realtà dalla sua più realistica rappresentazione. Su Twitter, è trending topic ad ogni puntata. Ci sono hashtag costruiti come a ricordare Montecchi e Capuleti, #Piecurosa, e fan a piangere sull’amore impossibile fra i giovani protagonisti dello show, Romeo e Giulietta versione Napoli.

Gli attori di Mare Fuori, della fiction che ha riletto liberamente la realtà del carcere minorile di Nisida, sono diventata star, l’ossessione di tanti coetanei. Nicolas Maupas, Valentina Romani, Massimiliano Caiazzo, Giacomo Giorgio e i suoi post sibillini («La fine non esiste», ha scritto su Instagram) sono assurti ad eroi, a quel che un tempo sono stati i ragazzi di Skam Italia. Popolarità e gloria li hanno travolti. La serie è finita ovunque.

Netflix l’ha comprata. L’ha fatto prima del gran fracasso e, ad onor del vero, ne è stata la responsabile principale. Quando la Rai ha buttato fuori lo show, nel 2020, l’accoglienza è stata tiepida. Mare Fuori sembrava destinata ad essere una fra le tante fiction dimenticabili. Nessuna reazione, nessun rumore. Poi, la svolta. Netflix, due anni più tardi, nel giugno 2022, ha reso disponibili le prime due stagioni della serie sulla propria piattaforma e i ragazzini, quelli che con tutta probabilità la Rai non sanno neppure dove stia di casa, ne hanno fatto una malattia. Una mania. Mare Fuori è diventata uno fra i titoli più popolari di Netflix, e il lancio Rai della terza stagione l’ha riportata in auge. Sulla piattaforma, Mare Fuori, capitolo uno e due, è riuscita a ostacolare la scalata di You, fenomeno americano che nella quasi totalità dei Paesi in cui Netflix è operativo si è piazzato al vertice delle classifiche. Lo ha superato, Mare Fuori primo e You secondo. E ad oggi non è cambiato nulla. Lo show Rai continua a troneggiare, primo fra i titoli del colosso statunitense e primo, pure, fra i titoli proposti da RaiPlay.

Le tre stagioni di Mare Fuori, complessivamente, hanno superato i 54 milioni di visualizzazioni sulla piattaforma Rai. Un record che, nella giornata del 13 febbraio, ha raggiunto il proprio apice. La Rai, alla mezzanotte di quel lunedì, ha rilasciato online i sei episodi finali della terza stagione e le visualizzazioni nelle ventiquattro ore seguenti hanno sfiorato i 6 milioni. Carlo Fuortes, ad Rai, ha magnificato i risultati della serie, l’unica capace di «proporre storie nelle quali i ragazzi si riconoscono e utilizzare nuovi linguaggi nella fiction». «È un successo diventato inarrestabile», ha detto, spiegando come Mare Fuori sia «la dimostrazione evidente che la Rai è servizio pubblico anche per la platea più giovane»: gli under 25, che da soli rappresentano il 45% del pubblico di Mare Fuori. Sono loro i fautori del fenomeno, del successo, di una mania che ha valicato i confini televisivi per trasformarsi in tifo e identificazione. I ragazzini credono di vivere come i protagonisti di Mare Fuori, di guardare loro e vedere se stessi, di amare come loro e trasgredire come loro e di redimersi poi come loro. Mare Fuori è diventato un luogo dell’anima, aggregazione di individualità abituate a vivere nell’anonimato dei social network.

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