Mario Monicelli nasceva 100 anni fa: il ricordo in foto

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Mario Monicelli e le attrici Gina Lollobrigida (a sinistra) e la francese Andrea Ferreol, Italian Film Festival di Nizza, 15 marzo 1980.
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Luchino Visconti e Mario Monicelli alla conferenza stampa di Dino De Laurentis in un'immagine d'archivio del 2 aprile 1962.
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Mario Monicelli e Monica Vitti durante il primo Italian Film Festival di Nizza, Francia, 5 marzo 1980.
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Mario Monicelli, 15 maggio 1985, Festival di Cannes.
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Dino De Laurentis, Mario Monicelli e Alberto Sordi alla conferenza stampa di ''Un borghese piccolo piccolo'' a Roma il 23 dicembre 1976.
Gualtiero Jacopetti (a sinistra) con Mario Monicelli (a destra) al XV Festival di Cannes, luglio 1962
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Ornella Muti con il regista Mario Monicelli in un'immagine d'archivio sul set di "Panni sporchi", uscito nelle sale cinematografiche italiane il 29 gennaio 1999.
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L'attrice Mariangela Melato e il regista Mario Monicelli prima della conferenza stampa prima del primo ciak del film "IPanni sporchi", 28 aprile 1998.
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Mario Monicelli, presidente onorario della terza edizione del Montecarlo Film Festival de la Comedie, con l'attrice Virna Lisi in un'immagine d'archivio del 13 novembre 2003.
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Il regista Mario Monicelli con l'uniforme storica degli Alpini durante la Prima guerra Mondiale, nella foto di uno dei dodici mesi del Calendario dell'Esercito 2005.
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Il regista Mario Monicelli durante le riprese del suo film "Le rose del deserto", 2006.
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Il regista Mario Monicelli, in posa sulla passerella del Palazzo del Cinema prima dell'inizio della proiezione del film "The Black Dahlia", 63/ma edizione della Mostra del Cinema di Venezia.
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Mario Monicelli alla Mostra del cinema di Venezia, 2 settembre 2009.

"Tutti i miei film sono percorsi da un sentimento di sconfitta, sono tutti film comici che finiscono con un fallimento dei protagonisti". Dal libro Mario Monicelli, cinquant'anni di cinema.

Per decenni Mario Monicelli ha raccontato gli italiani con occhio analitico, nelle loro debolezze e nelle loro virtù, nei toni della commedia all'italiana. Oggi il grande regista, che nel 2010 ha scelto di lasciare la vita di sua volontà, lanciandosi da una finestra dell'ospedale San Giovanni di Roma, compirebbe 100 anni. 

Nato il 16 maggio, la sua eredità è ricca di capolavori di freschezza sempreverde e ironia intelligente: Guardie e ladri (1951) con Totò; I soliti ignoti(1958, nomination all'Oscar), La Grande guerra (1959) con quel duo di adorabili manigoldi Vittorio Gassman e Alberto Sordi (Leone d'oro a Venezia); L'armata Brancaleone (1965).    

Padre della commedia all'italiana insieme a Dino Risi, Luigi Comencini e Steno, Monicelli ha girato più di 60 film ed è autore di più di 80 sceneggiature. Gli anni Sessanta furono quelli dell'amicizia con Risi, degli scontri con Antonioni ("lui è un genio - diceva - ma a me piace fare film più comprensibili") e nei quali inventò una Monica Vitti attrice comica ne La ragazza con la pistola (1968). Nel 1975 raccolse l'ultima volontà di Pietro Germi che gli affidò la realizzazione di Amici miei. Nel 1977 recuperò una dimensione noir e tragica con Un borghese piccolo piccolo. Arrivarono poi Speriamo che sia femmina (1985) e il feroce Parenti serpenti (1993). Nel 2006 tornò dietro la macchina da presa con Le rose del deserto, liberamente ispirato a Il deserto della Libia di Mario Tobino e a Guerra d'Albania di Giancarlo Fusco, dimostrando la sua solita instancabile vitalità.    

Il regista, al quale è toccato assistere alla morte di suoi grandi amici e colleghi come Dino Risi, Steno, Luigi Comencini, Suso Cecchi D'Amico e Furio Scarpelli, e anche l'ingrato compito di commemorarli, quando era interpellato dai giornalisti, non si lasciava andare a nessuna retorica. Spesso, più che di elogi per il trapassato, arrivavano le critiche, l'ironia. Era fatto così.

Negli ultimi anni il suo sguardo amaro vedeva l'Italia come "una penisola alla deriva"

Alla Mostra del cinema di Venezia, nel 2008, col suo spirito caustico aveva detto: "Non vedo l'ora scompaia De Oliveira. È stato sempre la mia ossessione. È più anziano di me, più bravo di me ed è stato invitato anche a più festival di me". Lo aveva detto a 93 anni parlando del maestro portoghese allora centenario.
L'anno prima, nel 2007, parlando della morte del padre, anche lui suicida, aveva detto: "Ho capito il suo gesto. Era stato tagliato fuori ingiustamente dal suo lavoro e sentiva di non avere più niente da fare qua. La vita non è sempre degna di essere vissuta; se smette di essere vera e dignitosa non ne vale la pena. Il cadavere di mio padre l'ho trovato io. Verso le sei del mattino ho sentito un colpo di rivoltella, mi sono alzato e ho forzato la porta del bagno. Tra l'altro un bagno molto modesto".

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