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April 04 2017
Tra i loro diritti c’è anche quello di diventare mamme. Non solo sono atlete dei cosiddetti sport dilettantistici, ma sono soprattutto donne. Così Assist, l’associazione nazionale atlete, ha lanciato la campagna “Atlete per il diritto della maternità”. “Coni e Governo - incalza Luisa Rizzitelli, presidente Assist, si facciano carico della maternità di questa categoria di lavoratrici”. Il tutto in occasione della festa della donna, iniziativa a cui hanno aderito 4 squadre di Basket A1 (Torino, Schio, Broni, San Martino di Lupari), 2 di Volley A1 (Bergamo e Modena), la Dream Team Pisa del sitting volley, le campionesse d'Italia del Montesilvano Calcio a 5, la Chieti di Calcio a 11 di serie A, l'Orizzonte Catania serie A di pallanuoto che hanno posato in foto singole e di gruppo, con un finto pancione simulato con un pallone da gioco e nascosto sotto la maglietta ufficiale.
Dal mondo del volley arrivano le parole di Eleonora Lo Bianco, 37 anni, simbolo della Nazionale (548 presenze in azzurro) e storica alzatrice della Foppapedretti Bergamo che sottolinea come “sia arrivato il momento di portare rispetto alle atlete considerate giuridicamente delle dilettanti e che per questo non possono accedere alla legge sul professionismo sportivo (legge 91 del 1981), fattore che ci tutelerebbe in fatto di maternità come donne lavoratrici”. In tal senso, la Lega Pallavolo Serie A Femminile ha iniziato a lavorare sulla vicenda al fine discuterne in tempi brevi con la Federvolley.
Possibile che nel 2017 non esista una legge che tuteli le atlete degli sport dilettantistici?
L’adesione a questa campagna di sensibilizzazione va proprio in questa direzione. Far capire a chi amministra lo sport e non solo, che le atlete sono prima di tutto donne e quindi anche grazie al sostegno di Assist, chiediamo che la fiscalità generale si faccia carico della maternità delle atlete. Noi siamo lavoratrici a tutti gli effetti e diamo prestigio al nostro movimento sportivo, in questo caso la pallavolo, attraverso i risultati che club e Nazionale riescono ad ottenere. Le società di appartenenza si fanno carico delle spese mediche in caso di infortuni e malattie, ci sono le assicurazioni che coprono, ma non c'è a questo riguardo una politica adeguata in caso di interruzione per gravidanza.
Cosa accade nel momento in cui una giocatrice scopre di essere rimasta incinta?
Non essendoci diritti acquisiti, si interrompe il rapporto contrattuale di lavoro con il club.
Il claim della campagna “Atlete e maternità. Diritti? Game Over”. E proprio così o vede degli spiragli?
Noi atlete crediamo che possa esserci un futuro per tutte coloro che praticano sport dilettantistici ma in maniera professionistica. Facciamo solo questo di lavoro e nel corso della nostra carriera dobbiamo mettere da parte quanti più soldi possibili e quindi investire al meglio i nostri guadagni, per costruirci un futuro quando decideremo di chiudere con l’agonismo. Ma sappiamo bene che i nostri, sono tutt'altro che sport milionari.
Quando vedremo Eleonora Lo Bianco, mamma?
Spero prestissimo, anche perché è già da qualche anno che ho questo desiderio. Di fatto la maternità deve essere vista come una gioia, un dono della vita, non come una limitazione per noi donne che pratichiamo lo sport d’eccellenza. Penso a tante amiche che nel pieno del proprio splendore agonistico hanno deciso di diventare mamme per poi riprendere con risultati ancor più importanti. Non credo sarà il mio caso poiché l'anagrafe mi imporrebbe di smettere. Ringrazio la società e le mie compagne di squadra della Foppapedretti per aver aderito a questa iniziativa di Assist.