Politica
February 19 2020
Doveva essere il giorno del giudizio. Il giorno in cui Matteo Renzi avrebbe sfiduciato il Governo. Come in una partita a poker, il momento in cui che ha puntato quasi tutte le fiches sul tavolo deve mostrare le carte. Niente di tutto questo. «Si vota non prima del 2021», «non faccio cadere il Governo», «Conte voleva farci fuori ma ha sbagliato i conti», «cambiamo il paese, serve il Sindaco d'Italia», «dopo Pasqua se non cambiano le cose sulla prescrizione sfiduciamo Bonafede». In sintesi da Renzi tanto fumo e poco arrosto, o, per dirla come nei casinò, il bluff è servito.
Renzi alla fine ha ceduto, soprattutto ai sondaggi che lo danno tra il 3% al 4%. Ha ceduto al fatto che in caso di ritorno al voto sarebbe finito ai margini di tutto: della politica e delle nomine. E invece ora, che ha abbaiato senza mordere, al tavolo delle nomine si siederà anche lui e forse un paio di amministratori delegati o direttori generali in più se li prenderà.
Ha ceduto al fatto che forse Salvini di appoggiare un Governo con lui pur di andare al voto a settembre non fosse così certo e sicuro, convinto anche dal No secco della Meloni.
Ha ceduto poi a quella che è la forza che conta più di ogni altra: l'istinto di sopravvivenza del parlamentare, di tutti i parlamentari, anche di Italia Viva che, pur di non perdere lo scranno, farebbero qualsiasi cosa.
Quindi, dopo giorni di caccia ai responsabili con trattative di compravendita di parlamentari da far rabbrividire Raiola e Marotta, tutto torna come prima: Conte che odia Renzi e viceversa; il M5S che crolla; il Pd che sta pensando a cambiare nome e leader per la milionesima ricostruzione. Però tutto andrà avanti, male come prima, con la sola buona notizia per onorevoli e senatori che possono prenotare le ferie di Pasqua sereni.
Tutto questo accade davanti ad un paese attonito. Solo il 6% (sondaggio Ixè del 19 febbraio) ha un giudizio molto positivo del Governo mentre il 66% (quindi molto più degli attuali elettori di centrodestra) pensano male se non molto male dell'esecutivo. A questo si aggiungono i dati economici nazionali mai così negativi (pil e produzione industriale) in un panorama mondiale da tempesta tra Coronavirus e crisi globale.
E con un Renzi che abbaierà ancora ma non farà più paura a nessuno