Televisione
August 28 2018
Buon compleanno Mr. talk show! Il 28 agosto Maurizio Costanzotocca il traguardo degli 80 anni, più della metà dei quali vissuti sul piccolo schermo fino ad imporsi come uno dei maestri della televisione italiana. Tutta colpa della sua cifra identitaria, quella capacità unica di mischiare nei suoi programmi l'alto e il basso facendo incontrare mondi lontanissimi, per raccontare l'Italia e gli italiani, mixando ironia, graffio caustico e uno sguardo malinconico mai celato.
C'è chi la tv la fa e chi la incarna e Costanzo appartiene di diritto alla seconda categoria. Scrittore, giornalista, sceneggiatore, critico e autore di canzoni. Nella memoria collettiva, resta in assoluto il papà del talk show all'italiana, cui impone uno stile unico - e finora mai superato, per quanto vanti innumerevoli tentativi di imitazione - che resiste granitico da oltre quarant'anni.
È infatti consuetudine far coincidere la nascita del talk show in Italia con Bontà loro, programma che Costanto ideò e portò in video, su Rai 1, nel 1976. "Costanzo è forse il primo e unico talk showman a tutto tondo", scrisse il critico tv Aldo Grasso, coniando una definizione che più chirurgica non si può. " A seconda degli argomenti che tratta, degli ospiti invitati e del pubblico presente in sala, Costanzo adotta formule diverse, ognuna delle quali può essere considerata la matrice di molta tv moderna".
Lui però precisa: "Dopo le prime puntate qualcuno mi disse: bello il tuo talk-show, migliore di quello che va in onda in Inghilterra. Io non sapevo nemmeno che cosa fosse un talk-show: avevo inventato un genere che non avevo mai visto, ma che esisteva già in altri Paesi. E lo avevo persino migliorato".
“Io non odio. È troppo faticoso ricordarsi giorno dopo giorno chi e perché." #Auguri di #BuonCompleanno al giornalista, autore e conduttore radiotelevisivo #MaurizioCostanzo, nato oggi nel 1938. @Costanzo.#28agosto. pic.twitter.com/X67uJtV1In
— Punto Lettura (@Antonio79B) 28 agosto 2018
Stakanovista per passione, "bulimico" di lavoro per indole. Da sempre Costanzo più fa e più vorrebbe fare (pur ammettendo di patire le critiche), forse per coltivare quella che lui definisce la sua fortuna, ovvero aver trasformato il suo unico hobby in lavoro. "Fin da ragazzo sognavo di fare il giornalista. Ho fatto la radio, la tv: sono in video da 42 anni. Ma la voglia ce l'ho ancora, è la stessa di quel ragazzo di tanti anni fa...Forse è un po' una malattia", ammette.
Il segreto? La passione. La stessa che lo spinse a 14 anni a scrivere ad Indro Montanelli, che lo convoca nella sede romana del Corriere della Sera: "Se vuoi fare questo mestiere devi comiciare il prima possibile". Inizia proprio come giornalista, a Tv Sorrisi e Canzoni poi a Grazia, mentre sia in radio che in tv comincia subito in serie A lavorando con big del calibro di Luciano Rispoli e Nunzio Filogamo (con cui debutta come autore radiofonico), poi ancora con Marcello Marchesi e l'inarrivabile genio di Antonello Falqui - il papà del varietà televisivo - di cui per anni firma alcuni dei programmi. Dai primi anni '60 ad oggi non si è più fermato, firmando e conducendo oltre cinquanta programmi tv (in contemporanea su più reti), sempre in equilibrio tra impegni radiofonici, spettacoli teatrali e l'insegnamento universitario. Senza dimenticare che fu anche direttore di Canale 5 e poi della Fiction Mediaset.
La sua creatura più iconica e liturgica resta senza dubbio il Maurizio Costanzo Show, palcoscenico ambito e temuto, che ha raccontato per decenni l'Italia e gli italiani, facendo da specchio che mette in risalto pregi, punti di forza, cicatrici insanabili e contraddizioni del paese. Nato nel 1982 su Rete 4, qualche anno dopo torna su Canale 5 dove il prossimo autunno andrà in onda un nuovo ciclo di puntate. "Dopo 4.500 puntate ormai con il pubblico ho un rapporto di parentela. E i risultati sono ottimi: lo zoccolo duro del programma sono le donne giovani, tra i 25 e i 35 anni. Questa è una grande fortuna: è la mia speranza e anche la mia cassaforte".
Fu Costanzo a lanciare - come da giovane fece con Paolo Villaggio , che scovò in un teatrino di via Marsala, a Roma, nei primi anni '60 - tra gli altri personaggi come Vittorio Sgarbi, David Riondino, Enzo Iacchetti, Dario Vergassola, Giobbe Covatta, Gioele Dix, Stefano Zecchi e Luciano De Crescenzo. Tante le battaglie sociali condotte dal giornalista, forte l'impegno civile a cominciare dalla lotta alla mafia: indimenticabili le ospitate del giudice Giovanni Falconee le puntate staffetta con Michele Santoro, che restano un pezzo di storia della tv italiana.
Il giorno del suo ottantesimo compleanno coincide anche con i suoi primi 23 anni di matrimonio con Maria De Filippi, un sodalizio privato e professionale di quelli speciali. "Come facciamo ad andare così d'accordo? Uno dei segreti è dormire separati, che non vuol dire libertinaggio come pensano erroneamente in molti", rivela lui, confessando di aver "attraversato l’infedeltà e consumato tutte le bugie a disposizione" prima di incontrare la De Filippi.
A unirli, tra le tante cose, la passione per gli animali (in particolare i cani) e quella per il lavoro. A dividerli, lo sport: lei gioca a tennis, nuota e di recente ha avuto una folgorazione per il crossifit, lui invece è pigro e ironizza sui danni dell'attività fisica. "Maria è stata la mia intuizione più felice", rivela." Ricordo quando dovemmo sostituire Lella Costa ad Amici, consigliai a Gori che dirigeva la rete allora di prenderla. La "ripulimmo" un po' dalla sua parlata spiccatamente pavese e poi la mandammo in onda". Dopo ventisei anni, non si può dire che non avesse ragione.
14 maggio 1993. Se c'è un episodio che è uno snodo dirimente nella vita di Costanzo è senza dubbio l'attentato mafioso che lui e Maria De Filippi subirono dopo essere usciti dal teatro Parioli. A salvarli, fu una di quelle curve del destino che lasciano a corto di fiato. "Con Maria ci salvammo perché quel giorno avevamo cambiato l'auto. Il sicario, non riconoscendola, pigiò il pulsante in ritardo", raccontò il giornalista, finito nel mirino delle cosche per la sue battaglie televisive anti mafia.
"Per Maria fu uno choc, è stata male per anni. Io ho avuto l’impressione di rinascere perché mi ero salvato", aggiunse. "C'è solo una cosa che mi manca: la vita di prima, quando non dovevo vivere sotto scorta ed ero un uomo libero", ha raccontato al settimanale Chi. "Ho promesso a mio padre che non sarei più salita in auto con Maurizio e non l’ho più fatto", ha rivelato di recente la conduttrice.
Il traguardo degli ottant'anni è raggiunto ma la curiosità resta sempre quella del ragazzino che voleva fare il giornalista, la stessa che gli permesso di realizzare successi come Buona Domenica - un cult assoluto, circo Barnum di volti noti e aspiranti tali, grandi artisti e personaggi emergenti, che resta un unicum mai bissato da nessuno - e sperimentare linguaggi sempre nuovi (fu tra i primi a lasciarsi tentare dall'avventura della tv satellitare).
A settembre ripartirà con un nuovo ciclo de L'intervista, a fine ottobre con il Costanzo show, senza dimenticare il Radio Costanzo Show, nel week end su Radio 105, e ancora S'è fatta notte su Rai 1 (perché Costanzo è pur sempre un'istituzione trasversale). "La chiave del nostro mestiere è la curiosità: faccio all'ospite le stesse domande che porrei se non ci fosse la telecamera accesa", spiega. L'unico rimpianto? Non aver mai intervistato un Papa. "Lo dico sempre, sperando che prima o poi un papa legga le mie dichiarazioni e ci pensi su".