Maven, l'intelligenza artificiale che aiuta gli Usa a gestire i danni degli uragani

Quando si parla di ricaduta civile di tecnologie militari spesso si fatica a trovare un esempio concreto. Invece eccolo: creato per scovare obiettivi militari, il cervellone artificiale si chiama Maven e sta ora aiutando la popolazione colpita dagli uragani dando grande supporto ai soccorritori. Il mese scorso, durante il passaggio dell’Uragano Helene, le forze armate degli Stati Uniti, in particolare il 18° Corpo aviotrasportato dell'Esercito, hanno utilizzato per la prima volta l’utilizzo di elaborazioni fatte dall’intelligenza artificiale per mappare le chiusure stradali, le interruzioni delle reti telefoniche di comunicazione e cellulare, la necessità di approvvigionamento e altri dati raccolti in diretta. Loscopo è chiaro: essere nelle condizioni di aiutare la Federal Emergency Management Agency (Fema) e il Comando settentrionale degli Stati Uniti ad aiutare le persone le cui case e comunità sono state colpite dall'uragano Helene alla fine del mese scorso e quelle che lo saranno nelle prossime ore dall’uragano Milton, la cui intensità ha raggiunto il massimo livello, ovvero“5”. Il sistema Maven fornisce ai soccorritori le informazioni necessarie per prendere decisioni rapide sul campo, come i luoghi dove inviare forniture mediche o quanti camion carichi di acqua portare in determinate aree devastate dalle tempeste. Si tratta quindi di uno strumento di analisi dei dati e di processo decisionale che raccoglie una grande mole di informazioni da più fonti e utilizza sistemi per l'apprendimento automatico per visualizzare le informazioni e fornire indicatori affidabili.

La tempesta Helene non ha avuto gli echi mediatici di Milton, oggi in arrivo dal golfo del Messico, ma settimane dopo che si è fatta strada dalla costa del Golfo della Florida fino ai Monti Appalachi, alcuni residenti nel sudest stanno ancora setacciando i detriti causati da inondazioni e frane che hanno distrutto intere comunità. Al momento, oltre a circa 6000 unità del 18° Corpo, il Dipartimento della Difesa ha allertato un contingente di altre 5.000 persone appartenenti alla Guardia Nazionale mobilitate prima dell'uragano Milton. Fino a poco tempo fa il Pentagono aveva adottato Maven, nato da un’idea dell’esperto militare Robert Work nel 2017, soltanto per utilizzare dati di geolocalizzazione e immagini satellitari per rilevare automaticamente potenziali obiettivi sul campo di battaglia, ma il suo utilizzo nella gestione dell’emergenza Helene è stato il primo caso in cui il sistema è stato applicato come risorsa per la società civile. Ottenere dati da ambienti che hanno scarse o nessuna capacità di comunicazione e riportarli nelle priorità della Fema in modo che i dirigenti capiscano dove devono fornire aiuti e quali è essenziale, soprattutto per avere un quadro operativo comune che dia la migliore consapevolezza della situazione. I primi test per l’uso in ambito civile di Maven furono condotti per la sorveglianza delle malattie durante la pandemia di Covid-19, quando il suo utilizzo era in uso per tracciare il ritiro delle forze statunitensi e dei loro alleati dall'Afghanistan. A quel tempo i tecnici che ne gestivano gli algoritmi cominciarono a ottimizzarli per altre applicazioni, perfezionando quindi l’uso in vista di esigenze differenti, come appunto si è rivelata la tempesta Helene. Parte del lavoro di Maven per la risposta è stata proprio l’attività di tracciamento dei membri della Guardia nazionale e delle truppe in servizio attivo che si sono schierate nelle aree più colpite, elaborando l’efficacia del loro apporto e la risposta rispetto alle esigenze della popolazione. Intanto, lunedì 7 ottobre, ben 7.600 militari provenienti da 18 stati diversi si erano schierati nel sudestdel Paese per fornire aiuti umanitari, per sgomberare e rendere percorribili le vie d’emergenza, per valutare i sistemi idrici danneggiati e ripristinare le infrastrutture immediatamente riparabili. L’analisi di Maven ha determinato quali tipologie di mezzi inviare, soprattutto anfibi, quante imbarcazioni di salvataggio e quanti elicotteri, come ha confermato alla stampa Usa il portavoce del Pentagono, generale dell'Usaf Pat Ryder.Attualmente lo U.S. Army Corps of Engineers, il ruolo tecnico dell’Esercito, ha istituito dodici centri operativi di emergenza nel sudest, dei quali tre nella Carolina del Nord; a partire da domenica, la Fema aveva approvato una spesa per 137 milioni di dollari in alloggi e altri tipi di assistenza da poter fornire a oltre 81.500 famiglie residenti in Carolina del Nord, Florida, Georgia e Carolina del Sud. L'agenzia ha inoltre fornito 15 milioni di pasti, 14 milioni di litri di acqua e 157 generatori di corrente portatili.

Così, mentre la bonifica dai danni di Helene continua nel sudest, nelle ore appena trascorse la Florida si è preparata per l’arrivo dell’uragano Milton, che secondo le previsioni dovrebbe colpire la costa occidentale dello stato oggi come categoria 3, per poi avere il picco di intensità 5 e quindi degenerare in tempesta sull’Atlantico dopo aver percorso la Florida centrale. Nel “Sunshine State” sono stati schierati oltre 5.000 soldati della Guardia nazionale locale, mentre alcuni funzionari dell'esercito hanno trasferito altro personale e attrezzature a Fort Moore, in Georgia, in previsione delle operazioni di ricerca e soccorso che saranno necessarie. E a dirigerle ci sarà anche il cervellone Maven.

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