Politica
November 13 2020
«La Commissione Ue analizzerà la legge una volta adottata dall'autorità competente e dal legislatore italiano per valutare se è conforme alla legislazione europea».
Così una portavoce della Commissione Ue ha risposto a una domanda sull'emendamento denominato "anti-scalate" per le società delle tlc presentato al Senato sullo sfondo dello scontro tra Mediaset e Vivendi.
«Le autorità italiane -ha aggiunto il portavoce- devono assicurarsi che le leggi nazionali volte a proteggere il pluralismo dei media rispettino le libertà dei servizi e dei beni del trattato Ue, in linea con la sentenza della Corte Ue di settembre» sul caso Mediaset-Vivendi.
Quando da Bruxelles sono arrivate queste dichiarazioni ci siamo immaginati la faccia di Conte, o quella di David Sassoli (Presidente del Parlamento europeo) o di molti altri politici del Pd e di Italia Viva. Faccia che nascondeva una domanda: ma alle Ue hanno capito cosa c'è dietro questo emendamento? Ecco, a quanto pare no. Oppure lo hanno capito ma non gli interessa più di tanto. Strano, stranissimo.
Come strana e tutta italiana è la storia di questo emendamento. E non basta definirlo un "salva Italia", cioè una norma che protegge le aziende italiane dai tentativi di scalate da parte di società estere. Anche perché basti pensare a quanto c'è già stato portato via, oppure a quanto abbiamo svenduto (per non dire regalato) alla Cina ad esempio sulla rotta della Via della Seta per capire che questo slancio di autarchia tricolore sia piuttosto sospetta.
Come sospetti sono i recenti apprezzamenti per il Silvio Berlusconi politico da parte di chi per anni lo ha attaccato con ogni mezzo in ogni luogo ed oggi dicendo tutto ed il contrario di tutto, dopo le aperture all'unità, al senso di responsabilità, alla pacatezza dei toni e dei modi, al Si al Mes (che Forza Italia è pronta a votare anche adesso in Parlamento) gli dà praticamente dello «Statista».
Sospetti che si spiegano solo con quello che si potrebbe definire il "Patto del Nazareno 4.0". I protagonisti sono gli stessi di qualche anno fa: Renzi, alcuni esponenti del Pd e quella parte di Forza Italia e di consiglieri del suo leader da sempre attratti con maggior favore da un accordo con il governo che dall'opposizione a trazione leghista. Insomma, piuttosto che fare la stampella di Salvini meglio farla al governo, tanto più se sul tavolo ci sono questioni aziendali-personali per centinaia e centinaia di milioni di euro.T
ra gli azzurri qualcuno ha anche criticato il voto contrario dei leghisti all'emendamento. «Altro che prima gli italiani...» hanno mormorato. Sarà, ma piacerebbe vedere da Forza Italia e dal governo la stessa attenzione per la salvezza di altre centinaia di migliaia di aziende che il Covid e gli errori dell'esecutivo stanno portando alla chiusura. Ma forse questo non era nell'ordine del giorno del Patto del Nazareno 4.0