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April 08 2024
Caro Direttore,
ormai non passa giorno che non compaiano su testate, social e televisioni, articoli, testimonianze e appelli che hanno a che fare con il malessere giovanile. Non sono tempi facili per nessuno figuriamoci per i giovani! È di oggi la notizia che “Telefono Amico” ha dichiarato di aver ricevuto oltre 110 mila richieste di aiuto nel solo 2022, da parte di giovani, per cause di malessere emotivo-relazionale. Nella “Giornata Internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza” del novembre scorso si è detto che il 21% dei giovani soffre di disturbi d’ansia e di depressione. Si potrebbe continuare a lungo citando fonti diverse e dati sempre abbastanza impressionanti. Ovunque si sottolinea la necessità di porre attenzione al benessere psicologico dei nostri figli, della necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica, di allertare i decisori politici nel perseguire politiche atte a ricevere tale malessere e a investire risorse in Sanità. In tal senso mi sembra che effettivamente questo si tenti di perseguire con iniziative come il Bonus Psicologico, con il DDL sullo Psicologo delle Cure Primarie, sul rinnovato interesse in generale per i Servizi sul Territorio.
Le “parole chiave” sono in questo contesto: accessibilità ai servizi, interventi preventive sulle famiglie, accompagnamento dei minori, supporto psicologico, rinforzo delle reti sociali. Ragion per cui, l’intervista rilasciata da Umberto Galimberti a “Panorama News” il 2 aprile scorso, lascia, per i contenuti espressi, quanto meno basiti. L’autore non si trova in disaccordo sul prendere atto che la situazione esistenziale giovanile è grave, ed anzi, da esperto e fine conoscitore del mondo interno dei giovani, ne coglie le fragilità psichiche, il loro disorientamento in una società sempre più prestazionale e, ne sottolinea, la debolezza delle istituzioni sociali, famigliari, scolastiche.
Su una cosa però Galimberti, inusitatamente, sembra dissentire e proporre nel contempo una soluzione davvero peregrina: “Non mandiamo i giovani dagli psicologi, ma bensì mandiamoli dai filosofi”. Galimberti conosce bene cosa fa star male un giovane, lui stesso oltre che filosofo è psicoanalista, quindi sa in che cosa consiste una cura. Alla domanda dell’intervistatrice: “Lei consiglierebbe di fare una terapia”, la sua risposta è tranchant: “No. Devono fare consulenza filosofica. In America non si va più dallo psicanalista, vanno tutti dal filosofo”. Alla giusta domanda dell’intervistatrice su cosa sia la consulenza filosofica, l’autore risponde: “Beh, basta informarsi di che cos’è. L’ho importata io in Italia. Quando tu hai male al corpo vai dal medico, quando c’è il mal di passioni, vai dallo psicoanalista. E quando la testa non funziona, dove vai? dal filosofo”.
Davvero imbarazzante, c’è solo da pensare che abbiano tagliato l’intervista o che Galimberti non avesse voglia di rilasciarla. Purtroppo per lui, questa intervista è stata pubblicata e noi ci sentiamo in diritto, ma forse più in dovere, come associazione di psicologi (AUPI), di rivolgergli qualche domanda e fare qualche riflessione.
Cosa induce Galimberti a ritenere sconsigliabile rivolgersi a uno psicologo, intervento quasi nocivo parrebbe, e invece sia molto raccomandabile rivolgersi a un filosofo? Provo a immaginare: quel giovane che passa molte ore chiuso da solo in una stanza, che trascorre molte ore davanti a un PC o al cellulare, connesso con un'altra entità sconosciuta, che dorme più di giorno che di notte, che non frequenta nessun gruppo di amici, che non ha nessuna vita amorosa, che non parla con i propri famigliari, che sta andando male a scuola, che è sempre di umore irritabile o depresso, che trova a difficoltà ad addormentarsi, forse, ma dico forse, per Galimberti non è ammalato (sic). E quindi la lettura di qualche buon classico o la chiacchiera con un buon prof di filosofia sono sufficienti.
Lo so è un colpo basso e non è neanche troppo elegante ciò che sto dicendo. Però spieghi Galimberti perché sia più indicata una consulenza filosofica che non un trattamento psicoterapeutico, efficace, affidabile, validato e condotto da un professionista che si è formato per non meno di dieci anni. E poi sia detto da analista ad analista, sappiamo perfettamente che non è la ragione, la lezione, la lettura, la sola parola che può far breccia, utilmente, nel cuore di un giovane al fine di aiutarlo a interpretare correttamente le vicissitudini della vita e a fargli imparare come affrontarle. “Noi” analisti pensiamo che la cura (qualsiasi cura) funzioni se c’è transfert. Ma eccoci ripiombati nella polemica di prima: è, il consulente filosofo, preparato a fronteggiare, anzi a suscitare, il transfert del suo giovane “cliente”? Siamo certi che il prof Galimberti non confonderà quel disagio giovanile stile -sturm und drang- con ciò che si presenta come un quadro importante di sofferenza psicologica collettiva multifattoriale e con prognosi davvero incerta. E quindi converrà che è dovere di uno Stato sociale, preoccuparsene e garantire tutto quanto è possibile e disponibile. Banalmente, nella logica e nella governance del SSN attuale, dove si collocherebbe questa nuova figura “sanitaria”? E la sua opera come si configurerebbe dentro ai parametri dei nuovi Livelli Essenziali di Assistenza? Oppure lasciamo che sia il cittadino, le famiglie, a sobbarcarsi l’onere (non solo economico) di questa scelta? Di nuovo lasciamo che sia il “privato” a rispondere al bisogno di salute?È evidente che la sua, egregio prof Galimberti, si rivela essere poco più di una provocazione, e questo purtroppo impedisce un vero scambio dialettico. Però su una cosa non si può transigere, e spero che su questo saremo d’accordo. Non si può confondere la gente o illuderla, non si può lanciare il sasso e poi nascondere la mano. Per tali ragioni ci troverà sempre disponibili ad un vero e rispettoso confronto.
Franco Merlini - Segretario Nazionale AUPI
Riceviamo e pubblichiamo al seguente lettera per correttezza e piacere di dare ai nostri lettori tutte le opinioni possibili. Ricordando al Presidente Merlini che l'intervista ad Umberto Galimberti è solo l'ultimo articolo dedicato ai giovani ed alle problematiche dei giovani. Tra questi abbiamo dato in passato spazio a diversi psicologi ed esperti. Ed in ultimo abbiamo ritenuto interessante anche l'opinione, fuori dal coro, del noto filosofo come spunto di discussione.