Lifestyle
February 04 2023
A guardarli insieme sono decisamente splendidi splendenti. Nella notte milanese, dopo una cena insieme, un giro all’Armani Privé, alle 4,30 del mattino (ci vuole un fisico bestiale per arrivarci) Melissa Satta e Matteo Berrettini aprono la porta dell’appartamento di lei. Sipario. Il gossip si scatena: «È l’alba di un nuovo amore», «A Melissa piace il racchettone». Evviva. Magari è l’alba e basta e il tennista e l’ex velina (i calciatori ormai non fanno più tendenza) si sono buttati sfranti su un divano. Che spreco però sarebbe stato. E allora preferiamo pensare che lei, sensuale, bellissima ex moglie di Kevin Prince Boateng, con quello che è il dio greco dello sport italiano abbia fatto di meglio che bere una tisana. I social non aspettavano altro che tirare fuori tutto il consueto livore: «Se l’è preso bello e più giovane di 10 anni», «Sembra sua madre», «Ma non l’avevano vista con il presidente dell’Inter?», «Così si riparla di lei, si becca qualche gettone, per poi sparire di nuovo», «Fuggi da questa opportunista», «Un ragazzo bello e giovane come lui potrebbe ambire a qualcosa di meglio di una vecchia velina passata di calciatore in calciatore». Crudeli. Lei che ci ha fatto vivere una favola quando a 19 anni si mise con Bobo Vieri. Inventarono un genere romantico, che Totti e Ilary hanno cancellato per sempre. Ma Melissa non molla, è una ragazza che crede nella famiglia, come ha sempre dichiarato, e fa una mossa a sorpresa. Cambia sport. Ma il tennis non è il calcio. È uno sport crudele, che arrivi a odiare, come scrive Agassi nel suo Open, libro che Berrettini immaginiamo sappia a memoria. È un gioco dove il meglio lo dai da solo. E siccome l’ultimo Australian Open lo ha, ahimé, perso, il popolo dei social ora si preoccupa (e te pareva, tutti subito coach): «Fai tornare il tennis al centro dei tuoi pensieri, basta gossip, passerelle, ospitate, spot», «Pensa ad allenarti invece di stare dietro a queste pseudo veline che ti rovinano», «Ormai lui sta più nelle pubblicità e alle sfilate che sul campo», «Se inizia a pensare troppo alla gnagna è finito». Confessiamo che «gnagna» non l’avevamo mai sentita per nostra mancanza. Ma il concetto è chiarissimo: per essere i primi bisogna diventare monaci zen, fedeli alla linea come lo furono i CCCP, pronti a evitare gli ostacoli anche quando la vita ti butta qualsiasi cosa tra i piedi, anche il lavello della cucina (cit.). Il ragazzo ci ha fatto sognare a Wimbledon. Dopo, si è mostrato bravo soprattutto a indossare lo smoking. Peccato. Speriamo che la saggia Satta, sicuramente donna di mondo e di esperienza, lo aiuti a ritornare nell’Olimpo dei primi dieci. Insomma, Melissa, tu che credi ancora all’amore, non ce lo prosciugare come ha fatto Andy Murray.