Tasse
January 04 2024
Dall’intelligenza artificiale ai paradisi fiscali. La premier Giorgia Meloni, durante la conferenza stampa di fine anno, ha toccato molti temi economici ricordando anche il lavoro che il governo sta portando avanti sulla riforma fiscale. Il tema è stato sottolineato in merito alla questione delle competitività fiscale internazionale e all’esistenza di paradisi fiscali, anche in Ue. L’Italia, da sola, ovviamente non può combattere i tax havens ma può lavorare, “per rendere la tassazione più competitiva, cerchiamo di farlo con varie misure. Abbiamo varato una riforma fiscale attesa da 50 anni circa", ha precisato la Premier in conferenza.
Da sottolineare che il rendere il fisco italiano più competitivo, cioè il cercare di entrare nel gioco internazionale dell’abbassare sempre più le tasse, non è una soluzione ottimale per l’Italia, semplicemente perché non si riuscirà mai ad essere attrattivi tanto quanto un paradiso fiscale che ha una tassazione molto vicino allo 0%. Discorso diverso quello invece di voler semplificare un sistema fiscale oltremodo complicato, rendendolo più snello e attrattivo anche in tema di investimenti.
Tornando alla fiscalità internazionale, un passaggio interessante è invece stato quello di voler cercare di affrontare seriamente il tema dei paradisi fiscali, dopo le elezioni europee, a livello Ue dato che “c’è una diversità che produce obiettivamente un problema di privilegi e discriminazioni. Dobbiamo lavorare perché le regole valgano per tutti e non ci sono nazioni che lavorano per drenare gettito da altre nazioni della Ue”, sottolinea Meloni. Tema che in questi anni l’Unione europea ha fatto finta di affrontare, pensiamo alle varie liste nere e grigie, che poi hanno portato ad un nulla di fatto. Il problema principale è che l’Ue ha sempre negato di avere al suo interno dei paradisi fiscali (Olanda, Malta, Cipro, etc) e dunque non ha mai modificato la sua normativa per correggere questi comportamenti fiscali scorretti.
Taglio delle tasse
La legge di Bilancio 2024 ha visto la conferma del taglio al cuneo fiscale, per i lavoratori che hanno un reddito fino a 35.000 euro di sei punti percentuale e di sette per i redditi fino a 25.000 euro. La misura deve essere letta insieme alla revisione degli scaglioni Irpef che prevede l’accorpamento dei primi due. E dunque, per i redditi fino a 28.000 l’aliquota fiscale sarà del 23%, dai 28.001 ai 50.000 euro si passerà al 35% e oltre i 50.000 euro si avrà una tassazione del 43%. Il vantaggio maggiore viene dunque concesso ai redditi medio bassi, fino a 28.000, dato che con la precedente suddivisione, l’Irpef era pari al 25%. Con l’attuale modifica l’aliquota si abbassa invece di due punti percentuali. Meno bene invece per i redditi medio- alti dato che, a fronte di un tassazione invariata, hanno meno tax expenditure. Il governo ha infatti introdotto una franchigia di 260 euro per il 2024 per le detrazioni del 19% (escluse le spese mediche). Partendo da queste misure Meloni ha spiegato che vorrebbe riconfermare anche per l’anno prossimo e “se riesco addirittura migliorarle, lo valuteremo nel corso dell’anno”, anche in base all’andamento della crescita: "Non sappiamo quali saranno gli sviluppi dell'economia quest'anno, la crescita stimata comunque è superiore alla media Ue".
Intelligenza artificiale
In apertura di conferenza la Premier si è concentrata sul tema dell’intelligenza artificiale e sulle sue implicazioni sul mercato del lavoro. E’ una materia che, “questo governo porterà tra le questioni prioritarie della presidenza del G7. Sono particolarmente preoccupata dall'impatto dell'intelligenza artificiale su vari livelli e particolarmente sul tema del mercato del lavoro", precisa Meloni che aggiunge anche come fino ad oggi siamo stati abituati a vivere in un mondo "in cui il progresso lavorava per ottimizzare le competenze umane, oggi ci troviamo di fronte a una rivoluzione in cui è l'intelletto potrebbe essere sostituito. Rischiamo un impatto devastante in cui avremo un mercato del lavoro che vedrà sempre meno persone necessarie". Tecnologia che continua il suo percorso, forse anche troppo velocemente: "Non so se siamo ancora in tempo, sono decisioni che vanno prese a livello globale ma organizzeremo un focus molto preciso sul tema dell' intelligenza artificiale al G7 e prima del G7 di giugno sto lavorando a una materia specifica sul tema dell'intelligenza artificiale sul mercato del lavoro".
Mancata ratifica Mes
Sulla correlazione Mes e Patto di stabilità la Premier sottolinea come le due misure non vanno lette in correlazione, l’una all’altra. In merito all’accordo trovato in Ue sul patto di Stabilità, prima di Natale, Meloni dichiara di essere “soddisfatta”, "a condizioni date", "chiaramente non è il Patto che avrei voluto io", ma "quello che emerge è che in Europa non c’è questo superiore interesse comune ma si cerca una sintesi". In sostanza, ogni paese membro pensa ai propri interessi, perdendo, ogni volta, la visione di insieme. Sul Mes, Meloni, spiega invece come questo è stato bocciato perché non c’è mai stata una maggioranza per approvarlo in Parlamento: “l'ex governo Conte ha sottoscritto la modifica di un trattato quando sapeva che non c'era una maggioranza in Parlamento per approvarlo e questo ha messo l’Italia in una posizione di difficoltà", sottolinea la Premier che aggiunge anche che se “vogliamo guardare il bicchiere mezzo pieno, forse la mancata ratifica della modifica del trattato da parte dell'Italia può diventare un'occasione per trasformare questo strumento in qualcosa che possa essere più efficace di quello che è oggi".
Banche: tassa sugli extra profitti
Sulla questione non sono mancate stoccate ai vari partiti di opposizione, da parte della Meloni che durante la conferenza ha voluto ricordare come “mi fa sorridere che i primi a criticare il primo governo che ha avuto il coraggio di fare una tassazione delle banche siano quelli che alle banche hanno fatto regali miliardari: il Pd, il M5s che è stato cintura nera degli aiuti alle banche, con 5 miliardi per trasformare i prestiti delle banche in prestiti allo stato italiano, l'obbligo dei Pos con le commissioni, scaricate sulle imprese, il superbonus e i crediti acquistati dalle banche con gli sconti". La tassa sugli extra profitti nasce perché, spiega la Premier, si è registrata una differenza tra i tassi di interesse per i mutui e quelli dei depositi e dei conti correnti. La differenza è stata oggetto della tassazione per il 40% e, in sede di conversione è poi stata aggiunta la possibilità di accantonare un importo pari a due volte e mezzo l'ammontare della tassazione in una riserva non distribuibile, nel caso in cui si optasse per il non versamento immediato della tassazione.
Poste e Ferrovie: al via le privatizzazioni?
In merito alle privatizzazioni "nella Nadef abbiamo stabilito l'obiettivo di 20 miliardi di privatizzazioni nel triennio 2024-2026", ma "l'impostazione di questo governo è lontana anni luce da quello che abbiamo visto accadere in passato", sottolinea Meloni, aggiungendo: “La mia idea è ridurre la presenza dello Stato dove non è necessaria e riaffermare la presenza dello Stato dove invece è strategica. Questo chiaramente riguarda il tema della riduzione delle quote di partecipazione statale che non riduce il controllo pubblico, per esempio potrebbe essere il caso di Poste, oppure con l'entrata di privati con quote minoritarie, come in Ferrovie. Ovviamente questo richiede una serie di passaggi piuttosto lunghi con una tempistica che non dipende da me”. Infine, Meloni si è anche soffermata su Mps sottolineando di aver “dato un segnale”. “Con la nostra iniziativa parte delle risorse sono rientrate. Lo Stato deve controllare ciò che è strategico ma ciò comporta aprirsi anche al mercato".