Tasse
March 08 2021
Negli Stati Uniti, è un'iniziativa ormai storica, specie nell'area repubblicana. Ne è promotore Americans for tax reform (www.atr.org), il think tank guidato dal guru antitasse Grover Norquist.
Qui in Italia tenta qualcosa di analogo Mercatus (www.istitutomercatus.it), il neonato centro studi promosso da Daniele Capezzone (firma della Verità), con Barbara Boschetti (ordinario di Diritto amministrativo presso l'Università Cattolica di Milano), Gabriele Fava (avvocato giuslavorista e presidente dell'Osservatorio sulle risorse pubbliche della Corte dei Conti), Lorenzo Montanari (vicepresidente per gli International Affairs di Americans for Tax Reform) e Federico Punzi (direttore di Atlantico).
La prima iniziativa dell'istituto è dunque un appello antitasse, semplice ed essenziale: "Io sottoscritto/a…eletto/a presso…(oppure candidato/a a…) mi impegno a non votare provvedimenti e norme che comportino aumenti di imposte, tasse e tributi".
L'appello si rivolge in prima battuta ai parlamentari in carica, e poi ai candidati ad ogni elezione, di qualunque ordine e grado.
Si dirà: è perfino troppo poco in un paese dove servirebbe uno choc fiscale. E infatti Mercatus incoraggia un ulteriore impegno a promuovere a livello nazionale consistenti riduzioni di imposizione fiscale e tributaria, e a tendere a livello regionale e locale all'azzeramento nel tempo delle imposizioni addizionali.
Ma intanto si parte da un punto fermo, a cui i firmatari dell'appello si auto-obbligheranno: nessun aumento di nessun tipo di imposizione.
In Italia, un tentativo analogo fu avviato dal movimento Tea Party nel 2013. Mercatus lo rilancia e lo estende, promettendo di vigilare sul rispetto dell'impegno da parte dei firmatari.
Il soggetto che propone l'iniziativa è un istituto di cultura, ricerca e formazione che nasce oggi, e si chiama - significativamente - Mercatus. Gli obiettivi illustrati sul sito www.istitutomercatus.itsono la promozione e l'elaborazione di idee e proposte fondate sui principi di libertà, mercato, concorrenza, tutela della proprietà e del risparmio, libera intrapresa, libera ricerca, riduzione dell'ingerenza pubblica nella vita dei cittadini, delle famiglie e delle imprese, federalismo, oltre che una salda collocazione anche culturale dell'Italia nell'alveo dell'atlantismo, dell'Occidente, della migliore tradizione della libertà, della democrazia, dello stato di diritto, della promozione dei diritti umani.
Da segnalare sul sito un recupero prezioso: alcune pagine di Luigi Einaudi in cui, per spiegare cosa sia il mercato in generale, l'economista liberale, poi divenuto Presidente della Repubblica, parte proprio dal racconto di uno specifico e concreto mercato, di una fiera, con l'incontro tra compratori e venditori e il libero incrocio tra domanda e offerta. Un modo per ricordare che le forze del mercato funzionano spesso assai bene, senza troppe interferenze della mano pubblica.