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May 29 2017
Le dichiarazioni di Angela Merkel al comizio in Baviera di domenica 29 maggio, hanno dato una bella scossa all’idea della politica estera in Europa.
In breve e per andare al sodo, la cancelliera tedesca dice che dopo un paio di incontri con Donald Trump ha capito che è finita l’epoca avviata dopo la seconda guerra mondiale nell’alleanza fra l’Europa e gli Stati Uniti.
Non possiamo più contare sulla garanzia americana per la protezione e la sicurezza: “Noi europei dobbiamo prendere il futuro nelle nostre mani”.
La Brexit e l’elezione di Donald Trump hanno diviso l’alleanza atlantica, ha spiegato Merkel. Faremo di tutto per restare in buoni rapporti con gli Stati Uniti e la Gran Bretagna, ma dobbiamo lottare per assicurarci il nostro futuro.
La Francia di Macron, secondo la cancelliera, avrà un ruolo importante, insieme alla Germania, in questa assunzione di nuove responsabilità nell’alleanza europea.
In fondo, Trump lo dice dalla campagna elettorale, e l’ha ribadito negli incontri con i partner Nato la scorsa settimana a Bruxelles: l’Europa deve pagarsi la propria difesa.
Merkel, ha preso atto e scommette su questa necessità per dare forza e slancio e nuove motivazioni al senso dell’Unione europea, anche in termini di difesa.
A Bruxelles, giovedì 25 maggio, Trump non ha detto nulla a difesa dell’articolo 5 del trattato della Nato, quello che ha la clausola della mutua difesa fra i membri dell’alleanza. Ha invece ribadito che non è giusto che solo gli Stati Uniti spendano quanto stabilito dal patto per la difesa (ironia involontaria di Trump: la clausola della mutua difesa è stata attivata finora solo a sostegno degli Usa, dopo gli attentati di New York dell’11 settembre).
Probabilmente per stemperare la tensione, il Consigliere per la sicurezza nazionale Usa, HR McMaster, ha comunque detto, scrive il Financial Times, che "è un dato di fatto che gli Stati Uniti sostengono in modo fermo l'impegno previsto dall'articolo 5".
In aggiunta, vari media hanno riportato le dichiarazioni di Trump a proposito delle politiche commerciali della Germania (soprattutto per quanto riguarda la vendita di auto negli Stati Uniti): “i tedeschi sono cattivi, molto cattivi”. Dichiarazione che indica tutta la distanza fra la cultura protezionista dell'amministrazione Trump e il liberismo commerciale della Germania e - con diverse sfumature - dell'Europa (e della Cina).
Come si stanno chiedendo alcuni commentatori, non è detto che tutto ciò sia una buona notizia per la Russia.
Perché da una parte questa divisione nella storica alleanza atlantica rende la Russia più forte e apparentemente ne agevola una certa politica prepotente e muscolare verso i confini occidentali.
Dall’altra però la determinazione degli europei, specialmente della Germania, potrebbe rendere più compatto e determinato il fronte che Putin si trova davanti. Senza contare che l’Europa, trascinata dalla Germania, avrebbe anche le risorse economiche per assicurarsi strategicamente e militarmente da sola.
Per rendere meglio il contesto dell'allontanamento di Trump dall'Europa, alla questione Nato, vanno aggiunte le considerazioni sulle scelte imminenti del presidente sugli accordi di Parigi - che gli Usa intendono abbandonare - e sull'asse con i sauditi (e Israele), che rischia di isolare ulteriormente l'Iran e di suggerire un conflitto con gli sciiti, questione sulla quale gli europei cercano invece di mantenersi in equilibrio fra i due mondi dell'Islam.