Calcio
November 27 2022
C'è una ragione profonda per cui un po' tutti, in particolare noi che non abbiamo una nazionale che ci rappresenti, facciamo il tifo per l'Argentina: vogliamo che Leo Messi rimanga dentro questo Mondiale il più a lungo possibile, consapevoli che si tratta dell'ultimo e che in ogni momento ci può essere l'ultimo ballo di un fuoriclasse straordinario ma mai premiato nel torneo più importante. Messi non si è smentito nemmeno nella serata della paura, con la sua Argentina spalle al muro contro il Messico: ha segnato, ha vinto, ha gioito e ha nascosto le pecche di una squadra che ha perso tutte le certezze. Mercoledì si gioca il passaggio contro la Polonia, potrebbe bastare un pareggio ma attenzione all'incrocio eventuale da brividi con la Francia: crudele. Troppo.
Mbappé è l'altra faccia di un Mondiale a caccia di maschio Alpha. Doppietta contro la Danimarca quasi in scioltezza e qualificazione già sicura, unica tra le 32 iscritte per il momento. Deschamps è uno sfortunato di talento perché ha pescato Theo Hernandez dalla panchina per sostituire il fratello Lucas (chissà perché considerato migliore) e perché le mamme francesi hanno sfornato talento in quantità industriale tanto da sopperire ad assenze che avrebbero ucciso chiunque.
A proposito di Francia: il passaggio dl turno deve aver fatto cambiare idea al presidente Macron sull'assegnazione del Mondiale al Qatar, improvvisamente diventato "un segno dei cambiamenti tangibili in atto". Tweet scritto anche in arabo perché fosse chiaro a tutti. Il fronte del 'No' si è incrinato per la gioia di Gianni Infantino che ha vissuto una giornata più serena di quelle che l'hanno preceduta anche se oggi tornano in campo i tedeschi che sono i suoi più fieri oppositori.
This football World Cup, the first organized in an Arab country, is a sign of tangible changes underway. Qatar is headed in this direction. It must continue, and it can count on our support.
— Emmanuel Macron (@EmmanuelMacron) November 26, 2022
Germania contro Spagna è una partita senza domani per entrambe. Il pareggio sancirebbe la quasi certa eliminazione dei panzer, come evidentemente la sconfitta, mentre una vittoria sui giovani talenti di Luis Enrique rimanderebbe ogni verdetto agli ultimi 90 minuti senza alcuna certezza che 6 punti possano essere sufficienti a passare. E con la Germania comunque in posizione di debolezza estrema se il Giappone avrà fatto all'ora di pranzo il suo dovere con la Costarica. Stranezze di un Mondiale in cui anche i criteri in caso di arrivo a pari punti fanno discutere, ma del resto la Fifa si era già inventata lo spareggio europeo di sola andata con il vantaggio di giocarlo in casa affidato a un sorteggio. Noi saremmo dovuti andare in Portogallo, poi ci ha pensato la Macedonia del Nord a togliere ogni dubbio ma lo sconcio resta.