Musica
November 30 2017
Thriller di Michael Jackson, pubblicato il 30 novembre del 1982, 36 anni fa, non è stato semplicemente un disco che contiene alcune delle sue canzoni più amate, ma un fenomeno culturale così radicato nell’immaginario collettivo da non avere altri termini di paragone, con oltre 100 milioni di copie vendute, record assoluto di tutti i tempi (anche se alcuni sostengono che in realtà siano 66 milioni, ma il risultato non cambia).
Un altro record di Thriller, meno conosciuto, è quello della videocassetta più venduta di sempre, Michael Jackson: The Making of Thriller, con oltre 9 milioni di copie.
Nel 2008 Thriller è stato incluso nella Biblioteca del Congresso americano come "Tesoro Nazionale" e il disco si è piazzato al ventesimo posto nella classifica della rivista "Rolling Stone" sui 500 migliori album di tutti i tempi.
Il 17 febbraio del 2017 l’album è stato ufficializzato dalla Recording Industry Association of America (RIAA) come vincitore di 33 dischi di platino nei soli Usa che, tradotto in termini numerici, equivale a 33 milioni di copie vendute.
Un risultato che non era mai stato raggiunto da nessun altro artista, almeno fino allo scorso agosto, quando gli Eagles ne hanno superato le vendite (ma solo in Usa) con il loro Their Greatest Hits 1971-1975 che, grazie ai nuovi meccanismi RIAA che tengono conto anche degli streaming e dei download digitali, ha raggiunto i 38 dischi di platino.
Una raccolta, quindi: come album di inediti, Thriller resta saldamente primo negli Stati Uniti, oltre che nel mondo.
In totale, Thriller ha ricevuto 101 dischi di platino, 17 dischi di diamante, 8 dischi d'oro e 8 Grammy Awards, raggiungendo la posizione numero uno in oltre 20 Paesi, tra cui l'Italia.
Ma qual è il motivo di questo incredibile successo, di molto superiore al precedente Off the wall, forse il miglior lavoro solista di Jackson?
L'album ha coniugato in modo assolutamente originale funk, rock, soul, r&b e gospel, dando vita a un mix di atmosfere e di colori del tutto inedito.
Così come Elvis Presley aveva traghettato il rythm & blues presso un pubblico bianco, così Thriller ha portato il funk e il soul al di fuori delle classifiche riservate alla musica nera, rendendo il suo messaggio universale e abbattendo per la prima volta dei fastidiosi steccati culturali, allora molto solidi.
Basti pensare che Billie Jean è stato il primo video di un artista nero trasmesso da Mtv.
L'inizio dell’album è folgorante, con il contagioso afro-funk di Wanna Be Startin' Somethin', brano composto originariamente per Off the wall, di cui è indimenticabile la coda finale a base di handclapping, percussioni, voci e fiati, con il sax di Manu Dibango che emerge dal complesso mosaico sonoro.
Il finale di Wanna Be Startin' Somethin'è stato incautamente ripreso da Rihanna nella trascurabile Don't stop the music del 2007, un brano che non rende certo giustizia all'originale di Jackson.
L'eccezionalità di Thriller è che ogni brano è potenzialmente un singolo, come la meno conosciuta Baby be mine, scritta da Rod Temperton (autore del capolavoro Rock with you nel precedente Off the wall), brano wonderiano che attualizza il sound della Motown grazie agli straordinari arrangiamenti di Quincy Jones.
Baby be mine, come tutte le grandi canzoni, suona ancora oggi modernissima, tanto che Bruno Mars si è apertamante "ispirato" ad essa nella sua Chunky, uno dei vertici del suo album 24K Magic.
La canzone, piaciona e non originalissima, è perfetta per far breccia presso il pubblico bianco, ma le interpretazioni vocali di Jackson e di Paul McCartney (un duetto che sarà riproposto in Say Say Say dell’1983), e i loro buffi scambi verbali su una ragazza contesa, sono da antologia.
La title track, che originariamente si sarebbe dovuta chiamare Midnight man o Starlight, suona epica e drammatica allo stesso tempo, sorretta da un basso persistente, da una solida chitarra funky e da spettrali tastiere.
Il video della canzone, il più famoso e celebrato di sempre, è un vero e proprio film dell’orrore, pur se stemperato da una buona dose di ironia, della durata di quasi quattordici minuti, girato dallo specialista John Landis.
Il cortometraggio è considerato una pietra miliare del ventesimo secolo, non solo in campo artistico, ma anche per ciò che riguarda la cultura pop.
"Lavorare con Michael all'epoca fu esaltante - ha dichiarato Landis al giornalista Joseph Vogel- perché era al suo apice. Era come lavorare con i Beatles al culmine della Beatlemania o qualcosa del genere. Stare con lui era qualcosa di straordinario, era famoso in un modo assurdo. Dicevo sempre che era come stare con Gesù, perché ogni volta che lo vedeva, le gente impazziva".
Il plot del video è semplice, ma efficace: un giovane Michael, in un'atmosfera tipicamente Anni Cinquanta, va al cinema con la sua ragazza, la splendida Ola Ray, e le confessa di essere diverso dagli altri, cioè un lupo mannaro.
"Jackson mi disse che amava Un lupo mannaro americano a Londra e mi fece domande sulla metamorfosi da uomo a lupo -ha dichiarato Landis al "Corriere della Sera"- Era affascinato dagli effetti speciali creati dal truccatore Rick Baker. In definitiva, voleva diventare un mostro".
Il videoclip è una parodia dei film horror ma, dietro la facciata del puro intrattenimento, insinua domande tutt'altro che banali sull'identità, sulla diversità e sulla pirandelliana sovrapposizione di finzione e realtà.
Michael è sempre stato entusiasta del video di Thriller: "Mi piace tantissimo - ha dichiarato in un'intervista del 1983- Ti fa evadere dalla realtà, è divertente. Diventare qualcos'altro, un'altra persona, è un'esperienza fantastica, soprattutto quando ci credi davvero e non è come se stessi recitando".
Indimenticabile anche l’inquietante parte vocale recitata da Vincent Price, che Michael conosceva fin da piccolo, pagato con un forfait di 20.000 dollari (ma probabilmente avrebbe preferito una percentuale sugli incassi-monstre della canzone), così come la coreografia, una delle più iconiche e imitate di sempre nelle scuole di danza moderna, grazie anche allo straordinario trucco del premio Oscar Rick Baker.
Se c’è una canzone che rappresenta tutte le doti, le contraddizioni e la genialità di Michael Jackson, quella è Billie Jean.
Il brano venne eseguito per la prima volta in pubblico il 25 marzo 1983 al Pasadena Civic Auditorium, in occasione dei 25 anni della storica etichetta Motown, la più importante della storia della musica nera.Durante l’evento Jackson eseguì per la prima volta il leggendario moonwalk, il passo della luna.
Il giro di basso è uno dei più famosi di sempre insieme ad Another one bites the dust dei Queen e Staying alive dei Bee Gees. E poco importa se Billie Jean racconta una travagliata relazione di Jackson con una fan-stalker, che sosteneva di essere stata messa incinta da lui: la cosa migliore, sembra suggerire indirettamente il brano, è ballarci sopra.
Gli steccati tra rock bianco e musica nera sono definitivamente caduti grazie a Beat it, che rende riduttiva la definizione di Re del Pop per un artista ricco di influenze musicali eterogenee.
C’è chi lo definì “rock nero”, altri “dance metal”. Tutti sono concordi nel trovarlo un capolavoro, che ha aperto strade fino ad allora inimmaginabili per il pop.
Il riff di chitarra, unito all’indimenticabile assolo di Eddie Van Halen, rendono Beat it il brano di Jackson più amato dagli appassionati di rock.
Il secondo album più venduto e premiato del 1982 èstato Toto IV deimai troppo lodati Toto, grandi protagonisti del successo di Thriller: la chitarra ritmica e il basso di Beat it sono suonati da Steve Lukather, mentre l'emozionante Human nature è stata composta da Steve Porcaro.
Un gioiello di pura musicalità, dalle atmosfere magiche e rilassate, tanto da essere coverizzato qualche anno dopo dal geniale Miles Davis.
Anche per P.Y.T.(Pretty Young Thing) vale lo stesso discorso fatto in precedenza per Baby be mine: pur non essendo uno dei brani più famosi di Thriller, è comunque un grande pezzo, fresco e gioioso, che ammoderna il soul degli anni Sessanta grazie alla sapiente mano di Quincy Jones, il re dei produttori.
L'album si chiude con la morbida e sensuale The lady in my life, la canzone che ogni donna vorebbe sentirsi dedicata, ennesimo gioiello uscito dalla penna del compianto Rod Temperton e altra clamorosa interpretazione vocale di Michael.
Si tende a non prestare mai abbastanza attenzione alla straordinarietà della sua voce: Jackson è stato un acuto tenore con un'estensione di 3 ottave e mezza, che passava dal Mi basso al Sol e dal La bemolle al Do acuto.
Molte persone pensano si tratti di falsetto, ma non lo è, il che è, vocalmente, un fatto più unico che raro.
C’è uno struggimento e una verità nella voce di Michael Jackson che la rende unica, riconoscibile tra mille altre e inimitabile.
Curioso come dalla versione definitiva di Thriller siano rimasti eslcusi due brani del valore di Carousel e Someone in the dark, pubblicati nel 2001 come bonus tracks dell'imperdibile special edition dell'album, due canzoni per le quali oggi Justin Timberlake e Bruno Mars darebbero un rene.
In conclusione, è impossibile cercare, tra i 9 brani di Thriller, una canzone trascurabile o poco ispirata: non c’è.
Si dice che la perfezione non appartenga a questo mondo, ma qui, almeno per quanto riguarda la musica, ci si è davvero avvicinati.