Televisione
January 11 2019
La rivincita dell’outsider. È Michele Cannistraro il vincitore della prima edizione diMasterChef All Stars: entrato certamente tra i non favoriti del torneo che vedeva impegnati 16 tra i migliori concorrenti di MasterChef Italia, ha ribaltato ogni pronostico e battuto nell’ultima puntata – quella del 10 gennaio – Simone Finetti e la vincitrice in pectore della vigilia, Rubina Rovini. “Ma per me lei non meritava nemmeno la finale”, attacca “il Cannibale”, questo il suo soprannome, raccontando a Panorama.itcome ha fatto ad arrivare in cima al podio.
Michele, dopo la proclamazione, hai definitivo la tua vittoria una rivincita. Perché?
Perché sono tornato a MasterChef dopo aver partecipato alla terza edizione- - per dimostrare a tutti chi ero e che cosa sono diventato: il mio obiettivo era battere i migliori e ci sono riuscito. E pensare che Almo, nella prima puntata, ha detto che non meritavo nemmeno la vittoria.
Qual è il segreto del tuo primo posto?
La capacità di concentrazione. I momenti di stress li reggo bene, come si è visto nella finale, ed è anche merito dei vent’anni di gare motociclistiche che ho alle spalle.
Quanto ha contato la strategia?
Molto. In qualche modo non ho fatto vedere sin dall’inizio le mie carte: ho giocato d’astuzia e le ho mostrate solo alla fine. Sono abituato a venire fuori un po’ alla volta nelle sfide e magari vincere all’ultimo giro.
Sui social non tutti hanno gradito la tua vittoria: tu hai utilizzato la pasta secca, i tuoi avversari caviale di lumaca; tu hai cucinato la bistecca, gli altri si cimentavano in preparazioni ardite.
Tutto il mio menù era volutamente realizzato con ingredienti poveri mentre gli altri hanno utilizzato foglie d’oro, caviale, quaglie e via dicendo. Ma bisogna essere molto bravi a scegliere degli ingredienti apparentemente poveri e fare un grande piatto.
Gli ex concorrenti, dalla balconata, non ti hanno affatto sostenuto. Come mai?
Forse perché hanno legato di più tra di loro Io sono l’unico che si era staccato dal gruppo.
A parte Maurizio Rosazza, tifavano tutti per Rubina e Simone. Ti sei domandato il perché?
Ho fatto la mia strada in solitaria. Al residence e nei momenti di paura mi sono staccato da tutti, perché mi volevo concentrare. Tutto qui.
Di Rubina e Simone cosa ne pensi?
Rubina per me non merita nemmeno la finale. Si è tagliata e si è fatta male più volte: era maldestra e non mi sembrava molto pratica, pur avendo delle buone idee. Avrei preferito sfidarmi con Maradona Youssef. Simone è valido, anche se è molto cocciuto. In generale il livello era molto alto: siamo entrati dilettanti allo sbaraglio e ne siamo usciti dei professionisti.
Eppure super favoriti come Alida non sono nemmeno arrivati in finale. Perché?
Perché i giudici non hanno tenuto conto del personaggio, ma della tecnica e della capacità di reggere lo stress: è andato a casa chi ha fatto errori. Poi io credevo che Almo e Alida sarebbero andati più avanti nel gioco.
A proposito di giudici: della new entry Giorgio Locatelli, che hai conosciuto in finale, che idea ti sei fatto?
È un figo pazzesco, ha un modo di fare molto affascinante. E poi è molto tecnico: un piatto lo assaggia, lo gusta e dice cose sensate.
Hai cambiato vita e dai cantieri sei passato alle cucine. Ora qual è il tuo prossimo obiettivo?
Voglio crescere tecnicamente, perché ho studiato poco, e ampliare il mio servizio di catering, firmare i menù di alcuni ristoranti e continuare con il mio atelier di cucina. Non voglio chiudermi nella cucina di un ristorante. E poi voglio continuare a correre in moto: anche quest’anno disputerò il campionato.
E sul fronte tv?
Stiamo valutando: mi piacerebbe fare un programma di moto e food. Ma per ora mi godo la vittoria e sono felice che i 100 mila euro in palio siano interamente devoluti a Liberamensa, l’associazione che offre opportunità di reintegro ai detenuti del carcere di Torino attraverso la formazione e il lavoro.