Musica
July 26 2023
Chi ha assistito, negli ultimi anni, a un concerto dei Rolling Stones, sa perfettamente che la band inglese, nonostante la recente scomparsa dello storico batterista Charlie Watts, è ancora una gioiosa macchina da guerra del rock, in grado di entusiasmare e accendere platee di ogni età con le loro canzoni dirette e senza fronzoli, suonate con la sapienza dei veterani e con l'energia di un gruppo di esordienti. Assistere a un live degli Stones è, a tutti gli effetti, una lezione di storia del rock, di cui incarnano l'essenza più profonda: riff di chitarra al fulmicotone, energia, divertimento e melodie immortali. Merito soprattutto di un cantante straordinario come Mick Jagger, che oggi taglia il traguardo degli 80 anni, ancora in grado di cantare, correre, sculettare, mandare baci e incitare la folla dal palco esattamente come nei gloriosi anni Sessanta, confermandosi uno dei più grandi frontman di tutti i tempi, di sicuro il più longevo e carismatico. Accanto alla fortunatissima carriera con gli Stones, Jagger ha pubblicato quattro album solisti e ha partecipato ad alcune colonne sonore, con canzoni che mettono in luce l’ampia tavolozza artistica che ha successivamente influenzato innumerevoli frontman rock. Vediamo insieme, per festeggiare gli 80 anni del grande frontman, i suoi 10 brani solisti più belli, in ordine rigorosamente cronologico.
Memo from Turner (1970)
Questa canzone, tratta dalla colonna sonora del film Sadismo, nel quale Mick Jagger e James Fox hanno recitato in veste di protagonisti, è stata composta a quattro mani insieme al “gemello” Keith Richards, molti anni prima che il frontman decidesse di intraprendere una carriera solista.
State of Shock (1984)
Jagger ha prestato la sua voce nel singolo State Of Shock dei Jacksons, anche se originariamente il brano era destinato a Freddie Mercury: «Michael mi chiamò e mi disse: ‘Voglio finire la canzone e metterla nell’album dei Jacksons’», ha spiegato Mercury. «Gli risposi: non posso raggiungerti perché sono a Monaco. E lui mi chiese: ‘Per te va bene se la fa Mick?’. Così gli dissi: ‘Va bene, una canzone è una canzone. Finché la nostra amicizia continua, possiamo scrivere qualunque canzone’». Il risultato, nonostante il duetto tra due dei più importanti cantanti di sempre, non fu, però, all’altezza delle aspettative.
Just another night (1985)
L’album She’s The Boss del 1985 inaugurò ufficialmente la sua carriera da solista. Registrato ai Compass Point Studios alle Bahamas e prodotto da Mick con Bill Laswell e Nile Rodgers, il disco fu trascinato dal singolo di gran successo Just Another Night, arrivato al primo posto della classifica rock di Billboard, grazie anche alla chitarra senza confini di Jeff Beck. Jagger la eseguì anche in mondovisione al Live Aid del 1985.
Let’s work (1987)
Il secondo disco del frontman degli Stones, Primitive Cool, venne inciso in Olanda e alle Barbados nel 1987, coprodotto dall’artista con Keith Diamond e David A. Stewart. Memorabile il singolo Let’s Work, un invito a lavorare e a non arrendersi mai con atmosfere decisamente pop, accompagnato da un video cult in cui Jagger correva lungo una strada con diversi gruppi di lavoratori che lo seguivano. Un po' cringe, ma tipicamente anni Ottanta.
Wired all night (1993)
Il terzo disco solista del cantante degli Stones, Wandering Spirit del 1993, è co-prodotto dal frontman insieme al guru del rap rock Rick Rubin. L’album, stampato in doppio LP, contiene brani con una grande ricchezza di stili, in particolare l’irresistibile Wired All Night, che esplora le radici country, soul e funk di Jagger.
Hide Away (2001)
Anche nel terzo millennio, con l’album Goddess in the Doorway, Jagger ha dimostrato la sua capacità di spaziare tra i generi e di essere sempre attento alle nuove sonorità. Un brano emblematico della sua capacità di rinnovamento è Hide Away, composto insieme a Wyclef Jean dei Fugees, con il suo groove vivace, influenzato dal reggae e dall'hip-hop. La canzone, autobiografica, racconta la storia di un uomo che ha raggiunto tutto a livello materiale, ma è abbastanza saggio da sapere che c'è qualcosa di più importante là fuori ad aspettarlo
Joy (2001)
Uno degli episodi più fortunati dell’album Goddess in the Doorway è sicuramente Joy, una canzone scritta da Mick Jagger e Bono degli U2, con Pete Townshend alla chitarra: un vero e proprio dream team del rock. Joy, grazie anche ai nomi in campo, è diventato uno dei brani più amati della produzione solista di Jagger.
Old Habits Die Hard (2004)
Scritta dallo stesso Jagger e musicata da David A. Stewart (Eurythmics), la canzone fa parte della colonna sonora del film del 2004 Alfie. All'interno dell’album sono presenti anche altre due versioni di Old Habits Die Hard: una breve versione strumentale e una bonus track cantata da Jagger in duetto con Sheryl Crow. La canzone ha ottenuto diversi riconoscimenti, il più importante dei quali è stato il Golden Globe per la migliore canzone originale.
Gotta Get A Grip (2017)
La canzone, il cui titolo potrebbe essere tradotto letteralmente in “bisogna ritornare in sé”, è un invito rivolto ai politici “lunatici e clown” che guidano il mondo e che lo stanno portando inesorabilmente allo sfacelo. Gotta get a grip sembra quasi un brano rap rock alla Red Hot Chili Peppers, nel quale Jagger canta con un simil rap e suona anche la chitarra elettrica.
Strange game (2022)
L’ultimo brano solista di Mick Jagger, Strange game, è nato dalla collaborazione con il compositore di colonne sonore Daniel Pemberton per la cupa serie di spionaggio Slow horses di Apple TV. «Un giorno ho ricevuto un’email da un ragazzo che non conoscevo: Daniel Pemberton», ha dichiarato Jagger. «Ne avevo sentito parlare, perché ha fatto un sacco di musica per serie televisive e film, è inglese e ha ricevuto molti riconoscimenti oltre che premi e nomination. Lui mi ha chiesto se mi interessasse lavorare insieme su un tema musicale per una serie tv. E io sono sempre pronto per fare qualcosa di diverso».