Politica
January 08 2024
Il diario politico delle vacanze di Natale mostra un deprimente iato tra la realtà della vita quotidiana delle famiglie e il dibattito politico mediatico. Di cosa si è parlato nelle ultime due settimane nelle pagine politiche? Il pandoro e le uova di Chiara Ferragni; un colpo partito forse dalla pistola di un incauto deputato di Fratelli d’Italia; il rigetto del Mes, un trattato sconosciuto a larghissima parte degli italiani; una inchiesta giudiziaria che forse lambisce Matteo Salvini; domande politiciste alla conferenza stampa di fine anno del presidente del consiglio la quale si è ben districata di fronte a tanta mediocrità; eccitazione per un confronto televisivo futuro tra Meloni e Schlein; solita esegesi cervellotica delle parole di Mattarella. Non un dibattito sulla politica industriale, il debito pubblico, l’immigrazione, l’energia, le guerre. Tutto passa in secondo piano mangiato da episodi piccoli, scandaletti e chiacchiericcio che interessano a quelle poche migliaia di persone che vivono di politica e dintorni.
Molti giornalisti pretendono addirittura di sostituirsi all’opposizione, divisa e in scarsa forma, ma franando su argomenti che non interessano quasi a nessuno. E di fatti quasi tutte le testate giornalistiche perdono copie a più non posso, ma più scende l’influenza della stampa e più le redazioni si chiudono nel loro mondo di intrighi e piccole fazioni.
A riportare tutti sulla terra arrivano i sondaggi.
SWG ci racconta con una indagine delle preoccupazioni degli italiani: sicurezza, immigrazione, inflazione. Questa è la realtà che riguarda 59 milioni di cittadini, mentre il mezzo milione dedito in vari modi alla politica si dedica alle bazzecole. C’è poi chi si domanda ancora perché vinca una destra un po’ così, inesperta, provinciale e a tratti pasticciona. Il motivo appare piuttosto evidente e cioè, a volte bene e altre meno, la maggioranza risponde a queste preoccupazioni di vita degli italiani mentre gran parte dei media e delle opposizioni si impegnano per alimentare la propria, limitata, cassa di risonanza.
Tra la mancanza di alternative, la coesione della coalizione, la leadership ancora forte di Giorgia Meloni il governo resta ancorato al terreno dei bisogni molto più dei suoi detrattori. Non è una garanzia del buon governo, ma almeno è una assicurazione di democrazia. La rappresentanza dei bisogni e degli interessi vale ancora qualcosa. Vedremo se le future elezioni europee ci diranno se le preoccupazioni degli italiani saranno ancora quelle di capodanno e se le forze di governo saranno ancora promosse. Allo stato attuale verrebbe da scommettere sul Si.