Economia
September 26 2018
Da quando lo scorso 10 luglio è subentrato all'uomo d'affari cinese Yonghong Li, il fondo Elliott ha investito nel Milan oltre 170 milioni di euro per dargli stabilità finanziaria e mezzi economici perprovare a rilanciarsi in campo. Una strategia con l'obiettivo dichiarato di aumentare il valore del club, ereditato dalla complessa vicenda del default di Li, per poi rimetterlo sul mercato a un prezzo maggiore rispetto ai 303 milioni dell'investimento iniziale.
L'ultimo mossa in ordine temporale è stata la scelta di procedere al rimborso volontario e anticipato delle obbligazioni emesse presso il Terzo Mercato della Borsa di Vienna per un totale di 123 milioni di euro e sottoscritte interamente dallo stesso fondo Elliott. Uno degli strumenti di finanziamento dell'operazione Li insieme ai 180 milioni garantiti al manager cinese e che Li avrebbe dovuto rimborsare nel mese di ottobre 2018.
I 123 milioni dei bond di Vienna erano stati utilizzati dalla vecchia dirigenza per cancellare i debiti nei confronti delle banche italiane (73 milioni) e per finanziare la vita della società partendo dallo scorso calciomercato, quello dei 230 milioni buttati sul tavolo nella speranza di costruire subito una squadra da Champions League.
Ora quei 123 milioni sono stati trasformati in prestito soci e, dunque, rimangono iscritti nel bilancio del Milan ma la differenza è sostanziale. Da quanto si apprende il tasso è zero (a differenza di quanto accade sull'altra sponda di Milano tra l'Inter e la proprietà Suning) e l'intenzione è considerarlo un investimento diretto per dare equilibrio e forza alla società.
Vanno, dunque, conteggiati come vera e propria inieizione di denaro nelle casse del Milan. Elliott ha già messo mano al portafoglio per altri 51 milioni di euro di aumento di capitale (21 in agosto e 30 con scadenza il 30 settembre) portando il totale a 174 milioni di euro. A questi vanno aggiunti i 32 versati a giugno quando Yonghong Li mancò l'appuntamento con l'ultimo aumento di capitale promesso avviando la pratica di default e consentendo al fondo Elliott di entrare direttamente nella gestione del Milan.
Le mosse di Paul e Gordon Singer non devono sorprendere. Il 10 luglio scorso, prendendo il posto di Li, i manager avevano chiarito di avere come priorità "creare stabilità finanziario e di gestione" del Milan dopo le turbolenze dell'anno cinese. La prima fase prevede investimenti che dovranno portare all'aumento di fatturato e valore del club.
Anche per questo è stato preso l'ex direttore generale dell'Arsenal Ivan Gazidis, considerato un mago nel far lievitare i ricavi commerciali e nel creare rapporti con partener in giro per il mondo. Elliott ha in programma di restare a guida del Milan per 3-5 anni prima di rimetterlo sul mercato guadagnandoci, ma l'unica strada è che il club riesca a trovare un equilibrio finanziario non costringendolo a continue immissioni di denaro.
I risultati del campo saranno fondamentali. Entrare nel circolo virtuoso della Champions League significa poter aumentare il fatturato di almeno 50 milioni di euro; stare fuori allarga il gap con le altre big e i rossoneri partono già in ritardo. C'è poi il capitolo delle sanzioni Uefa per le violazioni delle regole del Fair Play finanziario: un Milan più forte avrà meno difficoltà a trovare sponda a Nyon dopo la battaglia dei mesi scorsi vinta in extremis davanti al Tas di Losanna.