Calcio
January 17 2023
Per Milan e Inter è prima di tutto una questione tecnica, perché la velocità doppia impressa dal Napoli alla volata scudetto e l'andamento zoppicante di questo inizio di 2023 hanno riempito di significati il derby d'Arabia Saudita che vale la Supercoppa italiana. Guai ai vinti, è il caso di dirlo. Chi uscirà battuto dalla sfida di Riyad tornerà in Italia precipitato dentro una crisi dagli impatti difficili da stimare, soprattutto adesso che alle spalle del Napoli si è creato un campionato nel campionato con sei squadre in 4 punti e solo tre posti da Champions a disposizione.
Match impossibile da pronosticare, quello piazzato in mezzo al deserto e a un gennaio pieno di impegni che di più non si può. Inutile inseguire Stefano Pioli e Simone Inzaghi nei loro percorsi di avvicinamento che dovranno tenere conto di tutto: condizione atletica declinante di molti reduci dal Mondiale, infortuni, recuperi veri o presunti e pure le influenze del mercato che in casa nerazzurra toccano un ex intoccabile come Marcelo Brozovic mentre dall'altra parte del Naviglio sono oggetto di critiche e dibattito perché il lavoro di Paolo Maldini e Frederik Massara nella scorsa estate non ha ancora prodotto risultati.
E, dunque, per dare un senso alla trasferta araba del calcio italiano e delle due milanesi è bene rifarsi all'abusata regola che muove le tradizionali inchieste in cui il denaro abbia un ruolo: "Follow the money". Non solo perché la Supercoppa porta in dote un tesoretto per Milan e Inter tra gettone di presenza (un milione a testa) e quota dei diritti tv (2 milioni da spartirsi con leggera predominanza per chi alzerà il trofeo), ma perché la settimana araba è anche il luogo dove oggi si concentrano le attenzione e speranze di tutto il movimento.
Milan-Inter è l'ultimo slot del vecchio contratto legato alla Supercoppa italiana. Dal 2024 si cambia e sul tavolo ci sono idee e offerte enormemente più ricche rispetto ai 7,5 milioni ad edizione di oggi. La richiesta degli sceicchi è di cambiare format aggiungendo altre due partite e trasferendo quattro squadre per un mini-torneo, sul modello della Supercoppa spagnola. I presidenti riflettono. Da una parte un calendario che sarà ancora più intasato (da settembre 2024 si aggiungeranno altre due date nella prima fase della Champions League), dall'altra una discreta montagna di denaro e alleanze fondamentali per aumentare i ricavi di tutti.
L'Arabia Saudita mette sul piatto 23 milioni a stagione per un impegno a lungo termine. I vicini di casa di Abu Dhabi 100 milioni per ospitare quattro edizioni. L'idea è di trasferire a gennaio il meglio della Serie A in mezzo al deserto rendendo il tutto motivo di promozione e raccolta sponsor, approfittando dell'enorme ricchezza di quell'area e, nel caso dell'Arabia Saudita, della spinta ad investire sul pallone per inseguire il sogno dell'assegnazione del Mondiale del 2030.
Non è un caso che la Supercoppa italiana di questo 2023 venga utilizzata per mettere in mostra il meglio da parte della Lega Serie A. Anche la produzione televisiva sarà da record: 30 telecamere, un drone per le riprese aeree, il debutto del SAOT (fuorigioco semiautomatico) che vedremo poi in campionato nel girone di ritorno e grande dispiego di staff e personale. La scommessa è mostrare al mondo arabo il meglio possibile. In campo toccherà a Pioli e Inzaghi non deludere le attese, ma la vera partita si gioca all'esterno del rettangolo verde.