Calcio
October 20 2023
I dolori di Stefano Pioli contro quelli di Massimiliano Allegri, entrambi condannati a rivolgersi ai rispettivi staff sanitari per mettere in campo la squadra. Un destino condiviso anche da altri tecnici in questo avvio di stagione in cui gli infortuni si moltiplicano e il calendario non aiuta. Non succede solo in Italia, basti pensare a Neymar restituito dal Brasile al club saudita con un legamento in pezzi e la prospettiva di un'assenza chissà quanto lunga.
Il big match di San Siro tra Milan e Juventus nasce sotto cattivi auspici per tutti. L'ultimo colpo basso della sorte è stato il ko di Sportiello in allenamento, lui che doveva prendere il posto dello squalificato Maignan senza finalmente farlo rimpiangere come accaduto negli ultimi due anni con Tatarusanu, inviso a tanti tifosi rossoneri. Niente da fare, toccherà al 40enne Mirante che non vede il campo da una vita e che dovrà improvvisarsi baluardo contro gli attacchi della Juventus. Già, ma di chi? Vlahovic va verso il recupero mentre Chiesa ha trascorso una settimana a Coverciano senza venire a capo del dolore muscolare (senza conforto di diagnosi medica) che lo affligge.
E poi ci sono da contabilizzare le assenze di Theo Hernandez, anche lui squalificato, Chukwueze (messo ko dalla sosta con la Nigeria) e i recuperi da finalizzare di Krunic, Loftus Cheek, mentre Allegri si è visto recapitare indisponibile Danilo da unire ad Alex Sandro. Per tacere di Pogba e Fagioli messi ai box dalla giustizia sportiva. Chi è il messo peggio? Giochino da bar sport che fotografa alla perfezione, però, la realtà del calcio di oggi e che svuota di parte dei contenuti una sfida come quella tra Milan e Juventus.
Per non parlare della sfortuna di Rudi Garcia, commissariato da De Laurentiis dopo essere stato a un passo dall’esonero. Si gioca tutto nei prossimi venti giorni e sa già che dovrà farlo senza il suo uomo più importante: Osimhen. Anche lui appiedato dalla nazionale nigeriana e da unire a Juan Jesus e Anguissa. La lista dei ko della Roma è lunghissima, l’Atalanta ha perso Koopmeiners, l’Inter non ha recuperato Cuadrado e Arnautović e via discorrendo.
Un’autentica strage che trova buona parte di giustificazione nell’affollarsi di partite dentro il calendario internazionale e domestico. Un problema senza soluzione nonostante denunce e ricette: semplicemente il calcio sempre più ricco di questi tempi necessita di essere bulimico ed esprimere i propri protagonisti per garantirgli incassi e guadagni. O si rinuncia i soldi, giocatori compresi, oppure si va avanti così; facendo la conta dei sopravvissuti.