Calcio
September 17 2024
Se qualcuno si era illuso che il poker al Venezia lasciasse in eredità un Milan rinfrancato, se non guarito, meglio ripassare. La squadra di Fonseca rimane malata e con tutti i difetti in bella vista, nemmeno il ritorno taumaturgico di Ibrahimovic con le sue iperboli e promesse ("Ho parlato con la squadra, sta bene, sono carichi") è servito a dare una scossa. E neanche aver trovato il vantaggio all'alba del match con il Liverpool - movimento intelligente di Morata e imbucata per il freddo Pulisic - è stato sufficiente a convincere i rossoneri di poter giocare partita pari con i Reds.
Il Milan ha difetti strutturali e ci vorrà tempo per correggerli. Fatica tremendamente nell'uscita palla, a maggior ragione se i due mediani davanti alla difesa sono di lotta (Fofana e Loftus Cheek) e non di governo. Perde una quantità enorme di palloni, si difende male e se l'avversario è abbastanza organizzato da attirarlo nella trappola qualche metro più in alto si fa prendere costantemente alle spalle. Il Liverpool ha segnato due gol su cross messi nell'area piccola difesa da Maignan, colto due traverse clamorose e avuto almeno 3-4 palle gol limpide nei primi 50 minuti. Poi il portiere francese è uscito per infortunio e al suo posto è entrato il giovanissimo Torriani e le cose si sono ulteriormente complicate anche se c'è stata almeno una parvenza di reazione nervosa.
La Champions League ha ripristinato la regola del due, nel senso di almeno due reti incassate per gara. Troppo per nutrire qualsiasi ambizione sia in Italia che in Europa. C'è qualche difetto di costruzione evidente e che le idee di calcio di Fonseca non solo non stanno mascherando ma apparentemente evidenziano. E manca qualsiasi tipo di leadership in campo. E' stata un'altra serata impalpabile di Leao e a livello di galleggiamento per Theo Hernandez. Morata ha combattuto da solo contro tutta la difesa inglese e Maignan si è diviso tra incertezze, prodezze e problemi fisici fino al ko che lo mette a rischio per il derby così come Calabria.
E allora si torna alle parole iniziali di Zlatan Ibrahimovic. Nell'ordine, prima l'esibizione muscolare dopo due settimane di assenza da Milanello: "Quando il leone va via, i gatti si avvicinano. Quando il leone torna, i gatti spariscono. Tutto quello che si dice in giro… il livello è troppo basso. Mi sto concentrando sul lavoro; ero via per qualche giorno per motivi personali però sono sempre presente, dal primo giorno che sono entrato sono presente e si lavora, si pedala. Il ruolo è semplice: tanti parlano ma io comando, sono io il boss e tutti lavorano per me". Poi il sigillo di garanzia sul mercato: "Il mercato è andato esattamente come volevamo, tutto quello che abbiamo cercato e che secondo noi mancava lo abbiamo preso". Se è davvero così, è doppiamente preoccupante.