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(Ansa)
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La Milano «green» di Sala ha perso 6 milioni di euro per il verde

Sei milioni di euro destinati a piantare nuovi alberi andati in fumo o meglio riallocati da Milano alle altre città, in particolare del Sud. La fetta di verde prevista dal Pnrr per Milano nel 2022 è stata ridistribuita tra Messina, Catania, Napoli, Roma e le altre città metropolitane che sono riuscite a presentare progetti validi per rimboschire i propri centri urbani. E se i criteri stabiliti dal Mite guidato fino a poche settimane fa da Roberto Cingolani non cambiassero in fretta, ai sei milioni persi per il 2022 Milano potrebbe dover aggiungere anche i 17 milioni di euro già messi a budget dal Governo per i prossimi due anni. Una cifra enorme che significherebbe veder sfumare centinaia di migliaia di alberi per una città che ha un indicatore di inquinamento atmosferico tra i più alti d’Italia e che negli ultimi anni ha già visto salire la media delle temperature.

All’origine del guaio c’è un avviso pubblico del Ministero per la Transizione Ecologica, da poco ribattezzato Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, che fissa dei parametri molto stringenti per le aree su cui piantare i nuovi alberi. Tanto stringenti che Milano e i Comuni limitrofi non sono riusciti a presentare neppure un progetto.

Andiamo per ordine. Il Pnrr ha stanziato per il 2022 ben 74 milioni di euro per la riforestazione urbana delle 14 città metropolitane italiane con l’obiettivo di mitigare l’innalzamento delle temperature, ridurre la cementificazione e contenere la perdita di biodiversità e di specie locali. Insomma di rendere più vivibili i grandi agglomerati urbani che nei prossimi anni ospiteranno una percentuale sempre più rilevante della popolazione. Con i primi 74 milioni di euro il ministero mira a raggiungere l’obiettivo di piantare almeno 1.650.000 alberi entro la fine dell’anno e rispettare così il target triennale fissato nel Pnrr di mettere a dimora almeno 6,6 milioni di nuovi alberi in Italia per la fine del 2024. Di questi almeno la metà dovranno essere piantati nelle città del centro Sud, rispettando una dettagliatissima lista di specie identificate come adatte a ciascun territorio.

Il problema è che Comuni delle città metropolitane non possono chiedere fondi per rinverdire spazi a loro piacere all’interno delle città perché sono candidabili solo aree di almeno tre ettari (in casi eccezionali due), senza interruzione alcuna al verde. Niente giardini, aiuole o aree degradate dentro la città quindi perché troppo piccole o perché presentano all’interno qualche costruzione. Non solo, ogni progetto deve riguardare un minimo di 30 ettari, quindi 10 spazi da 3 ettari liberi da edifici o strade. “A Milano e nei Comuni limitrofi non ci sono aree del genere”, spiega a Panorama l’assessore all’Ambiente di Milano, Elena Grandi, che spera di riuscire a recuperare i fondi persi quest’anno e farseli riassegnare nel prossimo biennio, non prima però di aver convinto il neo ministro Gilberto Pichetto Fratin a cambiare i criteri di valutazione dei progetti nel prossimo avviso pubblico.

È probabile inoltre che al danno si aggiunga la beffa e che i fondi a cui Milano possa accedere nei prossimi anni vadano rivisti al ribasso perché le domande presentate dalle altre città nel 2022 sono andate ben oltre il budget messo in conto. Invece dei 74 milioni previsti, infatti, il ministero ha approvato progetti per 85 milioni di euro da realizzarsi quest’anno, che equivalgono a un totale di oltre due milioni di alberi da piantarsi entro dicembre.

Chi canta vittoria ad esempio è Messina che solo per il 2022 ha ricevuto la bellezza di 16 milioni di euro a fronte dei 4,2 milioni inizialmente previsti dall’avviso pubblico. Stesso discorso per Roma che pianterà solo nel 2022 oltre 300 mila alberi con uno stanziamento di 13 milioni di euro a fronte degli 8,9 messi a budget originariamente per la capitale.

l paradosso è che per via dei parametri stabiliti il bando che dovrebbe riforestare le città non riesce a piantare neanche un albero a Milano, che è seconda solo a Napoli per consumo di suolo e che più di altre ne avrebbe urgente bisogno. “O riducono le misure e consentono di piantare anche in aree in cui c’è una strada o una casa o non c’è trippa per gatti”, ci spiega Grandi che proprio in queste ore presenta l’avanzamento del progetto di riforestazione ForestaMi cui hanno contribuito in larga parte i privati. Per avere un’idea di cosa si poteva fare con i fondi non allocati quest’anno basti pensare che a Palermo con 6,8 milioni di euro si pianteranno quasi 220.000 alberi solo nel 2022.

A ben guardare l’esito del bando la maggior parte dei progetti vincitori riguarda in effetti le aree periurbane o i Comuni limitrofi alle città metropolitane. Pozzuoli, Palma Campania e Casoria per Napoli; Grottaferrata, Civitavecchia e Fiumicino a Roma, solo per citarne alcuni. Eppure anche in questo caso di terreni vicino Milano con le caratteristiche necessarie Comune e Città Metropolitana non ne hanno trovati. “Non è detto che gli agricoltori ti mettano a disposizione tre ettari per fare un bosco”, spiega l’assessore che ha girato di persona molti Comuni intorno a Milano insieme ai tecnici dei parchi cittadini senza riuscire a individuare terreni adatti al bando. “Quello che chiediamo è che siano ridotte le aree per cui chiedere il rimboschimento”, conclude l’assessore, altrimenti Milano i suoi nuovi alberi dovrà piantarseli da sola. Chissà che qualcuno al Mite, o meglio al Mase, non sia in ascolto.

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