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A Milano l’Adorazione dei pastori del Perugino - FOTO e VIDEO

Andrea Del Bo
Il chiostro del Museo Diocesano Carlo Maria Martini a Milano - 20 ottobre 2017
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Nadia Righi, direttore del Museo Diocesano Carlo Maria Martini di Milano
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L'Adorazione dei Pastori del Perugino, dalla Galleria nazionale dell'Umbria al Museo diocesano Carlo Maria Martini di Milano - 20 ottobre 2017
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Francesco Bonami, il curatore d'arte che ha illustrato l'opera del Perugino ai visitatori - Milano, Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Panorama d'Italia - 20 ottobre 2017
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Tanto pubblico interessato alla visita all'Adorazione dei Pastori del Perugino in occasione di Panorama d'Italia - Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano - 20 ottobre 2017
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I particolari dell'Adorazione dei Pastori del Perugino
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Tanto pubblico interessato alla visita all'Adorazione dei Pastori del Perugino in occasione di Panorama d'Italia - Museo Diocesano Carlo Maria Martini, Milano - 20 ottobre 2017
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I Vini Ciù Ciù offerti alla fine della visita all'Adorazione dei Pastori di Perugino - 20 ottobre 2017
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L'acqua Smerladina

È una miniera d’oro, il museo Diocesano di Milano. La raccolta permanente conta ormai quasi mille opere (comprese tra il II e il XXI secolo). E un’eccellenza è per esempio l’intera collezione di fondi oro con autori elegantissimi come Bernardo Daddi, Nardo di Cione, Agnolo Gaddi, Gherardo Starnina.

A questi nomi, forse noti più agli esperti che non al grande pubblico, si aggiunge ora nel museo quello di un pittore conosciuto anche dai non addetti ai lavori: Pietro Vannucci, cioè il Perugino (Città della Pieve, Perugia 1448/50 – Fontignano, Perugia, 1523). Un suo capolavoro, l’Adorazione dei pastori, sarà esposto dal 20 ottobre al 28 gennaio. E in attesa della mostra, Panorama d’Italia, nella sua tappa milanese, ha offerto ai suoi ospiti una visita guidata in anteprima esclusiva.

Arte e tecnologia, il capolavoro del Perugino in mostra a Milano


La provenienza dell'opera

Eccolo, allora, il dipinto, imponente e indiscusso capolavoro della maturità dell’artista. Oltre 2 metri e 60 centimetri d’altezza per quasi un metro e mezzo di larghezza. Proveniente dalla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia, faceva parte di un polittico ormai smembrato tra importanti musei del mondo.

La genesi della pala

Complessa la genesi. Il Perugino impiegò più di 20 anni per realizzarlo. E alla morte del pittore mancavano ancora alcune rifiniture. Si trattava infatti di una grandiosa e impegnativa pala d’altare, a più scomparti e su più registri, che nel complesso doveva essere alta più di otto metri e che era formata da oltre trenta tavole.

A metà Seicento, però, cominciarono i guai. L’opera fu ritenuta poco consona alle nuove disposizioni liturgiche della controriforma. E fu smontata dall’altare della chiesa per la quale era stata commissionata (Sant’Agostino a Perugia). Da quel momento cominciò la dispersione delle tavole. Molte di esse si trovano ora in Francia, a causa delle requisizioni fatte dalle truppe napoleoniche, altre sono negli Stati Uniti, altre ancora in Italia.

Il tour guidato

La visita per Panorama d’Italia ripercorre dunque una rocambolesca vicenda: quella di un capolavoro che nel corso della storia si è cercato di ricomporre nelle sue meravigliose componenti. E mostra un progetto di allestimento (curato dall’architetto Alessandro Colombo dello Studio Cerri & Associati) che ha l’obiettivo di suggerire lo spazio architettonico a cui era destinata l’opera e di rievocare proprio il grandioso polittico di cui era parte.

L’iniziativa è curata da Nadia Righi, direttrice del Museo Diocesano di Milano e da Marco Pierini, direttore della Galleria Nazionale dell’Umbria. E per i visitatori è un’occasione straordinaria per riscoprire la pittura del Perugino con un’opera che segna l’inizio di un nuovo modo di dipingere, uno stile, cioè, che a partire da Raffaello, il più importante allievo di Pietro Vannucci, segnerà la nascita della cosiddetta "maniera moderna": una nuova, lunga e affascinante, stagione dell’arte universale.

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