Collezioni
February 24 2022
Inizia Milano Fashion Week Women’s Collection, che nei primi giorni, fra il 21 e il 23 febbraio 2022, ha presentato alcuni debutti di nuovi marchi accanto a stilisti affermati, fra gli oltre 190 appuntamenti previsti, fra sfilate fisiche e digitali e presentazioni.
Realizzata con il supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e di ICE-Agenzia, la settimana della moda italiana prova a riorganizzare la ripartenza guidata da Camera della Moda Italiana e Camera Nazionale dei Buyer, per cercare di proseguire la ripresa generale di questo importante settore di industria e artigianato che ha visto un rimbalzo del fatturato nei primi undici mesi dei 2021.
Il commercio mondiale, a rilento soprattutto nell’intasamento delle reti logistiche, ha oggi con gli ultimi sviluppi politico militari, altre probabili sfide macroeconomiche da affrontare, legate alla probabile crescita dei prezzi dell’energia, dell’aumento del petrolio e del Gas, alle oscillazioni delle Borse Internazionali che potrebbero causare cambiamenti nelle politiche monetarie e nelle aspettative di consumatori e di imprese.
La moda italiana riparte quindi con un occhio curioso sulle novità del Calendario milanese e un altro molto attento alla scena politico-economica globale, in fermentato divenire giornaliero, esattamente come il susseguirsi degli eventi meneghini.
In questa suspence generale, Camera Moda intanto annuncia il proprio ingresso in qualità di socio nella compagine sociale del Milano Fashion Institute, ente di formazione fondato nel 2007 sotto la spinta del Comune di Milano, del Politecnico di Milano, di Università Cattolica e di Università Bocconi, con l’obiettivo di diventare il centro accademico d’eccellenza di riferimento del sistema moda in Italia.
Scopo e ambizione principale, quelli di formare i nuovi manager dell’industria della moda internazionale, con competenze trasversali, artistiche, economiche, scientifiche e umanistiche, e anche in tema di Product Sustainability Management.
«Siamo davvero onorati di entrare a far parte ufficialmente di Milano Fashion Institute, un riferimento a livello internazionale nell’ambito della formazione del settore, dopo averne seguito nel tempo la sua progettazione ed evoluzione. Oggi vogliamo essere partecipi attivi della costruzione di manager preparati in grado di affrontare le nuove sfide di questo business in continua evoluzione» dichiara Carlo Capasa, presidente di CNMI.
Fra i nuovi progetti in evidenza questi giorni, il ritorno proprio di Ennio Capasa, con una proposta di tailoring non convenzionale mixato allo sportswear, con tanto di design creato con il laser e le termosaldature, ma anche ricco di interventi sartoriali, con la volontà di rompere i confini, tra formale ed informale, tra giorno e sera.
«Ho lavorato sull’individualità di chi indossa il capo, non solo tramite il vestito ma anche con il trucco, l’acconciatura e i gioielli (in collaborazione con Futuroremoto)» spiega il designer che si è curato di scegliere materiali e lavorazioni sostenibili, garantiti dallo slogan «Capasa for earth».
Anche la designer libanese Lara Chamandi, arrivata in Italia e fissato a Milano il suo showroom, pone come fulcro della sua curiosità artistica lo sperimentare materiali sostenibili e silhouette spirituali: la sua Collezione 0 rappresenta il Divino Femminile e l’energia della luna, editati con tessuti liquidi ed emozionali al tatto, con tagli asimmetrici, drappeggi e cut-out.
Giulio Sapio, ex ufficio stile di Rick Owens, introduce la sua idea di sartorialità contemporanea in coppia, per uomo e per donna, abbinati eppure magistralmente riadattati ad hoc sulle rispettive silhouette dalle forme pure. La grazia del gesto sartoriale restituisce dignità al necessario, e non al superfluo, perché la filosofia di casa vuole l’abito trattato come una seconda pelle, quasi una architettura abitabile.
La tendenza vira dunque verso una artigianalità ripensata e attualizzata, dove esplorare e moltiplicare le potenzialità della materia prima e delle sue sapienti lavorazioni.
Sotto la direzione artistica di Dorian Tarantini e Matteo Mena, Borbonese rende protagonista la pelle lussuosa: lucida, tagliata in grandi losanghe fermate da piccole viti metalliche su cappottini, trench, abiti a trapezio, minigonne e longuette. Replicata con forme precise anche su borse, secchielli e shopper, soffici e tattili.
«Osservare i guardaroba Fendi conservati negli archivi» – sostiene Kim Jones, responsabile dello stile insieme a Silvia Venturini Fendi – «aiuta a riconfigurare il passato in chiave contemporanea. E a un così alto livello, lo styling sartoriale diventa potente per ogni generazione, perché c'è sempre una storia dietro ogni pezzo».
La sartorialità maschile diviene abbreviata su di lei, ingentilita da delicati abiti sottoveste e camiceria corsettata, mentre si festeggia con diverse varianti luxury il 25esimo anniversario della famosa baguette della Maison.
Da sempre sostenitore della artigianalità Made in Italy e locale, Antonio Marras realizza un vero e proprio progetto poetico ispirato a un film che simboleggia la contaminazione, Oci Ciornie, diretto da Nikita Sergeevič Michalkov e ispirato ad alcune storie di Anton Čechov, protagonisti i celebri Marcello Mastroianni e Silvana Mangano.
«La vita è un teatro ma le prove non sono ammesse» ha scritto lo scrittore russo, e nell’evento creato nello spazio milanese Circolo Marras hanno preso vita rappresentazioni di storie senza tempo, protagonisti gli ospiti, guidati dal coreografo Marco Angelilli insieme ad attori e artisti.
Anche Ibrigu, acronimo scelto da Franco Briguglio e i suoi figli, porta il suo particolare manifesto indipendente e bohémien sul riuso di capi vintage (compresi i deliziosi kimoni giapponesi) e della valorizzazione dell’artigianalità. Ogni pezzo del guardaroba parte dalla scoperta di tesori tessili, fortificati da ingegnose lavorazioni manuali che scompongono e ricompongono vecchio e nuovo oppure si prestano a richieste "su misura" del cliente.
Per il guardaroba delle ragazze sensuali, il decoro e l’abilità couture editano pezzi più sexy nella collezione di AC9 firmata da Alfredo Cortese chiamata Marzo 2010, data del suo arrivo nella città di Milano e fonte delle sue ispirazioni emozionali. Proposte delicate lingerie nude-look accanto a look scuri grintosi o sfavillanti di paillettes argentate delle paillettes, con i derivati dal guardaroba maschile foderati di tulle impalpabile o accostati a deliziose piumette frivole.
Trasparenze e tagli sensuali si alternano alle silhouette maschili nella proposta couture di Krizia, dove abiti, gonne ma anche giacche e cappotti incontrano magistrali lavorazioni plissé, bustier strutturati e camicie smoking, in una palette di colori onirici come il verde salvia, il rosa e l’acquamarina.
Dirompente, sexy, fluida, divertente, questa è Diesel secondo il suo direttore creativo Glenn Martens, che lavora il tessuto denim ai confini della sperimentazione, della ribellione e del gioco. «Il potere di Diesel ci permette di spingere sulla sostenibilità e sulla innovazione; i capi li devi provare e indossare e andare a vivere la tua vita. For Successful Living!» dichiara il designer che suddivide in quattro capitoli la collezione, il puro denim, i capi utility, le elaborazioni pop e la maestria artigianale.
Il denim di Pence 1979 si lascia invece ispirare dal mare, sia nei dettagli che nei colori, abbinato da Dora Zecchin, direttrice creativa, a camicie e felpe mariniere, cardigan oversize e pullover girocollo, peacoat e una capsule chiamata "Archive" di matrice sportstreet.
Chi vuol essere sia, secondo AndreaAdamo che sventola orgoglio e assoluta libertà di esporre il suo vocabolario esteta ed erotico. Sinuosa come un felino è la maglieria e lucidi come il vinile i catsuit e body da portare su pantaloni stretch o longuette. Strass e zip si arrotolano intorno al corpo in una spirale di layering e intrecci.
La natura sensuale osserva il suo contrasto fra desiderio e repressione, raccontati attraverso le cuciture e le membrane impalpabili di Gentile Catone, ispirate a un'onirica notte per le strade di Tokyo.
Per Del Core la mutazione è vita, così da una forma ne nasce una nuova, avvolgente e misteriosa. All’interno di un giardino onirico, si aggirano donne appena uscite dalla loro crisalide, svettanti su tacchi a bozzolo e abiti che proteggono e rivelano, fluidi e drappeggiati ad arte.
GilbertoCalzolari spunto dai rigori e colori delle divise militari, rielaborate per riscoprire il femminile e il loro lato romantico, in un esempio di upcycling creativo che parte da trapunte e teli per paracadutista.
Il lato più gentile del romanticismo lo esplorano Alberta Ferretti, con proposte dai volumi avvolgenti, stratificazioni e trasparenze, dalla volontà di scintillare ad ogni ora, e Giada che mostra entrambe, fragilità e forza, nelle sue creazioni atemporali e sensuali firmate da Gabriele Colangelo.
Momonì affida a un racconto cinematografico l’essenza della sua collezione interpretata dalla modella e attrice Greta Ferro, filmata dal regista Andrea Calvetti in un viaggio on the road attraverso i rilassanti paesaggi Nordici e la dolcezza di mise invernali con stampe camouflower botaniche.
Due visioni, apparentemente contrapposte, quella di Simonetta Ravizza che declama «eleganza sempre», proveniente da tagli manuali maschili e sartoriali, con protagonisti pelli e lane mongolia leggerissime, e quella di Olmar&Mirta, produttori che scommettono sul brand animal friendly fondato da Alice Gentilucci, Alabama Muse, che ha tra gli obiettivi l’innovazione di prodotto ecosostenibile con capo iconico la pelliccia, che non deriva dal vello animale, accanto a capi no gender dal taglio sartoriale, resi unici da colori, intarsi e patchwork.
Dagli archivi autorali di Romeo Gigli, il team creativo riavvolge la storia del brand e riprende la sua idea di rivoluzione: sciogliere i cardini della destrutturazione giapponese e trattenerne solo la suggestione formale in cui lasciar scorrere emozioni e contaminazioni.
Da lì si origina il sorprendente approccio materico capace di creare meraviglia sulla stoffa, calandolo i look nel gusto attuale.
Phaeonia, il nome di un fiore che racchiude la purezza del bianco e l’opulenza del colore, diventa un marchio di camicie couture fondato e disegnato da Francesca Mambrini, pensate come pezzi atemporali da collezionare come opere d’arte. Ogni modello nasconde dettagli di ricercata sartorialità ed edonismo di produzione italiana.
Bluse dalle maniche bouffantes, impreziosite da lacci, frange, fiocchi, drappeggi, reti di paillettes, oppure modelli più asciutti ispirate all’universo maschile sempre controbilanciati da un tocco di femminilità sensuale, tra trasparenze e dettagli deluxe.
Andrea Pompilio comincia a celebrare la pulizia estetica che deriva da una sublimazione dell’essenzialità sartoriale costruita su sovrapposizioni, armonie di proporzioni e lunghezze diverse tra loro, grafica e layering.
Tutto il guardaroba di Brunello Cucinelli guarda alle seducenti atmosfere nordiche che amplificano la soffice matericità di tessuti e maglieria con lavorazioni pregiate. Il centro di ogni capo è affidato al nobile e lussuoso del cashmere e alle splendenti fibre naturali, rilette attraverso tecniche e spunti contemporanei.
Anche le etichette Cividini e Boglioli presentano il loro omaggio all'artigianato italiano, fatto di forme ricercate e innovative per filati, tessuti, colori e vestibilità; entrambi con la consapevolezza che i pezzi pensati per una donna di carattere e dallo stile impeccabile possano tranquillamente provenire da matrici di sartorialità maschile ed essere adottati o rieditati sullo stile femminile. Soft touch è la parola d’ordine, per tutti i filati naturali trattati in maniera manuale per un effetto lussuoso e leggero sulla pelle.
Tombolini mescola, invece, tessuti tecnici e naturali nei suoi total-look rappresentativi del dinamismo contemporaneo che richiede tecnologia e alte performance anche nell’universo femminile o di una fluidità genderless.
Daniele Calcaterra ridisegna le spalle di giacche e cappotti, amplificandone smodatamente i volumi fino a lasciarli crollare sul corpo, ridisegnando il punto anatomico su vestibilità maxi, ingentilite da tonalità lunari.
I capi outwear di Bacon, marchio milanese fondato da Andrea Pilato Barrara, attingono al mondo sportivo e streetstyle anche nella nuova capsule da uomo che propone due capi principali, uno che termina al punto vita con una sagoma paffuta, dna signature delle collezioni al femminile, e un guscio più lungo e avvolgente.
Tecnologia e lavorazioni innovative esprimono l’expertise dei capi di Herno, definiti "modern vintage" per le decorazioni retrò sui giacconi hightech, e di Canadian che apre nuove possibilità creative ai tessuti tecnici, come il piumino ad intrecci stile maglieria.
Accanto a filati e trapuntati, il settore conceria alza l’asticella e riunisce sotto un unico brand le antiche concerie nostrane e le loro pregiate lavorazioni: Cuoio di Toscana debutta come etichetta di accessori green dal fascino eterno e genderless, fra borse di vario genere e mocassini green dalla iconica suola verde.
Anche la collezione di Mario Dice, presente a LineaPelle, reinterpreta il concetto di pellame nella moda, trattata nei vestiti come fosse chiffon o lana, stampata e ricamata, cessando così di essere un basico del guardaroba.
«Ho sempre pensato che rispetto ad altri classici della moda, la pelle conserva una sua grammatica compositiva particolare che porta ad una vera e propria rivoluzione in fatto di capi e accessori ogni qualvolta la si usi» spiega lo stilista.
La scintillante wave della fine degli Anni Settanta di Sonora riprende la seduzione degli avventurieri cowboys boots elaborati con la sapienza artigiana italiana, riproposti e aggiornati per il pubblico della moda del 2022, in una palette quasi totalmente monocolore o in un caleidoscopico tessuto cangiante.
Chiude queste prime giornate, il marchio Swarovski, citato per le sue brillanti cinque lavorazioni artigianali del cristallo che adorneranno i prossimi gioielli della Maison.
Le nuove tecniche di colorazione regalano tonalità ancora più sature e intense a Citrus Green, mentre Xirius Light sfoggia un taglio cabochon e uno spessore ridotto, a perfetta dimostrazione della maestria di altissima qualità anche nella leggerezza. La Serie Star Flower ricorda un giardino dalle cangianti sfumature e Crystal Light Mesh imita la sensazione di un tessuto filante, futuristico e brillante. Dedicato alla creazione di nuovi motivi sorprendenti, Crystal Intarsia aggiunge un tocco di meraviglia a un’esperienza nel mondo dei cristalli sempre più autentica e tattile.
Il sodalizio creativo tra Fausto Puglisi e Michele Bravi sul palco dell’Ariston non è stato che un assaggio dell’ultima collezione Roberto Cavalli. «L’inverno dei fiori» sembra essere la perfetta descrizione per i capi che hanno sfilato in passerella.
Spettacolari rose in ferro e ceramica decorano gli anfibi più rock oppure diventano un’aderente calza di pelle intagliata color nude sui sensuali stivali cuissard. Una collezione materica e regale quella portata in scena da Puglisi che con le sue creazioni, creative e al tempo stesso fedele al DNA della Maison italiana, sta riportando Roberto Cavalli al centro dello star system.
Una rinascita per il brand che si respira in ogni capo. «Stiamo uscendo dall’isolamento. C’è voglia di erotismo, di divertimento e di libertà» ha dichiarato lo stesso direttore creativo. Per il prossimo autunno/inverno, la donna firmata Cavalli entra nel cuore della seduzione, dell’individualismo e di una libertà così totale da poter giocare anche con gli abiti-gabbia.
«È una donna con idee forti e un corpo che ama divertirsi» ha spiegato Puglisi che per la sua collezione si è ispirato a un personaggio iconico: Maria Sofia di Borbone, l’ultima regina di Napoli. «Viveva a Capodimonte e le rose che vedete su alcuni capi della nuova collezione Cavalli sono ispirate al suo salotto e alle celebri ceramiche di Capodimonte, un miracolo di eccesso ma allo stesso tempo molto sofisticate» ha raccontato.
«Era odiata da tutti sempre al centro del gossip di corte. Era considerata quasi una prostituta. Su di lei fu fatto il primo fotomontaggio della storia accostando il suo volto a un corpo di una prostituta. Ho scelto lei come ispirazione per la sua aura di seduttrice, dietro il quale si nasconde la testa di una donna intelligente e straordinaria».
In termini di moda, tutto questo si traduce con creazioni cut-out, neri luccicanti e un bondage sofisticato che nel post #Metoo diventa un gesto di autoaffermazione femminile. Nella collezione compaiono numerose cappe da giorno («Cappe da giorno e tanto sesso per la sera» ha ironizzato Puglisi), confezionate nei più preziosi tessuti tessuti jacquard fil coupé ma anche nei più classici check scozzesi, prodotti dalla stessa azienda che da anni serve la regina Elisabetta II. Non mancano poi le semplici tuniche dal taglio sartoriale predilette da Marella Agnelli o gli omaggi al minimalismo anni Novanta di Helmut Lang.
Fausto Puglisi, alla guida artistica di Roberto Cavalli da ormai due anni, si è detto «soddisfatto» dell’evoluzione commerciale e mediatica di Cavalli che coinvolge più generazioni. Lo stilista parla ovviamente della giovane Zendaya che ha scelto di indossare un abito Cavalli alla premier dell’ultimo Spiderman a Parigi. Vogue ha sottolineato come una semplice ricerca di Google con le parole chiave «Zendaya + Roberto Cavalli» fornisca oltre 500.000 risultati. La Maison è stata recentemente scelta anche da Jennifer Lopez durante la promozione del suo ultimo film e dalla co-conduttrice di Sanremo (per una notte) Lorena Cesarini. «Adesso l'Heritage di Roberto, con la voglia di tornare agli anni 2000, è forte, ma bisogna guardare all'oggi pensando al domani» ha però precisato Puglisi.
Cosa c’è di meglio allora se non ripartire dalla donna? Una donna libera che «concepisce il corpo non come esibizione, ma divertimento».