Collezioni
January 14 2024
La seconda giornata di Milano Moda Uomo si è aperta con la sfilata di MSGM, organizzata negli spazi della metropolitana del capoluogo meneghino. La linea rossa si presta così a diventare moderno fil rouge della collezione, frutto di una collaborazione tra Massimo Giorgetti e la Fondazione Franco Albini che, da anni, preserva l’eredità dell’architetto e progettista milanese che ha ideato la segnaletica e l’allestimento della linea M1, inaugurata nel 1964.
I corrimani tubolari creati da Albini e simbolo della metropolitana milanese, vengono trasformati da MSGM in spille e intarsi sui cappotti. Tutte le stampe della collezione sono state create grazie ad immagini esclusive scattate utilizzando le funzionalità di Google Pixel 8 - la prima collaborazione tra il marchio e una casa di moda - e la sua fotocamera basata sull'intelligenza artificiale. Il team di MSGM ha utilizzato i dispositivi Google Pixel 8 per creare pattern unici, catturando immagini nell'area metropolitana di Milano e utilizzando funzionalità basate sull'intelligenza artificiale.
La sfilata è anche occasione per presentare un’altra collaborazione, quella tra MSGM, da sempre legato e l'artista portoghese Tiago Alexandre grazie alle cui opere, i caschi delle motociclette motociclette, elementi di protezione dalla velocità, diventano protagonisti in stampe e dettagli. Tutto nella collezione autunno inverno 2024-25 è legato alla velocità, tutto va veloce; il tempo va più veloce di una moto? Una metropolitana? Della tecnologia? Tanti quesiti per arrivare a un’unica sola domanda: «Dobbiamo davvero andare così in fretta?»
La tradizione sartoriale di Dolce&Gabbana e il glamour discreto di Fendi hanno poi lasciato spazio alla leggerezza di Jordanluca. La collezione autunno inverno 2024-25 del marchio si sviluppa a partire da un semplice oggetto: il palloncino. Palloncini colorati per le feste che hanno un fascino dolce amaro e nostalgico, che noi infondiamo di vita dimenticandone a volte la vulnerabilità e l’inclinazione a una prematura scomparsa, causata da qualunque spillo nelle vicinanze. Un lieve sfioramento può ridurlo a un mucchietto di gomma inutile e moribonda. Oppure può slegarsi, vagando nel cielo verso un futuro breve e pericoloso. La festa è finita, ma la speranza resta.
La speranza per il futuro viene così custodita da 1.500 palloncini, stampati con diverse opere d’arte, creati dall’artista Dominic Myatt. In passerella sfilano bomber, camicie, pantaloni kilt e abiti bandage, realizzati con metri di raso. Compaiono anche accenni alla tradizione sartoriale, come il cappotto Monolith con le sue spalle ampie, realizzate con nuovo tecniche di fusione in grado di mantenere la silhouette e creare un effetto di apertura. Una nuova stampa, che unisce il tweed alle tracce di una iena, simboli di resilienza, offre quell’accostamento tra severità e tradizione tipico di Jordanluca. Una dualità scomoda che porta inevitabilmente a riflettere.
Tradizione e modernità, patrimonio e innovazione sono anche al centro della collezione di Neil Barrett per il prossimo autunno.Rivisitando i capi classici dell'abbigliamento maschile, il marchio esamina gli elementi fondamentali del guardaroba, proponendo una fusione tra passato e futuro per il presente. Guidati dal carattere - dalle attitudini e personalità di chi li indossa - i capi subiscono una metamorfosi attraverso tagli e funzioni studiate con cuciture che si avvolgono al polso e soprabiti ibridati. Dettagli e tessuti sono tratti dall'abbigliamento da caccia e da lavoro per una collezione che non si basa sulla nostalgia ma sul rispetto per la tradizione e il desiderio di innovare.
Elementi iconici evolvono, rivalutati e ripensati. Concetti di protezione e costruzione si fondono per assumere un carattere decorativo moderno: pragmatiche toppe sui gomiti migrano ai polsini, le pieghe delle camicie diventano canali di tessuto, le tasche sono stratificate. Guanti e cappelli sono un omaggio all'industria, rievocando il concetto di lavoro. I colori si evolvono: dal cammello al verde tenue e oliva, dai grigi e blu navy, al bordeaux fino al nero e bianco. Il fascino di Neil Barrett e le uniformi dell'abbigliamento maschile moderno sono qui scomposte, remixate, ridisegnate, ripensate. Perché, in fondo, le regole sono fatte per essere infrante.
A chiudere la seconda giornata di sfilate, il «mare in inverno» di Emporio Armani. «L’avventura, in uno scenario aperto, è uno dei temi che definisce nel profondo lo spirito del brand, insieme all’assoluta apertura di vedute», spiega Giorgio Armani.
La collezione si presenta con uno spirito deciso, definito da silhouette nette, con le spalle larghe e ben disegnate, “ancorate” al suolo da stringate con suole alte che, unite alle ghette, diventano morbidi stivali. In ogni look aleggia un senso di eleganza portuale dato dai lunghi cappotti, dalle giacche abbreviate, dai pantaloni dai volumi generosi e dai pastrani da traversata. Le casacche da marinaio, anche in pelle, e i cappelli a bustina sono omaggio a un codice dal fascino duraturo. I gilet e le pettorine si indossano sopra le giacche e i peacoat, per aumentare le funzioni. Le camicie sono sostituite da top realizzati negli stessi tessuti di blazer e pantaloni: una nuova uniforme, monocroma e decisa.
Anche i ricami metallici su giacche, camicie e cappotti hanno un sapore avventuroso invece che decorativo e sembrano incrostazioni simili a quelle che il mare aperto lascia sulle chiglie delle navi. La palette è una mischia atlantica di blu navy, grigio acciaio, bianco ghiaccio e nero notte. Nel segno del superamento dei confini - anche nella distinzione tra maschile e femminile - la proposta è completata da una selezione di capi per lei, riadattati e riproporzionati con la massima naturalezza, ma anche con un radicalismo tipicamente armaniano.