Televisione
July 17 2014
Estate di lavoro per Milly Carlucci. Appena qualche giorno di pausa, a ferragosto, poi c’è da chiudere il grande risico di Ballando con le stelle, complicato lavoro da manuale Cencelli in piena bufera da spending review per incastrate tutte pedine. Stakavon Carlucci però non si scompone, è il varietà bellezza!, e punta a realizzare una grande edizione numero dieci dello show di Rai Uno - “niente celebrazioni, per carità” - con un sogno nel cassetto: un’apertura boom con Adriano Celentano nei panni di “ballerino per una notte”.
Milly, sono settimane frenetiche per comporre il cast di Ballando. Ma per non farti mancare nulla, sul tuo sito hai lanciato il contest Cronista per un giorno. Di che si tratta?
L’Italia è piena di eventi, musicali e di ballo: soprattutto in estate, si va dalle grandi kermesse alle feste nel piccolo paesino. Tutti facciamo video, foto e twittiamo, così ho lanciato l’idea: fate un piccolo reportage poi a settembre premiamo quello più curioso. Il “cronista per caso” verrà a Roma e vivrà una giornata speciale. C’è una bella sorpresa in palio.
Sei molto attenta alla parte social, al web: curiosità personale o scelta strategica?
È nato quasi senza che me ne accorgessi. Mi ci hanno trascinato i figli, che sono ultra social. Poi, col mio gruppo di lavoro ci siamo resi conto di quanto fosse importante tenere il contatto con una parte di pubblico che usufruisce della tivù in maniera diversa, guardandola dal tablet. Dobbiamo rinnovare il nostro target, aprirci alle nuove generazioni.
Su Twitter hai sfondato quota 100 mila followers. Dal trionfo di complimenti alle critiche ferocissime, non ti fai mancare nulla.
Le critiche sono il sale del mio mestiere: è impossibile fare tivù in un coro di osanna. Le critiche sostanziali vanno ascoltate e analizzate. I social diventano spesso sfogatoio di un momento di crisi: la ferocia di chi scrive cose in libertà non aiuta a fare una riflessione e non gli dò troppo peso.
Tornando al tuo sito, è ancora aperto il casting Ballerini professionisti cercasi. In che modo s’intreccia con Ballando con le stelle?
È aperto a ballerini professionisti che hanno voglia di farsi vedere da me, indipendentemente da ciò che ballano: è un modo per introdurre in trasmissione stili nuovi e diversi. Ad esempio lo scorso anno abbiamo portato nel programma la rumba cubana o il dembow. Poi c’è il casting per gli amatori: il mondo di chi balla per divertimento è variegato e potremmo portarli in trasmissione, in una sezione ad hoc e non nella gara principale.
L’esordio televisivo nel ’76, al fianco di Arbore nell’Altra domenica. Milly tendenza stakanov, conduttrice icona, imperturbabile regina delle dirette. Quasi quattro decenni sulle montagne russe del successo senza mai scendere. Come si fa?
Basta non farsi sfiorare dall’idea di poter vivere di rendita. Oggi, per come si sta evolvendo il mondo della comunicazione, cambiando pelle quasi di giorno in giorno, se non sei attentissimo a ciò che succede, a dove vanno le tendenze e il gusto della gente, a cosa c’è all’orizzonte, rischi di essere espulso per forza centrifuga. Sei superato. Bisogna essere attenti a tutto e misurarsi con i nuovi linguaggi.
Bobo e Marco - I re del ballo nasce da questa esigenza?
Sì. C’ha portato a misurarci con un linguaggio diverso: apro, sviluppo e chiudo in meno di un’ora. La pezzatura della tivù generalista italiana è un unicum: da noi la durata dei programmi va sulle tre ore e mezzo, ovunque si producono programmi da 50 minuti.
Ti piacerebbe fare una seconda serie o è un capitolo chiuso?
È un progetto non è facilissimo da realizzare. Bobo Vieri sta a Miami, dove fa il commentatore televisivo e non è facile beccarlo. Sperando di trovare i tempi giusti, sarebbe bellissimo fare una seconda edizione.
Nella primavera del 2015 intanto tornerai con Notti sul ghiaccio.
Quando lo facemmo ci fu un rilancio del pattinaggio artistico, considerato sempre uno sport di nicchia. Sono contenta di tornare in pista perché so che possiamo fare bene, anche allo sport. Per ora però ci si concentra su Ballando.
Assist servito. A che punto siete con i casting di Ballando che, salvo slittamenti, partirà il 4 ottobre?
Nell’anno della grande spending review, anche aziendale, non è un’impresa delle più facili. Ce la dobbiamo fare senza dare la sensazione che sia l’anno dei tagli. Bisogna fare molte acrobazie, non è facilissimo.
Concorrenti certi, per ora?
Non abbiamo firmato nulla con nessuno: al di là della reciproca volontà di stare assieme, ci sono poi le trattative economiche aperte e non sono facilissime.
Tv Blog ha rilanciato su un possibile contatto con Giorgio Albertazzi.
Ci siamo incontrati a una conferenza della Rai. Io con grande faccia tosta l’ho invitato pubblicamente a venire da noi: uscito dalla porta, su Twitter già circolava la notizia. C’è stato un primo contatto con gli agenti: si vedrà, è presto per dirlo.
Altra indiscrezione raccolta nelle scorse ore: si parla di un primo contatto per avere Megan Montaner e Álex Gadea, rispettivamente Pepa e Tristan de Il Segreto.
È un rumor senza fondamento.
Capitolo giuria: saranno riconfermati Fabio Canino, Carolyn Smith, Ivan Zazzaroni e Rafael Amargo?
La giuria al momento è immutata. L’intenzione è quella di avere sempre loro. Poi ci sono le trattative, gli impegni e altri fattori in gioco.
Il “ballerino per una notte” dei tuoi sogni invece chi è?
Il mio ballerino per una notte ideale per aprire la prossima edizione è Adriano Celentano. È un ballerino naturale. Lo adoro come artista e come persona: ho avuto il grandissimo onore di presentare uno speciale su di lui tantissimi anni fa e poi ho fatto una piccola parte in un suo film, Il bisbetico domato. Insomma, ho avuto modo di vedere da vicino la genialità e di rimanerne incantata. Sarebbe un sogno averlo.
Un grande regalo per Ballando compie dieci anni.
Ma non sarà motivo di celebrazioni: quando un programma ha una storia complessa e importante alle spalle, non bisogna guardare indietro ma rimboccarsi le maniche e cercare di fare il massimo per correre ancora più forte.
Sono previste delle novità rispetto al regolamento?
Stiamo studiando come fare a mantenere quella cornice di riconoscibilità che garantisce il seguito del pubblico, mettendo elementi che danno il brivido della novità.
Momento amarcord. Da Giochi senza frontiere ai mitologici anni di Scommettiamo che, passando per Fantastico, Sanremo e i grandi eventi. In tivù hai condotto di tutto: c’è però un programma che rifaresti subito?
Ho fatto delle cose irripetibili grazie ad alcuni protagonisti indimenticabili, come il Pavarotti and Friends. Alcuni programmi sono invece rimasti quasi in una nicchia. Penso a Ventiquattromila voci, del 2010, una gara tra cori di gente comune. Non riuscimmo a fare il botto. Poi ho visto il programma fatto da Tv Sat2000 e ha una grandissima forza: c’è tutta l’espressività del talento italiano. Dandogli la possibilità di avere una visibilità, senza essere assediati dalla concorrenza, è un esperimento che mi piacerebbe ripetere.
C’è invece un programma cui diresti di no?
Rifarei tutto. Andando avanti nella carriera ti rendi conto di quali sono le corde in cui ti muovi meglio. Io sono finita nel talent perché è nelle mie corde, è una cosa che mi piace fare. È chiaro che con professionalità si fa tutto: nel mio dna non c’è il quiz ad esempio, eppure ho condotto anche quello. Ora mi piacerebbe molto sperimentare nel talk show. Ognuno ha il suo talento e deve cercare di usarlo al meglio per fare il massimo del risultato possibile.