Mirka Andolfo e la nuova era del fumetto italiano: da Sweet Paprika a Blasfamous

Mirka Andolfo, ormai una vera e propria icona del panorama fumettistico internazionale, continua a stupire con le sue creazioni uniche e audaci. Dopo il successo mondiale di Sweet Paprika, opera pubblicata da Star Comics vincitrice del prestigioso Harvey Award nel 2022 come miglior fumetto internazionale, e la recente nomination agli Eisner Award 2024 (gli “Oscar del fumetti”), la "stella" dell'artista napoletana continua a brillare. Il suo lavoro ha attraversato i confini, arrivando fino in Giappone con la pubblicazione di Sweet Paprika. Ma ora, il momento tanto atteso è arrivato: Mirka Andolfo è pronta a presentare al pubblico la sua nuova opera, Blasfamous, che promette di essere uno dei titoli più discussi del momento. L’opera, edita in Italia da Star Comics a partire dal 29 ottobre, ha già fatto parlare di sé negli Stati Uniti, dove è stata pubblicata da DSTLRY, una nuova casa editrice che annovera tra i suoi fondatori proprio la fumettista italiana.

Blasfamous si distingue per la sua ambientazione nell’affascinante e abbagliante mondo della musica pop, una critica affilata al moderno star system: nella realtà contemporanea, infatti, siamo sempre più affascinati dalla vita di pop star, influencer e stelle del mondo dello spettacolo. Non ci perdiamo nessuno dei loro post e nessuna delle loro stories, bramando sempre più contenuti. Passare dalla ribalta delle luci divine alle ombre più oscure però è un attimo.

Nell’universo di Blasfamous, le pop star sono venerate come divinità, adorate dalle masse come figure quasi sacre. Questo intrigante concetto guida la trama, in cui angeli e demoni si nutrono della devozione del pubblico, crescendo in potere e prestigio. Al centro della storia c’è Clelia, regina indiscussa del pop, la cui fama è minacciata dall’arrivo di una nuova stella dal fascino misterioso. Accompagnata dal suo agente demoniaco, Padre Lev, Clelia è pronta a tutto pur di mantenere il proprio regno sul palcoscenico della musica e del misticismo.

Con uno stile che mescola l'urban fantasy con una pungente critica sociale, Blasfamous esplora i lati più oscuri dell’essere celebrità, rivelando come il pubblico moderno, affamato di contenuti e intrattenimento, possa elevare le star a livelli quasi divini. Il risultato è una narrazione originale e provocatoria, arricchita dall'inconfondibile tocco ironico di Mirka Andolfo, capace di fondere critica e fantasia in una storia che promette di diventare un cult e con una protagonista pronta a entrare a far parte degli iconici personaggi femminili creati da Mirka.

In un'intervista esclusiva a Panorama, Mirka Andolfo ha raccontato i retroscena della creazione delle sue opere, rivelando ispirazioni e sfide dietro Blasfamous e il percorso artistico che l'ha portata al successo internazionale.

Come è cominciata la tua carriera? Hai qualche ricordo particolare degli esordi?

«È iniziata mentre frequentavo la Scuola Italiana di Comix, a Napoli. Ed è iniziata con il colore: ero ancora a scuola quando ho iniziato i miei primi lavori e ad avvicinarmi a questo mondo. Da lì, ho iniziato a lavorare pressoché ininterrottamente, prima come colorista (su Topolino, Geronimo Stilton, e su vari fumetti americani), e poi come disegnatrice. Sinceramente, quello che ricordo dopo questi (quasi) quindici anni è che lavoravo ininterrottamente… Penso che questo abbia aiutato a mantenere continuità, ma non so se riuscirei a rifarlo, se tornassi indietro!»

È stato difficile entrare nel mondo del fumetto? Quale consiglio daresti a chi ha il desiderio di intraprendere questo tipo di carriera?

«Sono consapevole che sia un mix di capacità (che non può mancare, ovviamente) e fortuna: bisogna avere la fortuna di trovarsi “al posto giusto, nel momento giusto”, e la capacità di sfruttare le occasioni che ci si parano davanti. Il consiglio che do sempre quando mi fanno questa domanda è: lavorate su sé stessi, e cercare di fare tutto quello che è possibile per migliorare, senza farsi scoraggiare dai “no” e dalle porte in faccia; è normale che arrivino, ma la perseveranza, di solito, paga. E anche: ricordarsi di non mettere mai da parte la componente “professionale” di questo lavoro. L’aspetto artistico è fondamentale, ma, soprattutto in certi ambiti, la professionalità (affidabilità, rispetto dei tempi e delle indicazioni) conta persino più del talento».

Sei stata il primo autore italiano a scrivere e disegnare una storia per DC Comics e in Giappone. Che ricordi hai di questo “salto” nel panorama internazionale?

[Una nota: in realtà, non sono la prima autrice in Giappone. Il mio fumetto viene pubblicato da un grande editore di manga, in formato tankobon, proprio “come i manga”, e questo è assolutamente inusuale – soprattutto perché non è un manga]

«In realtà, il mio lavoro è stato “internazionale” fin dal principio, solo che inizialmente lo facevo “su commissione”. Coloravo, disegnavo. E tutt’oggi continuo a disegnare per Marvel e DC Comics, per esempio (soprattutto copertine). Diciamo che a me piace anche molto raccontare storie (le mie, o anche quelle su personaggi famosi, come quando scrivo per un editore, come nel caso della storia breve su Harley Quinn): ed è una sensazione bellissima, a cui ancora non mi sono abituata, perché penso che tantissime persone, in tanti Paesi, leggeranno quello che ho scritto. E questo vale sia per le storie su commissione che per le mie storie. Sweet Paprika, tra le mie serie, è quella che mi ha dato in assoluto più soddisfazioni: dopo essere stata già pubblicata in tanti altri Paesi, quando mi hanno detto che sarebbe uscita anche per Kadokawa (uno dei grandi editori di manga, per la collana Comics Bridge) non ci potevo credere, anche perché è rarissimo che i giapponesi acquistino delle licenze dall’estero…»

I personaggi femminili sono centrali nelle tue opere. Da dove prendi l’ispirazione e qual è il messaggio che trasmettono?

«Temo che la mia risposta sarà un po’ banale: l’ispirazione di solito nasce dal fatto che è ciò che amo più disegnare. In generale, mi diverto molto a disegnare personaggi femminili, e a “muoverli” all’interno di una storia. E, quando mi diverto, di solito ci prendo gusto, e vado avanti. Non è voluto che tutte le mie storie abbiano, di solito, come protagonista un personaggio femminile. E, ammetto: non penso sempre ai messaggi che i personaggi devono veicolare, o comunque non mi ci focalizzo eccessivamente. Ovviamente, nei miei fumetti tendo a mettere (come chiunque, credo) i miei valori, ma il mio obiettivo primario è sempre quello di intrattenere. Il resto è un “contorno”».

Nelle tue opere vengono affrontate tematiche sociali ricorrenti. Quale viene affrontata in Blasfamous?

«Blasfamous è nato come opera con cui mi volevo divertire e intrattenere (e volevo fare lo stesso con i lettori): una storia con una protagonista dal passato oscuro e dal presente molto complicato (ecco, se dovessi trovare una costante: mi piace mettere in difficoltà i miei personaggi), con diversi piani temporali della narrazione, un po’ di sovrannaturale, e personaggi sopra le righe. Ne è nata un’opera che contiene una (non troppo) velata critica allo star system, e al nostro mondo. Ma, se dovessi dire, a me piace molto di più considerarla una horror comedy, spassosa ma intensa».

Il primo numero di Blasfamous sarà disponibile a partire dal 29 ottobre nelle fumetterie, sui canali di vendita di Star Comics e a Lucca Comics & Games, uno degli eventi più attesi dell’anno per gli appassionati di fumetti e cultura pop. I numeri successivi sono previsti rispettivamente per dicembre e gennaio 2025.

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