Il missile caduto in Polonia sarebbe ucraino. Boni: «Non comincia così la Terza Guerra Mondiale»

«Il missile caduto è stato probabilmente un incidente sfortunato». A meno di 24 ore dalla caduta del razzo su un'azienda agricola a Przewodow, villaggio in Polonia a 5 km dal confine con l'Ucraina, e che ha ucciso due agricoltori tocca proprio al presidente polacco, Duda, spiegare che non si è trattato di un attacco russo, o di un missile russo fuori controllo caduto lontano dal bersaglio ma molto probabilmente di un razzo della contraerea ucraina (o una parte di esso) finito oltre confine inavvertitamente.

Insomma, quello che per alcune ore ha fatto addirittura temere per un allargamento alla Nato del conflitto russo-ucraino, molto probabilmente è stato solo un incidente di quelli che però erano da tempo attesi e previsti visto il perdurare e la violenza di questa guerra. Nessuna possibilità quindi di utilizzo degli articoli 4 e 5 della Nato che prevedono la possibilità di una risposta dell'intera alleanza atlantica in caso di aggressione ad un singolo paese.

A confermare quanto affermato dal presidente Duda ci ha pensato anche l'Ucraina. Kiev infatti avrebbe confermato che proprio nelle ore dell'episodio e proprio in quell'area del paese era in corso attività contraerea per fermare il pesante attacco portato con quasi 200 cruise da Mosca contro quasi venti città ucraine, comprese località vicino al confine con la Polonia. Di questi 200 cruise ben 93 sarebbero stati intercettati ed abbattuti con successo.

Anche la Nato, riunitasi in mattinata, confermava questa ipotesi aggiungendo, secondo quanto riferito dal suo Segretario Generale, Jens Stoltenberg che «dall'inizio della guerra la Nato ha aumentato la sua vigilanza sul lato orientale. Le indagini sull'accaduto sono in corso, necessitiamo di aspettare l'esito ma non abbiamo indicazioni che le esplosioni siano frutto di un attacco deliberato e non abbiamo indicazioni che la Russia stia preparando di un attacco alla Nato». Ed è stata inoltre respinta la richiesta avanzata da Kiev per l'istituzione di una no-fly zone sul territorio dell'Ucraina. «Sarebbe troppo rischioso e potrebbe allargare il conflitto» ha spiegato da Bali il cancelliere tedesco Scholz.

Mosca nel pomeriggio ha convocato l'ambasciatore polacco presso il Ministero degli Esteri per delle comunicazioni. La posizione del Cremlino è sempre rimasta la stessa, fin da ieri sera: «Non abbiamo alcuna responsabilità e. piuttosto, si è trattato di una provocazione di Kiev che vuole scatenare una guerra globale».

Abbiamo chiesto al Generale di Corpo d’Armata Maurizio Boni una valutazione su quanto accaduto nelle ultime ore: « Il commento che viene spontaneo fare è che non si rischia il confronto diretto con la NATO e la terza guerra mondiale attaccando deliberatamente un villaggio agricolo privo di ogni valenza strategica situato, oltretutto, nel territorio dello stato membro che più di ogni altro nell’ambito dell’Alleanza Atlantica ha sempre elevato i toni del confronto con Mosca. Sarebbe controproducente per i russi provocare la Polonia, molto influente nell’ambito della NATO e pilastro politico militare della difesa del fianco orientale. Mentre scriviamo non siamo ancora sicuri di quello che è successo, ma certamente un campo di grano polacco, per la Russia, non vale il rischio che starebbero correndo. Varsavia ha tutto il diritto di chiedere il meeting di tutti i membri dell’Alleanza, secondo i dettami dell’Articolo IV del Trattato Nord Atlantico, a seguito della violazione subita dell’integrità territoriale e della sicurezza del proprio territorio. È questa la sede istituzionale dell’Alleanza per valutare le circostanze dei fatti ed effettuare la valutazione politico militare dei loro effetti, ma in ogni caso non credo che l’invocazione dell’applicazione della clausola della difesa collettiva dell’Art. V troverebbe (giustamente) molti consensi».

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