Ipersonici, balistici, nucleari, mini guida per capire i missili di Putin
Tra missili da crociera, balistici, ipersonici, a corto e lungo raggio, sovente si riesce a fare grande confusione. Il motivo, principalmente, è che la classificazione di questi ordigni avviene per gittata ma anche per come sono costruiti, per le prestazioni e per come vengono lanciati, se da camion, sommergibili, aerei o piattaforme. Inoltre, la Nato ha classificato per tipologie dando a ogni missile una sigla (SS) e questo crea un elenco di nomi occidentali che duplica il tutto. Ne nascono sigle sovente incomprensibili che disorientano chi scrive e chi legge. Proviamo a fare chiarezza con una panoramica delle capacità russe conosciute.
Oggi come erede dell'arsenale nucleare sovietico, la Russia schiera la forza missilistica nucleare più grande e diversificata al mondo e sta spendendo oltre un terzo dei soldi destinati alla Difesa nel settore missilistico, ovvero circa l'equivalente di 130 miliardi di dollari. Il motivo è che i missili nucleari, una volta costruiti, vanno costantemente mantenuti e aggiornati, e questo vale sia per quelli con capacità di trasportare testate di guerra tradizionali, sia per quelli con capacità nucleare.
Restando nel campo delle sigle occidentali, con ICBM si intende un missile balistico intercontinentale, quindi un sistema volante (non i specifica la piattaforma di lancio), che ha una gittata sufficiente per sorvolare un oceano e che per farlo sfrutta una traiettoria appunto balistica, salendo oltre l'atmosfera grazie al razzo e poi ricadendo verso l'obiettivo. La sigla MRBM o IRBM identifica quelli a medio raggio (tipicamente fino a 2000km) e con CRBM si intendono missili balistici “Close Range”, ovvero a corto raggio, ma ancora la sigla non identifica né la possibilità nucleare né da dove possa essere lanciato. Un esempio di questo secondo tipo sono gli OTR-21 Tochka, cha la Nato chiama SS-21 Scarab. Ovviamente ogni classe ha caratteristiche progettuali diverse, in particolare nell'uso di motori a razzo con propellente liquido per quelli intercontinentali e genericamente propellente solido per quelli a corto raggio. Infine ci sono gli SRBM, dove la S sta per Submarine indicando che possono essere lanciati da sottomarini. Normalmente questi hanno capacità nucleare e in seno alla Nato diventano SS-N- e quindi sempre un numero e un nome. Esempio: SS-N-23 Skiff è un missile balistico, intercontinentale, lanciabile da sommergibili, propulso con propellente liduido e con capacità nucleari e gitatta di circa 8.000 km.
Nella storia delle crisi internazionali dal Dopoguerra a oggi abbiamo imparato termini come Scud, che erano del tipo balistico, ora ritirati per vetustà dalla Russia ma presenti in tante nazioni che li acquistarono e produssero. Spesso sottoposti a copiatura dei progetti, gli Scud sono serviti come base tecnica per i programmi missilistici di numerosi paesi in tutto il mondo, sovente avversari degli Usa, che li hanno usati come base tecnica per i programmi missilistici balistici di Iran e Corea del Nord. Lo Scud fu esportato in grandi quantità dall'Unione Sovietica durante la Guerra Fredda, tuttavia, la loro proliferazione aumentò quando la Corea del Nord esportò progetti e componenti in paesi come Egitto, Iraq e Yemen. E da dove oggi vengono armati come possibile e lanciati verso Israele e Mar Rosso. Discorso differente sono i missili ipersonici, termine che indica la possibilità di volare e soprattutto manovrare a velocità molte volte superiori a quelle del suono. Lo scopo è rendere difficile l'intercettazione da parte di altri sistemi antiaerei, poter cambiare bersaglio rapidamente e colpire con precisione. La velocità è importante perché più velocemente viaggia un missile, più velocemente raggiunge il bersaglio e meno tempo ha il difensore per reagire. In Occidente esistono missili che vengono lanciati in gruppi e si scambiano dati tra loro mentre sono in volo, al fine di raggiungere sempre l'obiettivo primario qualora uno di essi venga distrutto. Esistono poi sigle riferibili a caratterische proprie del carico utile del missile, come MIRV, che significa missile balistico a testata multipla, ovvero ognuna può essere relativamente indirizzata entro un raggio predefinito verso un bersaglio diverso.
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