Moda
November 24 2022
La violenza di genere continua a essere un fenomeno preoccupante in tutto il mondo. Si conta che una donna su tre subisca qualche tipo di violenza nel corso della sua vita e ogni 11 minuti una donna viene uccisa da un familiare.
Nell’ultimo rapporto Istat, pubblicato in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne che si tiene ogni 25 novembre, si legge come il lockdown abbia amplificato i comportamenti violenti contro il sesso femminile, con 4.310 chiamate annue al 1522. La stragrande maggioranza delle vittime risulta avere un’età compresa tra i 35 e i 45 anni (39,5%), si tratta soprattutto di donne nubili (42,7%) o coniugate (33,7%), per la maggior parte in possesso di un’ occupazione (35,7%) e di nazionalità italiana (83,7%). In quanto al titolo di studio, la maggior parte degli interpellati preferisce non rispondere, ma sappiamo che il 23% dichiara di essere in possesso di una licenza media superiore e il 13,3% di una laurea.
Il fatto che si tratti soprattutto di violenze domestiche, è dimostrato dal fatto che il maltrattante è il marito/moglie della vittima nel 31% dei casi, ma anche il suo convivente nel 13,9% dei casi e l’ex partner nel 10,9%. Le vittime che nel primo trimestre del 2022 hanno segnalato gli abusi sono perlopiù vittime senza figli (37,8%), seguite dalle vittime con figli minori (30,1%) e con figli maggiorenni (23,9%).
È importante sottolineare anche come la violenza abbia diverse forme, non solo quella fisica. Anche se le percosse rientrano tra gli abusi più denunciati (44,1%), un 34,1% di donne parla da violenze psicologiche che possono manifestarsi sotto forma di offese, insulti, umiliazioni, svalutazioni, possessività e limitazione delle libertà personali. Seguono le violenze sessuali (6,1%), che vengono perpetrate anche nei confronti del proprio partner e le minacce (5,8%), che si verificano soprattutto quando la donna è in una posizione di dipendenza economica o ha paura di perdere i propri figli. Molestie sessuali (1,5%) e violenze economiche (1,3%), chiudono questo triste quadro.
Per portare alla luce questo problema diffuso, ma troppo spesso ignorato, Pomellato ha organizzato una serata a favore di CADMI - Casa di Accoglienza delle Donne Maltrattate di Milano - portando al Teatro Manzoni le voci audaci di donne che, con la loro visione e il loro operato, rappresentano una nuova energica ondata di attivismo.
Donne, audacia, libertà, questo il titolo della serata, liberamente ispirato allo slogan scandito dalle donne iraniane impegnate in nella lotta per l’autodeterminazione. «L’audacia è una forza che possiamo sviluppare dentro di noi, che ci spinge verso imprese difficili o pericolose, o anche eroiche, per difendere e affermare valori imprescindibili, come la libertà o la dignità. Denunciare la violenza fisica, verbale, psicologica, economica richiede tale forza. Il sostegno di Pomellato alle donne si esprime attraverso #PomellatoForWomen, la piattaforma che dà voce ai temi della sorellanza, dell’uguaglianza di genere, dell’inclusività e si realizza con il nostro impegno a favore di CADMI. Mi auguro che tutte le generazioni di donne che vivono in prima persona violenze di genere, abbiano l’audacia di rompere il silenzio, di cercare il supporto di chi può offrire loro ascolto e protezione», ha dichiarato durante la serata Sabina Belli, AD del Gruppo Pomellato.
Ma lo storico marchio di gioielli nato a Milano nel 1967 non è l’unico ad aver fatto sentire la sua voce in occasione del 25 novembre. CULT ha infatti creato un anfibio d’autore per «dare un calcio alla violenza maschile contro le donne» e sostenere chi, da anni, è in prima linea per combatterla. L’iconico combat boot del brand diventa così la tela speciale sulla quale si esprime la mano di Carolina Barbieri, Martina Ceccarelli e Carlotta Moretti, le anime del collettivo artistico A M’L RUM DA ME, seguendo una visione di femminilità grafica e sperimentale ricca di rimandi cromaticamente intensi.
Una scarpa che, da 35 anni, accompagna le donne nel quotidiano, regalando loro sicurezza e stile, e che, «The Only One Cult» in occasione del 25 novembre, sarà messa all’asta nella sua versione customizzata sulla piattaforma CharityStars. Il ricavato dell’iniziativa sarà interamente devoluto all’Associazione Differenza Donna, ONG che dal 1989 lavora per diffondere una cultura di genere e promuovere la libertà e le aspirazioni delle donne in una società partecipativa, democratica e libera dalla violenza.
Attic and Barn si è invece schierato in prima linea a sostegno delle attività dell’associazione «Frida - Donne che sostengono le donne» che, dal 2008, agisce per prevenire e contrastare la violenza contro le donne, attraverso centri, sportelli di aiuto e case di rifugio con il corollario di una serie di attività dal forte impatto sociale.
Il brand, che fa capo all’azienda trevigiana NYKY fondata da Michela e Alessandro Biasotto, scrive così un altro importante capitolo della sua storia tutta al femminile prevedendo una serie di donazioni di abiti e accessori per le ospiti delle case rifugio e per le donne impegnate nei percorsi di uscita dalla violenza promossi dalla Onlus.
Inoltre, per accendere i riflettori su una piaga ancora presente nella società attuale, Attic and Barn porterà avanti un’attività di sensibilizzazione coinvolgendo in primis l’artista eclettica Giulia Sollai, fondatrice del progetto «La Casetta Dell’Artista» che creerà un disegno simbolo di speranza e solidarietà ad hoc per il brand e alcune talent alle quali, simbolicamente, invierà in dono una corona di fiori. Una scelta non casuale che richiama l’accessorio prediletto dalla pittrice messicana Frida Kahlo, da cui la Onlus prende il nome, la cui vicenda umana e privata l’ha resa icona del femminismo moderno, simbolo di libertà e di indipendenza. La sua vita difficile, segnata dalla malattia e dal rapporto intenso con la sofferenza non le ha impedito di esprimersi con coraggio attraverso la sua arte e di rifuggire dalle norme imposte dalla società sbandierando una fierezza e una forza che hanno ispirato e ancora ispirano le donne di tutto il mondo.
«Con questo piccolo gesto vogliamo contribuire a migliorare il futuro di tutte quelle donne che hanno sofferto e che devono ritrovare il gusto e la bellezza della vita lasciandosi alle spalle il passato e affrontando il domani con coraggio» ha spiegato Alessandro Biasotto a margine dell’iniziativa.
Atelier du Sac rinnova invece per il secondo anno il suo sostegno a Dress for Success, l’organizzazione mondiale no profit impegnata ad aiutare le donne nel raggiungimento della propria indipendenza economica attraverso un percorso di inserimento nel mondo del lavoro.
Un aiuto concreto che ha il suo centro ideale nelle bag che il brand donerà all’associazione e che saranno parte di quel “corredo” vestimentiario di cui potranno beneficiare le donne supportate, che spesso non possono permettersi un abbigliamento adeguato per rimettersi in gioco e per le quali il look costituisce un primo, importante punto di partenza.
E Fiona, il modello scelto da L’Atelier du Sac, è perfetto per favorire un atteggiamento di sicurezza e di fiducia nelle proprie capacità grazie alla sua essenza di work bag, capiente ed elegante, le cui linee decise sono ammorbidite dal dettaglio della nappa materica quasi incastonata sul davanti. La dimensione ampia della borsa le permette di contenere documenti e laptop ma senza perdere quella classicità che la rende automaticamente autorevole e rassicurante. Un accessorio no season, declinato in 4 diverse tinte – verde bosco, bordeaux, nero e miele- che diventa il perfetto biglietto da visita di una donna pronta a riprendere il suo cammino con sicurezza e forte di uno stile senza compromessi che accompagna, anche esteriormente, la sua personalità.
«L’amore non fa male» è invece il messaggio scelto da Martino Midali per la sua capsule collection di t-shirt, realizzate in collaborazione con la textile designer Debora Delli per ribadire la necessità urgente di un mondo libero dalla violenza e dalla discriminazione di genere, nel quale ogni donna possa sentirsi al sicuro.
Parte del ricavato dalle vendite di ciascuna t-shirt verrà devoluto al Centro Antiviolenza Cerchi D’Acqua di Milano, la cooperativa sociale Onlus che dal 2000 si impegna ogni giorno per contrastare la violenza sulle donne e si occupa delle conseguenze che questa comporta sul benessere psicofisico degli attori coinvolti e delle loro relazioni.
Ha scelto di creare una t-shirt anche Manila Grace. Una capsule realizzata in cotone soffice che si caratterizza per gli irriverenti disegni che ritroviamo raffigurati sulle magliette. Vignette tra donne coraggiose che si burlano delle limitazioni che le donne hanno subito e subiscono nella Moda nel corso della Storia. Ma anche incantevoli disegni che valorizzano la bellezza e la femminilità. Un vero e proprio inno alla libertà delle donne che ancora oggi devono lottare per i loro diritti.
Il ricavato dalle vendite, in questo caso, andrà a sostegno del progetto charity “ASCOLTO E ACCOMPAGNAMENTO: Azioni di prossimità rivolte a donne vittime di violenza domestica” curato dall’associazione A.C.I.S.J.F. Protezione della Giovane Associazione di Verona.