Mondiale al via (non per tutti). Finalmente si gioca

Si parte. Finalmente. Spazio al pallone e un po' meno al contorno, che rimane la cosa più importante, visto che il Mondiale d'inverno in Qatar non lo digerisce nessuno e nulla farà cambiare idea nonostante tutte le rassicurazioni, ma che finisce anche per diventare di troppo visto che il tempo per correggere la sciagurata idea della Fifa di Blatter c'è stato e nessuno lo ha sfruttato. Più realista di tutti, ieri Gianni Infantino si è preso la scena per rivendicare il Mondiale che non piace a nessuno: ha citato il Kennedy di Berlino 1963 spiegando di sentirsi allo stesso tempo qatari, arabo, africano, gay, migrante e disabile. Frase ad effetto, perfetta dal punto di vista comunicativo anche se poi il numero uno del calcio mondiale è scivolato quando ha inserito nello stesso discorso le discriminazioni di cui soffrono le minoranze a Doha e dintorni e i guai passati in gioventù perché dotato di capelli rossi e pessimo accento tedesco.

Poco male, si parte e tra qualche ora tutto sarà alle spalle. Non è bello da dirsi e nemmeno da pensarsi, però è molto pragmatico e siccome il Mondiale è innanzitutto un immenso business non c'è dubbio che alla fine prevarrà la voglia di prendere il meglio dal mese in mezzo al deserto. Tutti sperano che si tratti di una prima e ultima volta, nessuno è in grado di garantirlo. Anzi. Avanza già la candidatura dell'Arabia Saudita per l'edizione 2030 e, quindi, il bis potrebbe essere alle porte.

Si parte e il fischio d'inizio lo darà il nostro Daniele Orsato. Dovremmo esserne orgogliosi, visto che sarà l'unico italiano a mettere i piedi all'interno di un campo nei prossimi trenta giorni. Siccome, però, siamo la patria della caccia all'arbitro (e Orsato non si è fatto molti amici nella sua carriera), il fatto che il primo fischietto sia uno di noi è passato sotto silenzio se non circondato di ottuso sarcasmo. Orsato chi? Quello che non ha espulso Pjanic? Siamo nel 2022 ed era il 2018 ma il livello del nostro calcio e questo e ce lo dobbiamo tenere.

Si parte e, per dirla con franchezza, non sarà una prima giornata memorabile. Qatar-Ecuador è la sfida inaugurale che nessuno voleva, nemmeno la Fifa che infatti l'aveva relegata nel ruolo di spalla; poi, però, l'emiro si è fatto sentire e per la prima volta nella storia (speriamo anche che sia l'unica) il via del Mondiale è stato anticipato di un giorno per accontentare chi paga. L'augurio è che sia stata l'unica concessione.

Si parte, ma non è per tutti. Karim Benzema è tornato a casa ieri a tarda sera, tradito da un brutto infortunio muscolare. Nella valigia il Pallone d'Oro da poco conquistato e il sogno di completare una stagione perfetta. C'è la prima vincitrice del Mondiale ed è la Francia, la nazionale più sfigata fin qui avendo dovuto contabilizzare i forfait di Maignan, Kanté, Pogba, Nkunku e ora Benzema. Hanno Mbappé e magari il titolo se lo prenderanno lo stesso, ma di sicuro non sono partiti con il piede giusto. Dispiace? Dipende. Per chi come noi è condannato a guardare gli altri dal buco della serratura sarà una sorta di Palio di Siena: se non puoi vincere tu, che almeno perda il tuo acerrimo nemico.

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