Italia
October 24 2023
Duemila euro per un fine settimana. Non è un'utopia ma la realtà di chi vuole concedersi un viaggio in una località di montagna italiana, e nemmeno magari tra le più esclusive. Vi direte: ma è impossibile; e vi chiederete: ma come siamo arrivati a questo prezzo? La risposta è semplice: contate il mezzo di trasporto, prendiamo per esempio l'auto. Aumenti del carburante, aumenti delle autostrade, parcheggio. Aggiungeteci un hotel. Supponendo di partire con destinazione un hotel tre o quattro stelle, quindi non una categoria extra lusso, e passarci due notti in una camera doppia. Due adulti. Non contiamo i bambini - per ora. A questo metteteci lo skipass, il noleggio dell'attrezzatura, i pasti in baita. Concedetevi uno sfizio, ma solo uno. E voilà. Il gioco è fatto. Le cifre alle stelle arrivano a mettere la lunga mano nel portafoglio degli italiani rendendo la montagna un lusso per pochi.
Come vi abbiamo già raccontato, prendendo in considerazione le cinque località sciistiche più belle in Italia, dalle Dolomiti, a Madonna di Campiglio, a Courmayeur, a Bormio, fino a Cortina d’Ampezzo, come per questa stagione tutte presentino dei listini prezzi da capogiro per skipass stagionali, giornalieri e lezione con il maestro di sci.
E vi abbiamo anche già raccontato di come, proprio per questo, lo sci sia considerato dagli italiani uno sport sempre più elitario Fuori budget. Lontano dalla fotografia della gente comune.
E quindi? Località di lusso, esclusive, acclamate in tutto il mondo sono ovviamente care, carissime, pretenziose e a volte nemmeno così soddisfacenti sulle piste. Eppure, il dubbio che qualcosa nel sistema si sia inceppato nel sistema montagna-invernale-sci, sorge nel momento in cui andiamo su un qualsiasi motore di ricerca di viaggi, selezioniamo un weekend qualsiasi di dicembre, e come per magia compaiono cifre a due zeri, per notte, anche per piccoli paesi o frazioni di queste grandi mete e che - dunque - richiedono un ulteriore sforzo (utilizzo di mezzi pubblici, utilizzo della propria auto, etc) per gli spostamenti dall'alloggio all'area di accesso alle piste e viceversa.
Preoccupante? Nemmeno troppo. Perché il turismo di lusso, quello che ti fa atterrare sulle piste o ti porta uno chef stellato in alta quota è richiestissimo. Così tanto da far passare tutto il resto in secondo piano. Il turismo pre-Covid è un lontano ricordo. Chi può spendere non ha paura di mostrarlo, e le attività montane che vivono in prima persona l'età d'oro dello sci sono pronte a raccoglierne i frutti a piene mani. A maggio scorso, durante una conferenza di Federalberghi e Asat, era stato proprio Gianni Battaiola a sottolineare come, in Trentino, gli albergatori non avrebbero più misurato "i risultati in presenze ma in fatturati, puntando su una clientela ad alta capacità di spesa".
E come il Trentino tante altre mete. Basta fare un semplice test, cercare su un qualsiasi motore di ricerca notizie sulla montagna nella stagione invernale. Ed ecco che verrete agguantati da una serie di titoli che richiamano a paesaggi di lusso, chalet mozzafiato, location esclusive sulle piste, cene gourmet vista monte XYZ e chi più ne ha più ne metta.
E il boom è reale. Perché facendo un rapido giro di telefonate, in strutture tutte cinque stelle lusso nelle località più in voga del momento, per periodi come l'Immacolata o Capodanno il soldout è una risposta comune. Certo, ci sono le famose liste d'attesa. Ma il punto non è quello. Spendere anche 10.000 euro per l'esclusività della montagna non spaventa più e anzi, è diventato il vero lusso a portata di mano. A confermare il trend che il lusso e la montagna vadano ormai a braccetto è stato Club Med che ha sottolineato come "abbiamo stabilito un nuovo record con le vacanze in montagna. Nel primo semestre del 2023, l'utile operativo è salito a 159 milioni di euro, registrando una crescita del 180% rispetto al 2022 e del 100% rispetto al 2019. La principale causa di questo notevole incremento è stata la popolarità dei soggiorni in alta quota, che sono aumentati del 45% rispetto al 2022".
E anche la voglia di acquistare una casa in montagna sembra essere immune alla crisi, soprattutto per coloro che possono permetterselo. L'interesse per l'abitare in località montane è in costante crescita, e di conseguenza, i prezzi delle proprietà stanno raggiungendo livelli sempre più elevati. Questa tendenza è stata evidenziata da Abitare Co., una società specializzata in intermediazione e servizi immobiliari per le nuove residenze, che ha analizzato il profilo delle case di montagna e le preferenze degli acquirenti. Nel corso del 2022, il costo al metro quadrato per l'acquisto di abitazioni nuove o ristrutturate in località rinomate è aumentato del 2,8% in media in Italia e addirittura del 11,5% all'estero rispetto all'anno precedente.
In Italia, i prezzi al metro quadrato variano notevolmente, con una media di 1.450 euro a Sella Nevea, in Friuli-Venezia Giulia, e raggiungono incredibili 13.000 euro al metro quadrato a Cortina d'Ampezzo, nelle Dolomiti.
Un confronto con le località delle Alpi svizzere e francesi rivela una notevole diversità nei prezzi. Solo Cortina d'Ampezzo, Madonna di Campiglio e Courmayeur riescono ad avvicinarsi a destinazioni come St. Moritz in Engadina (23.900 euro al metro quadrato), Gstaad (23.600 euro al metro quadrato), Courchevel e Zermatt (entrambe 19.700 euro al metro quadrato).
Tuttavia, il divario rimane significativo, soprattutto per le sontuose chalet di lusso, che possono toccare i 40.000 euro al metro quadrato a Gstaad e 30.000 euro al metro quadrato a St. Moritz. La differenza tra i prezzi medi nazionali e quelli delle località di lusso oltreconfine è vicina al 60%. Nella classifica delle prime cinque località in Italia si collocano Madonna di Campiglio (9.500 euro al metro quadrato), Livigno (9.350 euro al metro quadrato) e Selva di Val Gardena (7.950 euro al metro quadrato).
Ma cosa cercano gli acquirenti in queste località montane? L'80% delle persone in cerca di una casa in una località sciistica preferisce immobili di nuova costruzione o recentemente ristrutturati, situati vicino agli impianti sciistici o al centro del paese. Inoltre, cercano posti auto coperti, spazi per riporre sci e scarponi, camini, terrazzi e balconi.
Nel range dei prezzi compreso tra 5.000 e 7.000 euro al metro quadrato, è possibile trovare numerose località distribuite lungo l'intero arco alpino, da Cervinia (5.500 euro al metro quadrato) a Ponte di Legno (6.100 euro al metro quadrato), da Bormio (6.950 euro al metro quadrato) a Sestriere (6.350 euro al metro quadrato). Per chi ha un budget più contenuto, esistono ancora molte località affascinanti amate sia da turisti italiani che stranieri, come Gressoney in Valle d'Aosta (4.600 euro al metro quadrato), Selva di Cadore in Veneto (3.000 euro al metro quadrato) e Merano in Trentino-Alto Adige (3.000 euro al metro quadrato). Anche per coloro con un budget limitato, ci sono opzioni interessanti, come Sella Nevea in Friuli (1.450 euro al metro quadrato), Piancavallo (1.850 euro al metro quadrato), Tarvisio (2.100 euro al metro quadrato) e Peio in Trentino (1.850 euro al metro quadrato).
Tra i benefit più richiesti da chi la montagna se la vuole godere nel lusso più smisurato ci sono gli accessi privati alle piste, cene stellate in alta quota, spa esclusive nella neve con trattamenti cinque stelle, e le esperienze. Sono proprio queste ultime a giocare un ruolo chiave nel settore. Igloo nella neve sperduti tra i boschi, giri in elicottero e tour eno gastronomici tra chicche culinarie locali e pregiate etichette conservate in cantine esclusive sono uno dei plus che rende le montagne italiane sempre più appetibili a chi, del lusso, davvero non ha paura.