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Morti di lavoro, la strage silenziosa

La strage dei morti sul lavoro non si ferma. Sono cinque gli operai deceduti questa notte dopo essere stati travolti da un treno della linea Torino-Milano a un chilometro dalla stazione ferroviaria. Le vittime stavano effettuando dei lavori di manutenzione presso la stazione di Brandizzo quando il treno che viaggiava a 160 km orari li ha falciati. Un dramma non isolato che ci ricorda altri operai che negli ultimi anni hanno perso la vita mentre lavoravano nelle ferrovie. Era il 21 giugno 2022 quando un operaio di 58 anni è morto travolto dal treno regionale in transito, mentre lavorava nel cantiere ferroviario di località Ponticelli nel comune di Città della Pieve.

Solo qualche mese dopo ad ottobre 2022 un altro operaio di 55 anni di una ditta appaltatrice esterna a Rfi, ha perso la vita a causa di un esplosione del locomotore di un treno cantiere di cui era alla guida per la manutenzione della linea ferroviaria tra Taggia e Ventimiglia. Mentre il 23 novembre del 2018 il 35enne Nicola Di Sanzo, morì sui binari, falciato da un treno in corsa, al termine di un turno notturno trascorso a riparare le linee elettriche ferroviarie. Una morte avvenuta a soli quattro anni di distanza dalla tragica fine di tre operai travolti e uccisi nel 2014 dal treno regionale Gela-Caltanissetta, tra le stazioni di Butera e Falconara. I tre, dipendenti della Rfi stavano eseguendo dei lavori sui binari e non si sono accorti del convoglio che sopraggiungeva.

Il numero dei morti sul lavoro

È una strage silenziosa quella dei morti sul lavoro che aumenta di anno in anno ed ha registrato secondo l’Osservatorio della sicurezza sul lavoro e ambiente Vega, nei primi sei mesi del 2023, 450 vittime. Di queste, 346 sono morte per gli infortuni mortali sul lavoro e 104 quelli "in itinere". Tra le altre cose, l'Osservatorio produce una mappa su base regionale dove

la regione Lombardia detiene la maglia nera per il maggior numero di vittime (64), seguita da Lazio (33) e Veneto (32). Per i decessi invece, nei primi sei mesi del 2023 è il settore trasporti e magazzinaggio a registrare il maggior numero di decessi (50) seguito dalle Costruzioni (39), dalle attività manifatturiere (37) e dal commercio (27). La fascia d’età numericamente più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è quella tra i 55 e i 64 anni dove le vittime sono 80 su un totale di 207. Mentre nel 2022

il bilancio di fine anno delle vittime sul lavoro nel nostro Paese è stato di 1.090 lavoratori che da gennaio a dicembre 2022 hanno perso la vita da Nord a Sud, con una media di oltre 90 vittime al mese. Stiamo parlando di oltre 20 decessi a settimana e di almeno 3 infortuni mortali al giorno dove è il settore Costruzioni a far rilevare il maggior numero di decessi (131 vittime), seguito da Traporti e Magazzinaggio (117) e Attività manifatturiere (100).

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro resta quella tra i 55 e i 64 anni (303 su un totale di 790). Ma l’indice di incidenza più alto di mortalità rispetto agli occupati viene rilevato ancora tra i lavoratori più anziani, gli ultrasessantacinquenni, che registrano 93,6 infortuni mortali ogni milione di occupati. Questi dati confermano anche alla fine del 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più vecchi.

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