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September 06 2021
A 88 anni è morto Jean-Paul Belmondo, il brutto più affascinante del cinema francese. A darne la notizia alla France Presse è stato il suo avvocato. Naso da pugile, labbra carnose, sguardo che inchioda, Jean-Paul Belmondo è stato uno dei sex symbol del cinema europeo degli anni Sessanta e Settanta, "rivale" mediatico dell'altro bellone francese, Alain Delon.Stile scanzonato, magnetico nel carisma, Jean-Paul Belmondo è stato l'attore mascalzone dall'aria eternamente spensierata.
Tra i suoi primi film A doppia mandata di Claude Chabrol, che tra l'altro fu presentato alla 24^ Mostra del Cinema di Venezia, festival ora in corso (all'edizione 78) e che probabilmente troverà il modo per omaggiare Belmondo. Ne La ciociara (1960) di Vittorio De Sica, accanto a Sophia Loren, Belmondo fu un giovane intellettuale antifascista fuggiasco. Ma è stato Fino all'ultimo respiro di Jean-Luc Godard a lanciarlo nell'Olimpo dei divi, come eroe nero dagli istinti criminali. Da questo film nasce l'icona di Belmondo, simpatico truffatore, malvivente disinvolto. Oppure da duro con il cuore tenero come nella commedia L'uomo di Rio (1964) di Philippe de Broca.
Talento versatile, pur non così smanioso di attaccarsi addosso l'etichetta di attore impegnato, ha lavorato in molti film d'autore: Lo sciacallo (1963) di Jean-Pierre Melville, Il ladro di Parigi (1967) di Louis Malle, La mia droga si chiama Julie (1969) di François Truffaut, Trappola per un lupo (1972) di Claude Chabrol, Stavisky il grande truffatore (1974) di Alain Resnais… Nel film Borsalino (1970) di Jacques Deray abbiamo trovato i due sex symbol, Belmondo e Delon, criminali dalla stessa parte, amici e soci in malaffare.
Recentemente il documentario Belmondo - Le magnifique (2017) di Bruno Sevaistre ha ripercorso la sua vita, partendo dalla sua infanzia, ragazzo di buona famiglia che dimostrò presto talento per la recitazione, incoraggiato dal padre scultore.
Uno degli ultimi film invece in cui possiamo vederlo ancora in azione, come attore è Un uomo e il suo cane (2008) di Francis Huster.