Mosca si ri-autorizza esperimenti nucleari
Mercoledì 25 ottobre il Consiglio federale della Camera alta russa ha approvato all’unanimità il disegno di legge che revoca la ratifica del trattato sulla messa al bando totale degli esperimenti nucleari (Ctbt), un provvedimento che accresce la tensione tra Mosca e l’Occidente nel contesto della guerra con l’Ucraina e che era passato con votazione accelerata la settimana scorsa presso la Camera bassa. Al momento, quindi, tale dispositivo di legge attende soltanto la firma del presidente Vladimir Putin per entrare in vigore. Il primo annuncio sulle intenzioni di ritirarsi dal trattato per “rispecchiare la posizione degli Stati Uniti”, che lo avevano firmato, ma secondo Mosca mai ratificato, era stato dato il primo ottobre scorso quando il Cremlino aveva anche riconfermato di aver rimesso in servizio di combattimento il sistema missilistico nucleare avanzato Sarmat. E dopo il primo passaggio parlamentare russo, il Dipartimento di Stato americano all’inizio di ottobre aveva dichiarato: “Una mossa come questa da parte di qualsiasi Stato mette inutilmente in pericolo la norma globale contro i test sugli esplosivi nucleari; la Russia non dovrebbe esercitare il controllo degli armamenti né una retorica nucleare irresponsabile”.
Non è chiaro se la revoca del trattato porterà la Russia a riprendere a breve i test sulle armi nucleari, poiché lo stesso Putin pochi giorni prima (era giovedì 5 ottobre), aveva dichiarato: “Sento appelli per iniziare a collaudare nuove armi nucleari (…) non sono pronto a dire se abbiamo davvero bisogno di condurre nuovi test o meno”. A fare finta di gettare acqua sul fuoco è stato invece il viceministro degli Esteri Sergei Ryabkov, il quale negli stessi giorni aveva dichiarato: “Mosca continuerà a rispettare il divieto e riprenderà i test nucleari solo se gli Stati Uniti lo faranno”, ma lo ha detto seppur sapesse che da lì a pochi giorni in Nevada sarebbe stato condotto un nuovo esperimento sul quale Washington ha dichiarato che si trattava di una sperimentazione per “rilevare esplosioni nucleari a bassa potenza”. Ryabkov, presentatosi al Consiglio della Federazione russa, aveva però riportato che l’esplosione era “senza dubbio un segnale politico; come ha detto il nostro presidente, dobbiamo stare in allerta, e se gli Stati Uniti si avviano verso l'inizio dei test nucleari dovremo rispondere allo stesso modo”.
Con l’abbandono del Ctbt l’ultimo trattato bilaterale sulle armi nucleari rimasto in essere tra Washington e Mosca è il Nuovo Start (New Strategic Arms Reduction Treaty, firmato da Usa e Federazione Russa a Praga l'8 aprile 2010 a firma di Barack Obama e Dmitri Medvedev, e rinnovato nel 2021 da Biden e Putin), in base al quale gli incaricati dei due paesi ispezionavano reciprocamente e regolarmente gli impianti nucleari stranieri, limitavano il numero delle testate costruite a 1.550 ciascuno e a 800 il numero dei vettori, intesi come camion, rampe, sottomarini, bombardieri, eccetera. Tuttavia, la Russia aveva sospeso le attività a febbraio, mentre la scadenza naturale dell’accordo avverrà all'inizio del 2026, quando non sarà più rinnovabile e occorrerà, nel caso, pensarne uno nuovo. E mercoledì 25 ottobre Ryabkov aveva detto ai giornalisti riuniti a Mosca che il Cremlino aveva ricevuto proposte informali dagli Stati Uniti per riprendere i colloqui su questioni di stabilità strategica e controllo degli armamenti “in isolamento da tutto ciò che sta accadendo”, specificando però che a oggi sia “semplicemente impossibile ritornare a tale dialogo senza un cambiamento nella considerazione profondamente ostile nei confronti della Russia”.
Dal punto di vista pratico la sospensione del New Start significa la fine degli scambi di informazioni relative allo stato dei rispettivi arsenali tra Usa e Russia, anche se dal punto di vista pratico le ultime ispezioni erano state fatte nel 2019 e poi fermate a causa della pandemia prima e della situazione ucraina dopo. Non è la prima volta che un trattato antinucleare viene sospeso: nel 1987 fu firmato da Ronald Reagan e Mikhail Gorbaciov lo storico Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), per il bando di qualsiasi missile da crociera o balistico basato a terra con gittata compresa tra i 500 e i 5.500 chilometri, ma dopo molte accuse reciproche di violazioni, nell’agosto 2019 gli Usa accusarono la Russia di una ennesima deliberata azione unilaterale e lo sospesero definitivamente.
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