Mostra del cinema di Venezia 2020: dalle camere sfitte alle prenotazioni online, le cose che cambiano
Che la Mostra del cinema di Venezia edizione 77, segnata dal Coronavirus, sia un'edizione particolare è evidente. Ma le novità che caratterizzeranno il Festival 2020 non sono solo quelle più macroscopiche come mascherine obbligatorie nelle aree esterne e in sala, posti ridotti per le proiezioni in nome del distanziamento, misurazione della temperatura corporea e gel igienizzanti, elementi purtroppo ormai di routine nelle nostre quotidianità stravolte dalla pandemia.
Ancora prima che la Mostra inizi, il 2 settembre con la cerimonia d'apertura e la proiezione di Lacci di Daniele Luchetti, per gli aficionados della rassegna del Lido risuonano altre grandi differenze rispetto alle edizioni precedenti, che ripercorriamo qui.
Camere sfitte al Lido
Chi frequenta la Mostra del cinema di Venezia lo sa bene: trovare una sistemazione al Lido è sempre un'impresa (e non solo per i prezzi faraonici che circolano). Già ad aprile, se non prima, inizia la corsa a prenotare un appartamento o un posto letto in casa o una camera in albergo.
Ebbene, quest'anno la difficoltà è opposta: trovare qualcuno che cerchi una sistemazione al Lido per la Mostra. Sono diverse le abitazioni o le camere rimaste sfitte.
L'abitudine tra accreditati è affittare una casa per la durata del festival e dividersi posti letto e spese.
Negli anni passati, pertanto, il passaparola tra addetti alla Mostra era «Sai di qualcuno che ha un posto libero in casa?». Quest'anno, invece, è stato «Sai di qualcuno che cerca un posto letto?».
Anche negli hotel la situazione è simile: c'è chi perfino pochi giorni fa, ancora indeciso se presenziare o no alla Mostra (in bilico sull'onda del bollettino dei contagi), chiamando l'albergo e mostrando i propri subbi sul confermare o meno la prenotazione veniva rassicurato «Non si preoccupi, decida con calma, le teniamo la prenotazione».
Al Lido saremo molti di meno quest'anno. E soprattutto italiani. Ma anche tra gli italiani addetti ai lavori in tanti sono rimasti a casa per prudenza o perché, in un'edizione della Mostra in tono minore (probabilmente no dal punto di vista della qualità, sicuramente sì sul fronte glamour), alcuni hanno preferito saltare.
E quindi… «Sai di qualcuno che cerca un posto letto?».
Cosa non sono cambiati, invece, sono i prezzi lagunari: è incredibile ma, anche sotto Covid, non esiste un «bonus affitti» al Lido.
Il pagamento last minute dell'accredito
Il 29 agosto scadeva la possibilità ultima di pagare l'accredito, rigorosamente online: quest'anno è stata bandita la possibilità di pagare in contanti in loco. Un occhio alla curva dei contagi, un altro al portafogli, molti hanno atteso sino all'ultimo prima di saldare il proprio accredito.
Del resto, se Barbera e Cicutto, rispettivamente direttore della Mostra e presidente della Biennale di Venezia, ci hanno creduto sin da aprile, quando in maniera quasi spavalda visto l'andamento del virus annunciavano «Venezia ci sarà», alzi la mano chi ha non pensato che qualcosa potesse andare storto. Magari con decreto ministeriale dall'alto, all'ultimo. E invece Venezia ci sarà. E noi ci saremo. Accredito pagato… all'ultimo.
L'ansia della prenotazione online
Altra novità imposta dal Covid, per evitare code all'ingresso in sala, è l'obbligo della prenotazione del posto online. Ovvero: una corsa al click che ha il sapore delle «resse digitali» del 1° aprile scorso, quando tutti pronti al via si sono riversati sul sito dell'Inps per richiedere il bonus Covid. E infatti, come capitò all'Inps, anche il sito dedicato della Biennale di Venezia (https://labiennale.boxol.it/) nel suo giorno di attivazione (il 30 agosto) ha avuto il suo 502 Bad Gateway: sito giù, ritenta.
A scontentare molti, poi, è questa ansia di dover prevedere tutto prima, altrimenti si rischia di non trovare posto. Il bello della Mostra del cinema era anche quello di decidere giorno per giorno, minuto per minuto, che film vedere, un po' come un bambino goloso che deve scegliere tra tanti gusti del gelato, così da incastrare in mezzo un incontro con un regista, un red carpet, una masterclass.
Per non parlare, poi, delle ore e dei giorni persi tra arrabbiature e frustrazioni per i meno avvezzi alla tecnologia, che per registrarsi e far coincidere password e codici hanno tirato giù magoni e accidenti. Il mondo digitale a volte facilita, a volte stressa.
Il regalo commovente
In questo momento di incertezze, emotivamente siamo un po' tutti corde di violino, nel bene e nel male. Ecco così che arriva il regalo che non ti aspetti, che ti fa commuovere.
Le Giornate degli Autori, rassegna autonoma all'interno della Mostra, ha voluto fare un piccolo regalo agli addetti ai lavori: il cinema è stato uno dei settori che più ha pagato la crisi in corso e c'è voglia di riprendersi, ricominciare e stringersi tra «sopravvissuti».
Ecco, quindi, l'e-mail che non ti aspetti, da Le Giornate degli Autori: «Prima che inizi il Festival in quest'anno così particolare, abbiamo pensato di farti questo piccolo regalo, come lo è stato per noi quando lo abbiamo visto la prima volta. Si chiama Solitaire, dura solo 8 minuti ed è una tenera storia d'amore che colpisce per la qualità ma anche per le circostanze in cui è nato». Solitaire è un cortometraggio di animazione in stop-motion, realizzato durante il lockdown da Edoardo Natoli, nel tempo trascorso, a casa. Protagonista un anziano bloccato sulla sedia a rotelle all'ultimo piano di un palazzo di Parigi: qualcosa che ricorda molto i mesi di serrata in casa che tutti abbiamo vissuto.
Natoli ha girato il corto con i mezzi che aveva a disposizione: una stampante, carta da parati, acquerelli e un cellulare con cui scattare delle istantanee. Uno scrigno di poesia che fa bene al cuore.
Solitaire di Edoardo Natoli sarà presentato al pubblico martedì 8 settembre alle 21:30 all'Isola degli Autori (ingresso gratuito, prenotazione obbligatoria).
Buona Mostra!
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