Mozzarella di bufala pericolosa sequestrata, le foto
Redazione
Si sostituivano all'Asl e somministravano alle bufale sane il vaccino contro la brucellosi in un periodo assolutamente vietato dalla legge, quello post parto, provocando la contaminazione del latte usato per produzione delle mozzarelle. Responsabili della "pratica illegale", definita "terapia" nelle intercettazioni telefoniche, i due imprenditori titolari nel Casertano, tra Castel Volturno e Carinola, di almeno sei allevamenti con annesso caseificio, Paolo Marrandino di 54 anni e il figlio Pasquale di 29 anni, finiti ai domiciliari insieme ai due veterinari Andrea Russo, 57 anni in servizio all'Asl, e al figlio 30enne Carmine, dipendente dell'azienda, nell'ambito dell'inchiesta coordinata dalla locale Procura della Repubblica ed eseguita dagli investigatori del Nucleo Agroalimentare (Naf) del Corpo Forestale dello Stato.
Con questa "terapia fai da te" continuavano a sfruttare anche i capi infetti rischiando concretamente di provocare la diffusione della malattia. Oltre duemila i capi sequestrati nel 2012 presso gli allevamenti anche se di questi solo 5, da analisi effettuate presso l'istituto zoo profilattico di Teramo, sono risultati affetti da brucellosi mentre per circa 300 capi è stata accertata la somministrazione del vaccino; gli animali, dopo due serie di analisi, sono risultati assolutamente sani e dissequestrati. Nell'indagine risultano indagate altre 10 persone, tra cui l'allevatore Arturo Noviello, titolare di un grosso allevamento a Castel Volturno. Il procuratore aggiunto Raffaella Capasso (ad eseguire le indagini anche il sostituto Giuliana Giuliano, ndr), ha spiegato in conferenza stampa che "il pericolo per i consumatori è molto ridotto per il fatto che il latte usato per la mozzarella oggi, come prevede il disciplinare di produzione, viene pastorizzato, per cui ad un certa temperatura il batterio della brucella muore". Gli allevamenti dei due imprenditori sono stati sequestrati due anni e mezzo fa e da allora non solo e' stata vietata la vendita del latte prodotto, ma centinaia di litri di liquido bianco contaminato stati distrutti insieme a centinaia di chili di "cagliata" tenuta in pessime condizioni igieniche e importata illegalmente da Paesi non facenti parte dell'Unione Europea