Lifestyle
May 04 2016
Nei mesi scorsi la sua storia aveva commosso il mondo. Murtaza Ahmadi, bimbo afghano di 5 anni, era stato fotografato mentre indossava una maglietta di Messi disegnata su un sacchetto di plastica. La foto, scattata dal fratello maggiore e postata su Facebook, aveva fatto il giro del web e commosso anche il campione argentino del Barcellona che a fine febbraio gli aveva mandato la sua maglia originale autografata promettendogli anche un incontro.
Le nuove immagini di Murtaza, sorridente con la vera maglia di Messi mentre gioca a pallone, avevano raccontato il lieto fine di una storia che non è però piaciuta ai talebani. Minacce telefoniche di rapimento e anche una lettera hanno convinto il padre del bimbo, Mohammad Arif Ahmadi, a vendere quel poco che aveva e a fuggire con tutta la famiglia dalla zona rurale della provincia orientale afghana di Ghazni, dove abitava, a Quetta.
"La vita era diventata un inferno per noi e la situazione molto rischiosa", ha raccontato Ahmadi alla Bbc, aggiungendo di avere ricevuto anche "pochi giorni fa, una chiamata da una gang locale con un richiesta di soldi perché presumevano che insieme alla maglia avessimo ricevuto del denaro. I talebani mi hanno chiesto perché mio figlio non studiasse il Corano in una scuola islamica e perché io gli permettessi e lo incoraggiassi a giocare a Pallone".
Nonostante le minacce il piccolo Murtaza non ha smesso di pensare al campione argentino e all'incontro promesso: "Messi, tu sai quanto ti ammiro. Vorrei che tu mi invitassi in modo che io possa venire e incontrarti" ha chiesto ai microfoni della Bbc. All'inizio dell'anno la Lega calcio afghana aveva promesso di organizzare un incontro in Afghanistan o in Spagna, incontro che non è ancora avvenuto.