Social network
August 07 2023
Come siamo finiti dinanzi alla battaglia nella gabbia tra Elon Musk e Mark Zuckerberg? E perché due degli imprenditori più popolari e ricchi del mondo devono trascendere dal loro ruolo e alzare le mani seppellendo il buonsenso per privilegiare l'istinto animalesco? Dopo quella che nel giugno scorso sembrava una boutade utile a rinfocolare il duello tra piattaforme social con l’arrivo dell'app Threads (il clone di Twitter con cui Meta vuole sottrarre pubblico alla piattaforma di Musk, e che Panorama ha testato in anteprima), sembrava potessimo scampare il pericolo di sorbirsi la sfida tra titani (del conto in banca). Ma al tempo dei social ogni scusa è buona per attrarre l'attenzione delle persone, difficile quindi trovare un escamotage migliore di un confronto di arti marziali miste tra il padre di Facebook e Instagram e il proprietario di Twitter (o X, come si chiama ora).
Musk ci ha abituato a sparate e visioni a dir poco contraddittorie, che spesso lo hanno costretto a rapide retromarce, più sorprendente è invece la sete di combattimento del più posato meno loquace Zuckerberg, che in questo caso, tuttavia, unisce la passione per le sette arti alla possibilità di infliggere una lezione al collega per cui nutre poca stima e ancor meno simpatia. Più che vecchie ruggini, però, la lotta a colpi di post e tweet somiglia alla fiera della vanità tra signori dei social media che hanno perso il senno. Di certo c'è che l'appuntamento fissato, a detta di Musk, al 26 agosto è un'altra occasione per pompare l'hype di un incontro senza precedenti e garantirsi un bell'incasso. Tra i tanti messaggi condivisi da Musk c'è la volontà di trasmettere in diretta la sfida, anzi di sfruttare il battage pubblicitario assicurato dall'occasione per lanciare X-Videos, la funzione di live streaming di Twitter/X.
Nessuno potrà mai togliere a due simboli della società contemporanea l'abilità di aver creato e creduto in idee folli quanto irrealizzabili e di aver raggiunto il vertice della scala imprenditoriale proprio grazie a quelle convinzioni. Portare avanti un duello di così bassa lega, a suon di schermaglie votate al celolunghismo, è deludente e squalificante per i due protagonisti. Che ogni volta che sono beccati in fallo per negligenza e lacune delle rispettive piattaforme si cospargono il capo di cenere, appellandosi alla volontà di migliorare le relazioni tra le persone ed evitare impatti negativi sulla mente dei giovani. Salvo poi scadere nel ridicolo e sostenere che il combattimento nella gabbia è inevitabile poiché, come ha detto Musk, è “una forma di guerra più civilizzata. E gli uomini amano la guerra”. Difficile fare peggio di così.