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Difesa e Aerospazio

Dallo spazio la battaglia di Musk per avere i soldi e la pace

Alla fine, Elon Musk continuerà a finanziare attraverso SpaceX il servizio di connessione Internet sul territorio ucraino mediante la sua costellazione Starlink. La notizia è stata diffusa sabato 15 ottobre, un solo giorno dopo aver detto che non poteva più farlo. “Al diavolo, anche se Starlink sta ancora perdendo soldi e altre società stanno ottenendo miliardi di dollari dei contribuenti, continueremo a finanziare gratuitamente il governo ucraino”, ha twittato il magnate americano.

Dal punto di vista strategico, Starlink ha aiutato le reti ucraine a ripartire subito dopo gli attacchi russi più pesanti che hanno danneggiato centri informatici, dorsali di collegamento, centrali e reti elettriche, e supporta ogni giorno comunicazioni militari in modo protetto e agile, ma ovviamente l’orientamento di parte della costellazione verso l’area del conflitto e il dover dedicare parte dei satelliti al traffico dati ucraino implica non poterlo fare altrove, dove la società registrerebbe un forte guadagno.

Le lamentele di Musk, oggi l’uomo più ricco del pianeta, erano cominciate lo scorso mese con una prima richiesta al Pentagono per finanziare direttamente il programma Starlink, senza comunque chiedere il risarcimento per il servizio fin qui elargito, ovvero il corrispettivo di venti milioni di dollari al mese. Considerando che il servizio è stato attivato all’inizio dell’estate, finora si tratterebbe di 80 milioni di dollari di mancati introiti, soldi regalati per mantenere l‘Ucraina connessa al mondo. “Oltre ai terminali che abbiamo donato dobbiamo creare, lanciare, mantenere in efficienza e rifornire satelliti e stazioni di terra”, ha dichiarato Elon, puntualizzando “abbiamo anche dovuto difenderci da attacchi informatici e da jamming (disturbi radio fatti apposta dai russi), che stanno diventando sempre più difficili da contrastare”. Intanto il vice primo ministro ucraino Mykhailo Fedorov aveva minimizzato le tensioni scrivendo su Twitter che il miliardario “è tra i principali donatori privati al mondo a sostegno dell'Ucraina e Starlink è un elemento essenziale per la sopravvivenza della nostra infrastruttura critica”.

Dietro il battibecco non c’è un vero problema di denaro, bensì il fatto che Musk il mese scorso aveva invitato Zelensky ad accettare la perdita di alcuni territori, e si era sentito rispondere dall’ambasciatore ucraino in Germania Andrij Melnyk, di “andarsene”, usando un’espressione molto cruda per nulla piaciuta al patron di SpaceX, che quindi venerdì scorso aveva replicato con "Stiamo solo seguendo la sua raccomandazione”. Finora nel Paese in guerra sono stati inviati circa 20.000 unità satellitari Starlink che Musk non potrà mai più riprendersi e che potrebbero anche cadere nelle mani dei russi. Riguardo invece i rapporti con il Pentagono, secondo la Cnn il mese scorso SpaceX avrebbe inviato una lettera al Pentagono dicendo che non può più continuare a finanziare il servizio Starlink come ha fatto finora, richiedendo che la Difesa Usa mettesse a preventivo di dover spendere almeno 120 milioni di dollari per il resto del 2022 e altri 400 per i prossimi 12 mesi. “Non siamo in grado di donare ulteriormente terminali all'Ucraina o finanziare i terminali esistenti per un periodo di tempo indefinito”, avrebbe scritto il direttore delle vendite governative di SpaceX ai militari Usa, sostenendo anche che il comandante generale dell'esercito ucraino, il generale Valerii Zaluzhniy, avrebbe espresso la necessità di dotare le sue forze di altri 8.000 terminali Starlink.

Lanciato nel 2019, il servizio Starlink Attualmente ha un costo di 600 dollari a terminale, mentre il traffico domestico costa circa 110 dollari al mese. La copertura Internet è ora offerta in quasi 40 paesi, e certamente i 20.000 terminali regalati all’Ucraina hanno avuto impatto sulla disponibilità per gli altri mercati, stante anche il perdurare delle difficoltà di approvvigionamento di taluni componenti elettronici. Lo sforzo fatto da Musk per l’Ucraina contribuisce anche ad aumentare il ritardo nell’estensione della copertura web in altre nazioni come Scandinavia, Asia, Medioriente, Africa e Sudamerica, dove il servizio sarà disponibile dal 2023. Il pacchetto premium iene però venduto a 500 euro al mese per velocità da 150 a 500 MB, con un costo aggiuntivo di 2.500 dollari per i sistemi d’antenna.

La richiesta di Musk al Pentagono ricorda quella che la stessa Difesa americana rivolse agli utenti del sistema di posizionamento globale Gps all’indomani dell’elezione del presidente Joe Biden, allarme poi subito rientrato con l’approvazione del Senato Usa di stanziare oltre 2,5 miliardi di dollari per il rinnovamento di parte del sistema sul quale si basano oltre il 90% dei sistemi di navigazione civili e militari attivi nel mondo. Ma quello tra SpaceX e il governo americano è un rapporto di grande valore economico che Musk non può certo rischiare di perdere: soltanto con quanto versato dalla Nasa la società di Elon ha già ricevuto 1,4 miliardi d dollari.

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