Economia
March 19 2021
Quando l'inflazione sale anche i tassi d'interesse tendono al rialzo. Sono soprattutto le aspettative sull'aumento dell'inflazione USA (grazie al rincaro dei rendimenti di Stato americani) a far crescere (in termini leggeri) i tassi dei mutui a interesse fisso.
I dati arrivano dal Bollettino mensile del'Abi (Associazione Bancaria Italiana) che riporta l'incremento di febbraio nel tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni che è passato dall'1,27% di gennaio all'1,3% (era al 5,72% a fine 2007),
La tendenza rialzista non preoccupa comunque gli analisti che si aspettano entro la fine del 2021 un incremento per un massimo di un quarto di punto percentuale.
In ogni caso al momento resta ancora conveniente firmare per un mutuo a tasso fisso che resta ai minimi storici a livello di interessi.
Rispetto alla rilevazione del 15 gennaio scorso, il 17 marzo il tasso medio praticato dalle banche alla clientela per prestiti per l'acquisto di una casa a 10 anni è passato da 0,69% a 0,74%, per i mutui ventennali da 0,74% a 0,88% e per i trentennali da 1,02% a 1,26%. Simile tendenza di crescita è quella seguita dai tassi Taeg. Il rialzo medio oscilla tra 15 e 20 centesimi punto.
Niente di nuovo, invece per i contratti a tasso variabile con un Euriborn che resta immutato sia nelle prospettive a 60 giorni che in quelle a 90 intorno al -0,56%.
In termini pratici per un mutuo medio intorno ai 100.000 euro sottoscritto da una persona di 35 anni per l'acquisto di una casa da 200.000 euro il rialzo ha un impatto di 2 euro mensili su un mutuo decennale, di 7 euro su quello ventennale e di circa 11 euro sul trentennale. Ovviamente le cifre si riferiscono ai mutui di nuova accensione visto che per gli altri il tasso alla stipula resta – per definizione – invariato per tutto fino all'esenzione del mutuo.
A fronte della crescita dei tassi dei mutui fissi scendono quelli dei prestiti. Nel dettaglio a febbraio il tasso medio sul totale dei prestiti è sceso al 2,24% dal 2,26% del mese precedente (era al 6,18% prima della crisi, a fine 2007), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l'1,1%, in calo rispetto all'1,18% il mese precedente (5,48% a fine 2007). I prestiti a famiglie e società non finanziarie, riporta il bollettino mensile di Abi sono risultati pari a 1.310 miliardi di euro a febbraio con un incremento del 5,1% su base tendenziale. Il dato è in accelerazione rispetto al +4,9% di gennaio.
La Presidente della BCE Christine Lagarde a fronte di questi dati e col timore che lo tsunami dei rendimenti USA possa avere ripercussioni sull'andamento dell'economia europea e su potere d'acquisto delle famiglie ha comunque voluto rassicurare gli istituti bancari sottolineando che è intenzione della banca centrale "Preservare condizioni favorevoli di finanziamento durante il periodo pandemico".