Nadia Toffa: "Vi racconto OpenSpace, il primo social talk italiano"

Un linguaggio diverso per raccontare l’attualità più calda, per cercare quell’innesto tra tv e social che per ora non è riuscito e anche il tentativo di spezzare la liturgia dei talk politici. Si preannuncia parecchio gustoso OpenSpace, il nuovo programma di Italia 1, a cura della redazione de Le Iene, in onda da domenica 11 ottobre in prima serata. Al timone del primo social talk italiano, c’è Nadia Toffa, una delle creature televisive di Davide Parenti, che esordisce così alla conduzione confermando che il 2015, per lei, è l’anno della consacrazione definitiva. Alla vigilia del debutto, l’inviata racconta a Panorama.it gli ospiti e i temi della prima puntata.

Nadia, partiamo facendo un piccolo passo indietro. Quando è arrivata la proposta di condurre OpenSpace, che reazione hai avuto?

La prima telefonata è arrivata un anno fa. Quando mi hanno contattata inizialmente mi ero preoccupata perché non sapevo di che cosa volessero parlarmi. Poi quando mi hanno proposto di condurre un format nuovo e originale sono stata felicissima: mi piacciono le sfide, non mi spaventano per niente.

Se dovessi raccontare in poche parole OpenSpace, come lo definiresti?

Un modo insolito per raccontare l’attualità. Alle Iene già lo facciamo molto bene, ma qui c’è un taglio completamente diverso. Non c’è solo l’attualità che arriva dai giornali o dalle grandi inchieste, ma monitoriamo tutto ciò che fa notizia sui social, i trend su internet e i personaggi del momento.

Questa volta a fare le domande sarà il pubblico da casa, attraverso il sito ufficiale della trasmissione (che è andato per qualche ora in down a causa delle eccessive richieste).

A tutti sarà capitato di stare a casa sul divano, guardare un talk e pensare: “Ma perché non gli chiede quella cosa?”. Ecco, noi vogliamo capire il pensiero della gente da casa, che può andare su www.openspace.it e mandarci le domande che poi leggeremo nel corso della trasmissione. Sarà la portavoce del pubblico.

Non è che si finisce nella semplice lettura di qualche tweet, come capita in molte altre trasmissioni che si definiscono social perché fa “moderno” e “giovane”?

Assolutamente no. Noi le domande le leggiamo e le poniamo direttamente ai nostri ospiti durante il dibattito in studio. Oltre che le domande, il pubblico può votare anche i personaggi e noi cercheremo di invitarli.

Anche l’invito ai personaggi sarà mostrato, con l’aiuto di dieci giovani inviati. Saranno aggressivi come le Iene?

No, anzi. L’incursione sarà piuttosto soft. Sono dieci ragazzi molto educati, che non hanno mai fatto tv. Con massimo garbo invitano gli ospiti in studio, offrendo la possibilità di chiarire posizioni un po’ confuse o ambivalenti.

Quanti rifiuti avete già collezionato?

(ride) Lo scopriremo nelle prossime ore. Di certo abbiamo ricevuto molti sì, altri hanno detto “ci penso” e dunque siamo in bilico fino all’ultimo.

Quali sono i più in bilico?

Uno dei temi che tratteremo sarà quello delle slot machine per bambini, un tema che abbiamo sollevato in un servizio delle Iene. Per questo gli inviati sono andati dai politici, tra cui Amato, Prodi, Tremonti e D’Alema, a chiedere di parlare di gioco d’azzardo, visto che con le loro leggi l’hanno legalizzato. Abbiamo avuto il sì di Massimiliano Pucci, di Confindustria Sistema Gioco, e interverrà Giorgia Meloni, oltre che uno psicologo e un ex giocatore.

Tra gli ospiti certi della prima puntata ci saranno Paolo Ruffini e Frank Matano.

Li abbiamo invitati perché parleremo di haters, cioè gli odiatori che impazzano sul web, e ne abbiamo avuto la riprova in quest’ultimo periodo con il caso di Miss Italia. Ruffini, che è uno parecchio criticato, sta persino pensando di scriverci un libro, invece Frank Matano è uno dei più amati sui social e sarà interessante sentire cosa ne pensa.

Sbaglio o tu non sei particolarmente bersagliata dagli haters?

Effettivamente c’è gente molto rispettosa sulla mia pagina e capita che altri utenti mettano in riga chi usa termini non appropriati. Io la uso con grande rispetto, comunico, cerco di capire cosa pensano dei miei servizi, non la utilizzo per raccontare la sfera privata. Ma mi è capitato di bannare quando litigano tra di loro con termini fuori luogo: banno perché è sbagliato, perché si possono fare le critiche ma sempre con educazione.

Gli altri temi in scaletta domenica sera?

Parleremo di calcioscommesse, con l’ex calciatore Carlo Gervanosi: assieme a lui e ad Andrea Scanzi commenteremo i video di partite comprate e vendute.

Uno degli ospiti più attesi è Luigi Di Maio, del Movimento 5 Stelle.

Lo abbiamo invitato perché da molti considerato l’erede di Grillo, che con una battuta pubblica disse "Ormai sei tu il leader". Visto che nel Movimento passa tutto attraverso il web, vogliamo che sia un fuoco di fila di domande e risposte. 

Chiudiamo con le Iene. Qual è il servizio più difficile che hai realizzato in questi anni?

La storia di Sara, una ragazza che soffriva di disturbi alimentari che poi è mancata. Emotivamente è stato difficile da raccontare.

Ti sei mai pentita di un servizio che hai realizzato?

Nessuno ci impone degli argomenti, nemmeno Davide Parenti. Le inchieste di solito partono da un interesse personale e dunque propongo sempre cose che m’interessano o temi che sento particolarmente. Per cui no, non mi pento di nulla.

Hai mai avuto la tentazione di dare una microfonata sui denti a un intervistato particolarmente antipatico?

(ride) In tanti, anche tra i miei amici, mi chiedono come faccio a stare calma in certe circostanze. In realtà non lo sono mai ma ho imparato a dosare, perché di mio sono una pasionaria: ma è importante tenere il profilo basso perché c’è quasi sempre un messaggio che deve passare e se sei troppo concitata non passerà mai. Anche quando provo una grande rabbia, la tengo per me.

Per te il 2015 è un anno importante, forse quello della consacrazione. Ora debutti alla conduzione, in estate hai vinto il Premio Internazionale Ischia di giornalismo per la categoria “giornalista dell’anno per la tv”. La tua concretezza bresciana prevale e non trapela molto sulla tua vita privata: ma come stai vivendo questo momento professionale?

(ride) Me lo vivo stando dentro le cose. Non sono una che si monta la testa, faccio fatica a godermi i momenti. Mi ritrovo spesso a essere dentro le cose perché mi appassiona il mio lavoro, sento tutto con il cuore e con la testa. Ma non nego che ho avuto delle grandi soddisfazioni e quando mi fermano per strada signore di 65 anni e mi parlano come se fossi figlia loro, mi emoziono. Vivo andando a mille, ecco, e spero di continuare così, mettendo sempre il massimo dell’energia in tutto quello che faccio. 

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