Nadja Bender: vi porto dietro le quinte del Fashion System

Photography Ezra Petronio / styling Sissy Vian

Top in organza con intarsi a motivo geometrico in visone rasato FENDI. Make up, sulle palpebre: Palette Pivoine Crush
e Mascara Volume Effet Faux Cils n.1 / Sulle labbra: Rouge Pur Couture Vernis à Lèvres n.32 YVES SAINT LAURENT


Photography Ezra Petronio / styling Sissy Vian

Abito asimmetrico in seta e pantaloni in nappa stretch SAINT LAURENT BY HEDI SLIMANE
cuff Magic Knot in argento e diamanti DELFINA DELETTREZ


Photography Ezra Petronio / styling Sissy Vian

Pantalone e giacca doppiopetto in raso di seta stampata, con schiena e sottomanica in tulle di seta ricamati
con strass e paillettes GIORGIO ARMANI / bracciale con perle in resina a grappolo DIOR


«Si dice tanto della rivalità in questo mestiere. E forse una volta, ai tempi delle supermodel, era così. Ma oggi che i casting director vogliono sempre the newest of the newest e le facce dell’anno scorso già non vanno più, ci sentiamo tutte nella stessa barca», racconta Nadja Bender che quando è stata scoperta, due anni fa da un vicino di casa, era al secondo anno di nanotecnologie. Inseguita per settimane su Facebook dalla futura agente, quando di sfilate e photoshoot non ne voleva sapere, convinta alla fine dai genitori («Papà, che è un consulente finanziario, ha detto, “Non è che fare il ricercatore paghi così bene, eh...”»), oggi è una delle top più famose al mondo, musa di Karl Lagerfeld e contesa da tutti gli stilisti che contano: da Gucci a Saint Laurent, da Chloé a Hugo Boss. Ma sarà il pragmatismo scandinavo, fatto sta che lei, all’università, non vede l’ora di tornare.

Viene spontaneo chiederle, allora, qual è il modo giusto di essere top model:«Tenere i piedi per terra. Altrimenti ti perdi in quel luccichio che non è reale. Per questo sono contenta di aver iniziato tardi. A 14 anni non hai una personalità. Di più: non hai difese. Come reagirai quando a sedici ti diranno che non piaci più? La sensazione di “usa e getta” è destabilizzante. Per questo è importante sapere chi sei e da dove vieni, avere amici “normali”, di quando non eri nessuno. Anche perché in questo lavoro frequenti un sacco di gente, ma sei sempre sola. Allo stesso tempo, ci sono cose che solo un’altra modella può capire. Come quando sei in viaggio da un mese, hai piedi e schiena distrutti, ma se chiami l’amica d’infanzia lei ti fa: “Ma è tutto fantastico! Come puoi lamentarti? Pensa a me”»…

Il racconto di Nadja Bender continua sul numero 9 di Flair in edicola con Panorama giovedì 20 febbraio .

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