Nagorno-Karabath: l'esodo di massa dopo l'attacco azero

Il presidente dell'Azerbaigian Ilham Aliyev ha affermato durante il “National Urban Forum” in corso nella capitale Buku che l'Azerbaigian garantirà i diritti della popolazione armena del Nagorno-Karabakh. «Dichiariamo ufficialmente che i diritti e la sicurezza della popolazione armena del Karabakh saranno protetti. Abbiamo già presentato alla comunità armena del Karabakh la nostra visione di reintegrazione, che copre il rispetto dei loro obblighi religiosi, educativi, culturali, comunali e di tutti gli altri diritti che si riflettono nelle convenzioni internazionali e che l'Azerbaigian ha firmato in conformità con la sua Costituzione e i suoi obblighi internazionali» ha affermato il presidente azero che non ha fatto cenno all’intervento militare del 19-20 settembre che ha fatto strage di civili e centinaia di feriti tra i quali numerosi bambini come ha raccontato oggi su La Verità Claudio Antonelli che nel suo approfondimento pone l’accento su come nessuno, nemmeno il Vaticano, sia intervenuto a favore dei cristiani armeni oggetto di una vera e propria pulizia etnica da parte dei musulmani azeri sostenuti dalla Turchia. Un vero incubo.

Questa mattina il presidente del Parlamento Alen Simonyan ha avvertito i suoi omologhi degli Stati membri del Consiglio d'Europa che l'Azerbaigian sta perpetrando la pulizia etnica nel Nagorno-Karabakh. «L’Azerbaigian continua a perpetrare la pulizia etnica in questo momento”, ha detto Simonyan alla Conferenza europea dei presidenti del Parlamento a Dublino. “Decine di migliaia di persone stanno lasciando le loro case, e questo accade nel 21° secolo davanti al mondo intero. Questo è il vero male» Intanto sono almeno 84.770 gli sfollati forzati entrati in Armenia dal Nagorno-Karabakh nel contesto dell'esodo di massa in corso in seguito all'attacco azero del 19-20 settembre, terminato dopo che le autorità del Nagorno-Karabakh hanno accettato i termini dell'Azerbaigian in un accordo di cessate il fuoco mediato dalla Russia. Questa mattina i rappresentanti del Nagorno-Karabakh hanno partecipato al terzo incontro con le autorità azere a Yevlakh mentre il primo incontro si è svolto il 21 settembre sempre a Yevlakh e il secondo si è svolto a Ivanyan (Khojaly).Il Nagorno-Karabakh è rappresentato da Davit Melkumyan, deputato e capo del Partito democratico Artsakh, e dal vice segretario del Consiglio di sicurezza Sergey Martirosyan. Ora gli occhi sono tutti puntati al prossimo 5 ottobre data nella quale si svolgerà a Granada (Spagna) l’incontro tra azeri e armeni. «L’Armenia ha ripetutamente chiesto alla comunità internazionale delle azioni concrete, tra cui l'invio di una missione delle Nazioni Unite per la valutazione delle necessità e l'accertamento dei fatti nel Nagorno Karabakh- ha affermato alle Nazioni Unite Ararat Mirzoyan, ministro degli Esteri armeno - ma la comunità internazionale, le Nazioni Unite, non sono riuscite a venire in soccorso della popolazione negli ultimi nove mesi».

Jeyhun Bayramov, ministro degli Esteri azero ha risposto che l'Azerbaigianè pronto al dialogo con il vicino armeno: «Continuiamo a credere fermamente che vi sia un'opportunità storica per l'Azerbaigian e l'Armenia di stabilire relazioni di buon vicinato e di coesistere fianco a fianco, in pace, come due Stati sovrani sotto confini internazionalmente riconosciuti» ha dichiarato. Evidente come al vertice di Granada l’Armenia abbia pochissima carte da giocare senza dimenticare che ci arriva nella totale o quasi solitudine della comunità internazionale. Cosa potrà fare il primo Ministro armeno Nikol Pashinyan quando incontrerà l’azero Ilham Aliyev? Probabile che verrà messo di fronte al “o firmate o sarà guerra” visto che l’esercito azero ( sostenuto e armato anche dai turchi), è da giorno in assetto di guerra. Intanto mentre scriviamo si apprende che l'ex comandante dell'Esercito di difesa del Nagorno-Karabakh, il tenente generale Levon Mnatsakanyan, è stato arrestato dalle autorità azere al posto di blocco illegale nel corridoio Lachin, secondo l'agenzia di stampa statale russa TASS, che ha citato una fonte anonima vicina al generale. Mnatsakanyan ha comandato l'Esercito di Difesa tra il 2015 e il 2018.

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