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December 02 2017
Contrordine compagni. Niente ribaltone storico, se qualcuno vorrà togliere alla Juventus le certezze che le derivano da un dominio lungo sei stagioni dovrà ripassare. Quella del San Paolo sembrava perfetta come notte del parricidio, arrivando i bianconeri al confronto con il Napoli con meno certezze, più problemi di formazione e una situazione di classifica pericolosa come il filo di un rasoio.
Ha vinto la Juventus con gol di Higuain (5° rete in 5 partite da ex di cui 3 segnate al San Paolo) ricucendo lo strappo con i partenopei e dando un segnale di potenza. Se nemmeno arrivare feriti all'appuntamento con l'avversario più pericoloso è sufficiente per creare una crisi, vuol dire che Allegri ha in mano un gruppo d'acciaio. Ancora. Motivazioni comprese. Non era scontato e il verdetto di Napoli-Juventus è chiaro e definitivo. Il campionato è più che mai aperto e, Inter permettendo, il duello tra le due big promette di restare avvincente sino a maggio.
Pur nelle difficoltà e con una rosa falcidiata di infortuni, Allegri ha dato l'impressione di aver preparato al meglio la sfida con il Napoli. Difesa molto chiusa e attenta che per la terza volta di fila (Barcellona, Crotone e Napoli) ha chiuso senza incassare reti e lo ha fatto per la seconda volta nelle 10 trasferte affrontate nel corso della stagione. Callejon e Insigne sono stati soffocati dall'organizzazione in fase di non possesso palla, con ottima prestazione degli esterni De Sciglio (ritrovato) e Asamoah, preferito ad Alex Sandro.
Il migliore in assoluto è stato Douglas Costa che con i suoi strappi ha fatto male al Napoli e creato i presupposti per il gol partita di Higuain. Il Pipita si è sacrificato pur acciaccato, Dybala lo ha assistito e a centrocampo si è visto spirito di sacrificio pur nel mare del possesso palla dominante dei partenopei.
Ad occhio il 4-2-3-1 è un modulo che rischia di finire in soffitta se l'equilibrio può essere trovato infoltendo la mediana e togliendo un attaccante. Non sempre, come al San Paolo, la Juventus giocherà di ripartenza ma la sensazione è che il dado sia stato tratto.
Tenere palla tra i piedi per oltre il 65% del tempo non basta se mancano per lunghi tratti ritmo e intensità. Il Napoli si è acceso solo a sprazzi, dopo la mezz'ora del primo tempo e nella prima metà della ripresa, però la verità è che il portiere migliore e più decisivo è stato Reina. Non Buffon. Segnale negativo per una squadra abituata a creare decine di occasioni.
A lungo gli esterni hanno crossato in mezzo all'aria come se davanti ci fosse un centravanti vero e non la banda dei piccoletti. Perché? Il gol preso è stato frutto di una grande contropiede e di una mezza distrazione difensiva che può capitare, ma che ha segnato inesorabilmente la sfida.
La cattiva notizia per Sarri è che nei due confronti diretti giocati al San Paolo sono arrivati un pareggio (Inter) e una sconfitta (Juventus). La squadra ha fatto un salto notevole nelle partite 'sporche' contro le provinciali ma rischia di dilapidare tutto contro le avversarie dirette. Ora la Champions League con una qualificazione quasi miracolosa da trovare vincendo in Olanda e sperando nel Manchester City.