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February 05 2018
Napoli e Juventus, avvinghiate in testa in un duello memorabile e a suon di record che vale lo scudetto. Il campionato ha allontanato i secondi (Inter e le due romane) e consegnato il centro della scena ad Allegri e Sarri: giocano un calcio diverso, ma sono indiscutibilmente le migliori e da qui alla fine del torneo saranno impegnate in un testa a testa che merita di essere vissuto lontano da veleni e polemiche che hanno agitato l'inizio del 2018.
E' dal titolo conteso da Juventus e Torino e vinto dai bianconeri per una sola lunghezza (51 punti contro 50) nel 1977 che la Serie A non regala un confronto diretto a due così chiuso nel pronostico e acceso nella rivalità. Non che dopo non sia mai successo, ma il paragone regge considerando anche il diverso rango delle due squadre impegnate.
La Juventus è la corazzata costruita per entrare nella leggenda con il settimo scudetto consecutivo, il Napoli è il sogno di far arrivare fino in fondo un gruppo che a tratti gioca il calcio migliore, ma che ha anche limiti numerici che rendono l'equilibrio sottolissimo e fragile. Due filosofie, due forze e due progetti - non scommesse - che meritano applausi e rispetto. Prima di tutto dai diretti interessati.
La bellezza della sfida a distanza è emersa in tutta la sua prepotenza in un turno sulla carta interlocutorio. Juventus e Napoli non potevano che vincere nei testa coda contro Sassuolo e Benevento, ma il modo in cui l'hanno fatto racconta molto della loro grandezza.
Sarri è stato brutalmente sincero nello spiegare che chiederà ai suoi di dare tutto in campionato a rischio di tralasciare per strada l'Europa League. Sa di avere le forze giuste solo per un'impresa e ha capito che i giocatori stessi hanno già fatto la loro scelta nei mesi scorsi. Il Napoli ha reagito al ko casalingo contro la Juventus di inizio dicembre infilando una serie di 7 vittorie consecutive.
Mertens è tornato a fare il... Mertens: 4 gol nelle ultime 3 giornate e un ritmo anche migliore rispetto a quello di un anno fa, quello della consacrazione da centravanti. Oggi è imprescindibile per i partenopei e lo dimostra il terrore puro che ha attraversato gli occhi di milioni di napoletani nel momento dell'infortunio alla caviglia patito sul campo del Benevento.ù
E la Juve? Il settebello rifilato al Sassuolo è parso più un allenamento che altro, ma Allegri ha ottenuto qualche risposta. Intanto Higuain sta lievitando di forma con l'avvicinarsi della sfida di Champions League contro il Tottenham e i gol sono solo l'aspetto evidente di questa sua crescita, non l'unico. La difesa è un bunker (una rete subita nelle ultime 15 partite) e preoccupa solo il ko di Matuidi che toglierà l'uomo degli equilibri in mezzo al campo.
A differenza del Napoli, Allegri non ha il privilegio di poter scegliere ma ha il vantaggio di guidare un gruppo esperto di queste altezze e affamato come mai. La grandezza di questa Juve si misurerà con esattezza forse solo in futuro, rileggendo queste stagioni. Vale anche per il Napoli, che sta compiendo un miracolo. Insieme hanno una proiezione di 100 punti, roba da Liga.
Certamente lo scudetto si vincerà un po' sotto, ma comunque vada lasciatele correre libere da zavorre. Polemiche e veleni, sospetti e allusioni, frecciate e risposte (l'ultimo l'attacco di De Laurentiis a tutto tondo) non devono trovare spazio. Vincerà il migliore e perderà qualcuno che dovrà, comunque, guardare con orgoglio a questa stagione da record.