Scintille tra Nasa e Roscosmos, a rischio la collaborazione spaziale Usa-Russia
E' ancora un'eventualità remota, ma anche la collaborazione tra Usa e Russia è messa a dura prova dalla guerra in Ucraina e dai rapporti sempre più freddi tra le due nazioni. I funzionari dell'agenzia spaziale federale russa Roscosmos hanno infatti denunciato gli effetti nefasti delle sanzioni sui programmi in corso e su quelli futuri, e in risposta a quanto deciso da Washington hanno interrotto la vendita di motori a razzo di fabbricazione nazionale alle società americane e fermato il lancio delle Soyuz dallo spazioporto europeo nella Guyana francese.
Dmitry Rogozin, capo di Roscosmos, ha persino messo in discussione l'attuale partecipazione russa al programma della Stazione spaziale internazionale e ha lanciato una serie di tweet non proprio amichevoli, rivolgendone alcuni rivolti all'ex astronauta della Nasa Scott Kelly. Costui, attivo in missioni dal 1996 al 2016, era reo di aver a sua volta twittato spesso in russo a proposito dell'invasione dell'Ucraina prendendo anche di mira la stessa Roscosmos e Rogozin, il quale la scorsa settimana ha diffuso un video nel quale i tecnici che apponevano le bandiere delle nazioni partecipanti alla missione del razzo Soyuz che sarebbe dovuto partire dal cosmodromo di Baikonur, in Kazakistan, per lanciare 36 satelliti internet della società britannica OneWeb, stavano rimuovendo quelle di Usa, Regno Unito e Giappone. I lancio, previsto per il 4 marzo, non è avvenuto perché OneWeb e il governo inglese che possiede parte dell'azienda hanno rifiutato di soddisfare nuove richieste imposte da Roscosmos.
“I lanciatori di Baikonur hanno deciso che senza le bandiere di alcuni paesi il nostro razzo sarebbe stato più bello”, ha scritto Rogozin in russo, trovando la pronta risposta di Kelly: “Senza quelle bandiere e la valuta estera che portano con loro, il tuo programma spaziale non varrà niente. Forse puoi trovare un lavoro da McDonald's, sempre che in russia esista ancora."
Rogozin ha replicato con un “Vattene, idiota, altrimenti la morte della ISS sarà sulla tua coscienza!” post che ha successivamente cancellato mentre l'americano rincarava la dose con la battuta: “Perché hai cancellato questo tweet? Non vuoi che tutti vedano che tipo di bambino sei?”
“Signor Scott Kelly” ha continuato Rogozin “mi provochi inutilmente, forse la demenza e l'aggressività che hai sviluppato sono una conseguenza del sovraccarico e dello stress di quattro voli nello spazio. Ti invito a sottoporti a un esame presso la nostra Agenzia federale di medicina e biologia”. Kelly ha fatto parte dell'equipaggio della Stazione spaziale internazionale per tre dei suoi quattro voli spaziali, trascorrendo circa un anno a bordo durante la sua missione finale che si è svolta dal marzo 2015 al marzo 2016, oltre 300 giorni insieme con il cosmonauta russo Mikhail Kornienko. Precedentemente aveva fatto parte della missione per la messa in orbita del telescopio Hubble mediante lo Space Shuttle, nel 1999. Tutti gli astronauti che visitano la stazione spaziale devono parlare sia inglese sia russo, il che spiega la capacità di Kelly di rivolgersi a Rogozin nella sua lingua madre. Il manager russo non è nuovo a un linguaggio aggressivo: nel 2014, quando era vice primo ministro russo, Rogozin suggerì alla Nasa di utilizzare un trampolino per inviare i suoi astronauti sulla ISS. Si trattò un'espressione di disappunto per le sanzioni imposte alla Russia dopo l'invasione della Crimea quando le navicelle spaziali Soyuz erano gli unici veicoli in grado di trasportare astronauti da e verso la Stazione. E secondo l'agenzia Reuters, la scorsa settimana, quando ha annunciato che la Russia non avrebbe più venduto motori a razzo alle società statunitensi, Rogozin avrebbe anche dichiarato alla televisione russa: “Lasciali volare su qualcos'altro, magari sui loro manici di scopa.”
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