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February 12 2024
La Nato costa, la difesa costa. Nel 2014 e nel 2016 in due vertici dell'alleanza atlantica si è stabilito che i vari paesi aderenti debbano arrivare al 2% del pil per le spese militari. Un accordo che però in molti non rispettano.
Ci sono a dire il vero dei paesi virtuosi: Stati Uniti (3,49%), Polonia (3,9%), Grecia (3,01%), Estonia (2,73%), Lituania (2,54%), Finlandia (2,45%), Romania (2,44%), Ungheria (2,43%), Lettonia (2,27%), Regno Unito (2,07%) e Slovacchia (2,03%).
Ci sono invece molti paesi che questo valore non lo hanno ancora raggiunto: Lussemburgo (0,72%), Belgio (1,13%) e Spagna (1,26%). Sotto l'obiettivo del 2% ci sono Turchia, Slovenia, Canada, Italia, Portogallo, Repubblica Ceca, Germania, Danimarca, Norvegia, Olanda, Albania, Croazia, Bulgaria, Macedonia del Nord, Montenegro e Francia (quest’ultima per poco, è all’1,9%).
L'Italia è sotto il 2%. Secondo l'ultimo rapporto Nato, il rapporto tra spese militari e Pil in Italia nel 2023 è pari all’1,46% del Pil. Nel 2022 era dell’1,51%, nel 2020 all’1,59 per cento. Il Documento programmatico pluriennale della Difesa per il triennio 2023-2025 prevede per il budget della Difesa 2023 una spesa di 29,7 miliardi di euro, in aumento rispetto al periodo precedente. Quanto all’obiettivo del 2%, il documento fa presente che l’obiettivo nazionale è di centrare la percentuale del 2% nel 2028, cioè tra 5 anni.
In totale il budget della Nato è di oltre 7 mld di euro l'anno e gran parte di questi vengono messi da Stati Uniti e Regno Unito.