Musica
February 17 2022
«Mi manca il confronto diretto, il contatto fisico con il nostro pubblico. Noi siamo nati vent'anni fa sul palco, per noi suonare è un’esigenza fisiologica. Sono stanco di questa situazione, la pazienza è finita». Non usa giri di parole Giuliano Sangiorgi, frontman dei Negramaro, nella conferenza stampa via Zoom di presentazione del nuovo tour nei teatri, dopo che, a causa del perdurare della situazione pandemica, il tour primaverile della band salentina nei palazzetti dello sport è stato cancellato (le richieste di rimborso dei biglietti dovranno essere inoltrate entro il 14 aprile al sistema di biglietteria presso il quale si è effettuato l’acquisto, seguendo le modalità riportate sui rispettivi siti internet).
Come spesso accade nella vita, i problemi possono essere anche delle opportunità mascherate, così i Negramaro torneranno a suonare in una dimensione più intima, quella dei teatri, dove potranno guardare negli occhi gli spettatori, come era già accaduto nel 2008: 14 date a partire dal 30 settembre nei teatri delle principali città Italiane, da Milano a Lecce, da Roma a Padova, da Torino a Catania e 10 date in Europa a novembre e dicembre. «Eravamo partiti con l’idea degli stadi quando ancora non c’era nemmeno l’ombra del Covid», ha sottolineato Sangiorgi, che ha ripercorso le varie tappe del progetto. «Poi è successo quello che sappiamo tutti. Abbiamo pubblicato con coraggio l’album Contatto, in un momento in cui molti nostri colleghi hanno preferito fermarsi, poi abbiamo programmato il tour indoor. Abbiamo provato in tutti i modi a riportare la nostra musica nei palazzetti, ma il perdurare della situazione pandemica ci ha costretti a riprogrammare i concerti in autunno. Così, con Live Nation abbiamo ripreso l’idea dei teatri per tornare prima possibile a suonare dal vivo. Vogliamo tornare ad abbracciarvi e sentire la vostra energia magica, con un tour speciale che sarà un’esplosione di gioia insieme a voi».
Sangiorgi è soddisfatto del modo in cui la band ha reagito a questi due anni di stop forzato: «Sono fiero che i Negramaro siano stati così presenti e attivi in questo periodo: non ci siamo mai fermati. Mi dispiace che i fan siano tristi e scontenti per l'annullamento dei concerti indoor, ma penso che capiranno che non dipende da noi. Potete immaginare quanto non vediamo l’ora di tornare sul palco. Io sto scrivendo tanto, stiamo preparando un tour teatrale pazzesco, pieno di classici dei Negramaro e con un grande omaggio al nostro ultimo disco Contatto». L'intimità della dimensione teatrale, se da un lato sarà meno spettacolare nell'allestimento scenico, dall'altro avrà il pregio di mettere al centro dello show le canzoni dei Negramaro, senza sovrastrutture: «All’insegna di questo nuovo contatto con gli spettatori, ci saranno proprio le versioni nude e vicine all’essenza di quando le nostre canzoni sono nate. Sono felice del fatto che torneremo in questa nuova veste per sentirci veramente vicini, usando le canzoni come se fossero pelle, alla ricerca di nuovi mondi, fatti di poche chiacchiere e tante emozioni».
Il frontman salentino, che da anni vive nel cuore di Roma, non vede l'ora di portare in tour anche sua figlia Stella, che ha da poco compiuto tre anni: «Mia figlia ha vissuto di riflesso qualcosa che non saprei descrivere, ovvero la pandemia», ha affermato Giuliano. «Per fortuna aveva già visto qualcosa e ha sentito l’odore di cose grandi e bellissime. Vorrei ripartire con lei dai teatri, portarla in giro e farle vedere il mondo. Il mio sogno è quello di darle tutto quello che posso: amicizia, musica, viaggi e il mondo». Il cantautore non dimentica i lavoratori che gli sono sempre stati accanto nei live e che, a causa del perdurare della situazione pandemica (unita alle scelte discutibili degli ultimi due governi nell'ambito dello spettacolo dal vivo), ha dovuto cambiare lavoro per sopravvivere: «Molte persone hanno dovuto lasciare questo lavoro e per me sarà un dolore non vederle più accanto a me. Ci sono persone che hanno fatto la storia dei palchi, sono persone che tutti noi abbiamo imparato ad amare. Mi auguro che per tutti ci sarà una seconda possibilità».